Lise Duclaux – Il grande è sempre fatto del piccolo

Informazioni Evento

Luogo
CASA NATALE DI RAFFAELLO
Via Raffaello 57, Urbino, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al
Vernissage
10/08/2024

18.30

Patrocini

Accademia Raffaello, Urbino; KulturLX - Arts Council Luxembourg; Wallonie - Bruxelles International; Ministère de la Culture du Grand-Duché de Luxembourg; Ambassade de Luxembourg à Rome e le Haut Patronage de l’Ambassade de Belgique à Rome

Artisti
Lise Duclaux
Curatori
Stéphane Ghislain Rousse
Generi
personale

Riprendendo la vocazione originaria di Casa Raffaello la mostra oscilla tra un’esposizione museale e un laboratorio aperto, quale la premessa di uno spettacolo lirico.

Comunicato stampa

L’artista francese Lise Duclaux vive a Bruxelles, dove da molti anni combina nel suo lavoro disegno, testo, fotografia, installazione e performance. L’interazione tra questi diversi supporti è testimone di un approccio sensibile e impegnato che interroga il nostro rapporto con i non umani, in particolare con il mondo vegetale. Realizzate durante una residenza artistica all’Accademia Raffaello di Urbino nella primavera del 2024 e integrate dai disegni realizzati all’Academia Belgica di Roma nonché nel suo studio affacciato su un orto comunitario in Belgio, le opere esposte a Casa Raffaello formano un insieme che rivela al pubblico la sua ricerca sulle specificità delle piante spontanee di questa regione d’Italia. Per estensione, la creatrice ne mette in rilievo la migrazione dal bacino Mediterraneo verso nord: effetto della deregolamentazione climatica ma anche segno della resistenza e della resilienza di queste creature eccezionali. Riprendendo la vocazione originaria di Casa Raffaello – casa natale e studiolo di formazione del celebre pittore rinascimentale - Il grande è sempre fatto del piccolo oscilla tra un’esposizione museale e un laboratorio aperto, quale la premessa di uno spettacolo lirico. Concepita come un’opera da camera, la trama del Teatro di Verzura 1 intreccia vari estratti di polifonie vocali italiane del XVII secolo tutti incentrate sul tema della Natura. Essa esplora la rappresentazione del giardino sia come sintesi di un microcosmo, riflesso del macrocosmo, sia come luogo delle passioni umane. La ricerca di Lise Duclaux, che si riflette tanto nella mostra come nella sua espansione attraverso lo spettacolo, è proprio uno spostamento della convinzione antropocentrica. Un invito a posare lo sguardo sull’infinitesimo e l’invisibile. In modo singolare, la mostra è come l’anticamera del palcoscenico. Ne costituisce allo stesso tempo il preannuncio e il prolungamento. Così, ad esempio, alcuni dei disegni esposti formano il motivo stampato sui costumi in fase di realizzazione. Allo stesso modo, gli aforismi scanditi alle pareti costituiscono gli statements della drammaturgia dello spettacolo. Poco a poco, i confini tra l’arco scenico e il proscenio si confondono. Come sul palcoscenico dell’opera, dove tutti gli elementi che la compongono - canto, movimenti dei corpi, scenografia, costumi e luci - sono in costante interazione rivelando, attraverso una forma d’arte totale, un organismo allo stesso tempo unificato e frammentato di personaggi e scene, si leva un respiro comune. Un respiro fatto di aria e vibrazioni, la cui stessa esistenza dipende dalla facoltà delle piante. Dalla terra che occupa e fertilizza, all’ossigeno che crea, la presenza delle piante ha un impatto diretto su quella degli esseri umani. La nostra stessa esistenza ne dipende. Il paesaggio non è solo un allestimento scenico, bensì la vita stessa in tutte le sue variazioni. Al di là di una riflessione poetica e acuta sul potere delle arti nel creare sensibilità nei confronti degli ecosistemi, Il grande è sempre fatto del piccolo e il suo futuro culmine nell’opera Teatro di Verzura ribaltano una prospettiva cartesiana divenuta globale, ricordandoci che l’uomo non è padrone e possessore della natura. E che proprio perché siamo diversi siamo tutte e tutti uguali.