Liquid Existences
Questa mostra si inserisce nel percorso di “Take care of your garden”, tema principale e filo conduttore del programma GAD 2019.
Comunicato stampa
LIQUID EXISTENCES
Artisti: Kendell Geers, Kazuko Miyamoto, Moataz Nasr, Qasim Riza Shaheen A cura di Valentina Gioia Levy e Pier Paolo Scelsi
Giudecca Art District Project Space 01
26 Settembre — 6 ottobre 2019
Vernissage 26 Settembre 2019 a partire dalle ore 18.00
“Non cercheremo il cambiamento e non opporremo il fisso e il mobile, cercheremo il più mobile del mobile: la metamorfosi... Non distingueremo il vero dal falso, cercheremo il più falso del falso, l'illusione e l'apparenza”
(J.BAUDRILLARD)
Questa mostra si inserisce nel percorso di “Take care of your garden”, tema principale e filo conduttore del programma GAD 2019.
Molteplici sono state le mostre, le performance, i talk partecipati da artisti e curatori internazionali che hanno avuto modo nei mesi estivi del 2019 di cimentarsi attorno a questo titolo.
Citazione dal prologo del Candido di Voltaire, focalizza sul tema della condizione umana
nell’attuale epoca di iper-globalizzazione. Come nel famoso romanzo, il giardino è metafora di uno spazio interiore che suggerisce valori etici e sentimentali, che hanno origine nella mente e nel corpo dell’individuo ma che da questo si proiettano verso l’altro. L’invito a coltivare un nuovo umanesimo si rivolge alla sfera delle relazioni umane al di là dei confini nazionali e politici riconoscendo il valore dell’umanità come insieme.
Liquid Existences vuole essere una riflessione sul concetto di simulacro, di apparenza. Come suggerito dal filosofo francese Jean Baudrillard nel suo libro La Précession des simulacres «Il simulacro non è mai ciò che nasconde la verità; ma è la verità che nasconde il fatto che non c’è alcuna verità. Il simulacro è vero». L’immagine segna la fine del reale e allo stesso tempo è l’unica forma possibile di realtà nella società iper-moderna in cui tutto si riduce, si esprime e si manifesta attraverso l’apparenza. Il corpo, e con esso l'abito, il gesto, la danza, si rivelano come manifestazioni di un'identità basata sull’immagine, simulacro dell’essere e allo stesso tempo sua stessa essenza.