Liu Bolin – La forma profonda del reale

Informazioni Evento

Luogo
UNIVERSITA' COMMERCIALE LUIGI BOCCONI
Via Sarfatti, 25, Milano, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

Dal 25 Settembre al 15 Gennaio 2020
Dal lunedì al venerdì: ore 9.00-20.00 / sabato: ore 10.00-18.00

Vernissage
25/09/2019
Artisti
Liu Bolin
Generi
fotografia, personale

Continua il sodalizio tra MIA Photo Fair e l’Università Bocconi di Milano con l’apertura della mostra di Liu Bolin “LA FORMA PROFONDA DEL REALE”, in collaborazione con Boxart Galleria d’Arte di Verona.

Comunicato stampa

La Mostra

testo critico di Beatrice Benedetti

«Nella dialettica tra pittura e fotografia, un comune denominatore, una identica matrice linguistica [è] la prospettiva». Questa intuizione teorica di Daniela Palazzoli, che identifica nella prospettiva il cromosoma alla base del codice genetico di un’immagine, coincide casualmente con l’anno di nascita, nella provincia nord-orientale dello Shandong, dell’artista cinese Liu Bolin: il 1973 appunto.

L’ormai nota distruzione del villaggio Suojia,in cui l’artista viveva a nord-est di Pechino, venne ordinata dalle autorità governative il 16 novembre 2005, segnando il momento decisivo in cui Bolin fece ricorso alla matrice prospettica per creare l’immagine che ha dato origine alla serie di scatti intitolata Hiding in the city (Nascondersi nella città).

Tracciando in maniera rudimentale sul proprio corpo le linee delle macerie del suo quartiere, in virtù della loro convergenza con il punto di fuga dall’ottica della fotocamera, Liu Bolin ottiene un’immagine in cui l’elemento perturbativo dello spazio, rappresentato dalla propria fisica tridimensionalità, costringe lo spettatore a soffermare lo sguardo su quella esatta porzione di realtà.

[…] Liu Bolin inizia la serie Hiding in the City proprio “sulla strada”, o meglio tra le case in mattoni del Suojia Village Arts Camp, un tempo sede di un centinaio di studi di artisti tra cui quello di Bolin, agli esordi della sua carriera.[…] L’immersione solitaria, silente attrattiva per l’osservatore, di un uomo in carne ed ossa fuso con il panorama genera un pathos in netto contrasto con la superficialità anaffettiva con cui spesso, inevitabilmente, viene recepito l’eccesso d’immagini che sommergono l’Epoca contemporanea. La forma performativa prescelta è rimasta pressoché invariata in quanto funzionale al tentativo di oltrepassare i limiti fisici della resistenza umana.

La personale negli spazi espositivi all’Università Bocconi di Milano offre una panoramica di questi luoghi, individuati dall’artista prima di tutto nel proprio Paese, poi anche in Italia, dove dal 2008 Liu Bolin è stato ripetutamente invitato dalla sua galleria di riferimento, e infine nel resto del mondo, fino a un totale di oltre duecento opere realizzate. […] Nascondere per rendere manifesto diviene l’escamotage che l’artista ha eletto come percorso per rendere persistente il richiamo al proprio pensiero sull’umanità. In fondo «vivere –scrisse Georges Perec– è passare da uno spazio all’altro, cercando il più possibile di non farsi troppo male».