Lisa Nocentini – Fuggevoli presenze
La mostra si articola in una installazione di 53 vagoni di terracotta policroma collegati tra loro, posti su un ideale binario di legno che segue un percorso sinuoso e all’apparenza infinito.
Comunicato stampa
La galleria Davico Arte presenta “Fuggevoli Presenze”, una personale dell’artista fiorentina Lisa Nocentini.
La mostra si articola in una installazione di 53 vagoni di terracotta policroma collegati tra loro, posti su un ideale binario di legno che segue un percorso sinuoso e all'apparenza infinito.
Il progetto, dice l’artista, è nato dalla voglia di creare un percorso di un treno idealmente infinito, che attraversasse tutto il mondo e trasportasse le più varie e affascinanti creature, con le loro idiosincrasie, voglie nascoste, segreti rancori, amori teneri e soprattutto voglia di viaggiare.
“In verità, il viaggio attraverso i paesi del mondo è per l’uomo un viaggio simbolico. Ovunque vada è la propria anima che sta cercando. Per questo l’uomo deve poter viaggiare.”
(Andrej Tarkovskij)
E nella ricerca infinita della propria anima si concentrano le scene rappresentate su ogni vagone: sono solo attimi di un lungo viaggio chiamato vita, uomini e donne e buffi animali colti in sprazzi di gioia, dolore, stupore.
Non possiamo sapere, noi spettatori, cosa ci sia stato prima di quel frame di vita, e nemmeno possiamo sapere che ne sarà del dopo; certo è che ognuno di noi, in ogni singola rappresentazione, può riconosce momenti della propria esistenza oppure sperare di viverne alcuni in futuro, per continuare a scrivere la propria storia.
Saranno inoltre in mostra 10 sculture denominate “Le Torri”. Le torri sono contenitore, prigione, vestito, acquario, scuderia, gabbia e a seconda di quello che contengono, possono assumere diversi significati: difesa dalle minacce esterne, contenitore di cose misteriose, forza vitale che cerca di sfuggire alla prigionia, fantasia alla ricerca della libertà.
Forse, più semplicemente, metafore delle nostre emozioni che a volte riusciamo a esprimere e che a volte teniamo rinchiuse, chissà, forse per paura o forse per modestia: ma anche qui immagini della nostra anima.