Lo schermo dell’arte Festival di cinema e arte contemporanea
Torna l’esclusiva selezione di film tratta dalla quattordicesima edizione della rassegna fiorentina dedicata al rapporto tra cinema e arte contemporanea.
Comunicato stampa
Il Teatrino di Palazzo Grassi presenta da giovedì 3 a domenica 6 marzo 2022 un appuntamento speciale ormai molto atteso, un vero e proprio classico della programmazione primaverile: Palazzo Grassi rinnova l’invito a Lo schermo dell’arte Festival di cinema e arte contemporanea, progetto unico dedicato alle molteplici interazioni tra cinema e arte contemporanea, diretto da Silvia Lucchesi.
La rassegna fiorentina porta a Venezia un programma di 11 titoli, firmati da importanti video-artisti e filmmaker internazionali, selezionati per il pubblico veneziano insieme a Palazzo Grassi - come ormai da tradizione sin dalla prima collaborazione tra le due istituzioni nel 2014 - all’interno del cartellone dell’ultima edizione del Festival, la quattordicesima. Diversi gli argomenti trattati dai film in cartellone, grande attenzione è riservata agli effetti contemporanei dei processi di decolonizzazione, alle comunità più marginali delle grandi città europee come Marsiglia e ai processi identitari.
Tanti gli ospiti d’eccezione che in questa edizione interverranno e prenderanno parte alle proiezioni, in particolare gli artisti: Renzo Martens (giovedì 3 e venerdì 4 marzo), Sara Sadik (giovedì 3 marzo), M+M (giovedì 3 marzo), Iván Argote (venerdì 4 marzo).
“Khtobtogone” di Sara Sadik
Francia, 2021, 16'09''
Renzo Martens, rappresentato da due titoli in programma: “White Cube” (2020) ed “Enjoy Poverty” (2009), venerdì 4 marzo sarà inoltre protagonista di un incontro con gli studenti del Corso Magistrale in Teatro e Arti Performative nell’ambito della classe in “Curatela delle arti performative”, presso l’Università Iuav di Venezia e disponibile in live streaming, dal titolo “White Masks Pratiche decoloniali nel sistema dell'arte”. L’artista dialogherà con Piersandra Di Matteo, studiosa, drammaturga e curatrice, docente presso l’Università Iuav, Venezia.
Giovedì 3 marzo si apre il ciclo di proiezioni con 4 titoli, tra il Congo, Marsiglia, l’India e il mondo minuscolo di una mantide religiosa.
Si parte con “White Cube” di Renzo Martens (Paesi Bassi, Belgio, 2020, 79') che esplora le relazioni tra colonialismo e mondo dell’arte osservando le condizioni dei lavoratori nelle piantagioni di palme da olio in Congo e seguendo l’attività di una cooperativa congolese che rivende negli USA i propri manufatti in cioccolato per riacquistare le terre sottrattegli.
A seguire, il film dell’artista Sara Sadik, “Khtobtogone” (Francia, 2021, 16'09") che utilizza l’animazione 3D e si ispira all’estetica post-internet rievocando la grafica del celebre video—gioco GTA per raccontare la vicenda di Zine, operaio proveniente dalla diaspora maghrebina che cambia tutto se stesso per conquistare la ragazza che gli piace. Un’immersione nella cultura urbana giovanile di Marsiglia con una colonna sonora firmata dal rapper DJ 13NRV.
“Mad Mieter” di M+M (Germania, 2019, 6'9") è il titolo successivo e ricorre anch’esso all’animazione 3D per muovere la sua protagonista, una mantide religiosa, su una scena che ricorda “Repulsion” di Roman Polanski.
La giornata si conclude con “At Home But Not At Home” di Suneil Sanzgiri (Stati Uniti, India, 2019, 11') che combina riprese aeree realizzate da un drone, con immagini tratte da film, video e una lunga intervista Skype che l’artista realizza con suo padre a proposito dell’India, suo Paese di origine che Sanzgiri non ha mai avuto modo di visitare. Tra autobiografia e storie di decolonizzazione, l’opera è incentrata sulla definizione dell’identità personale.
“Mad Mieter” di M+M
Germania, 2019, 6'9"
Venerdì 4 marzo riprendono le proiezioni con 3 titoli, anch’essi in grado di raccontare viaggi in mondi e comunità distanti, così come suggerire nuovi scenari possibili.
Il primo film riporta il pubblico nella Repubblica Democratica del Congo con la direzione di Renzo Martens. Si tratta di “Enjoy Poverty” (Paesi Bassi, 2009, 90') che racconta come la povertà sia diventata molto più redditizia dei mercati tradizionali nei Paesi colonizzati.
Sarà poi il momento di “Au Revoir Joseph Gallieni” (Francia, 2021, 13'30") di Iván Argote che ricostruisce attraverso la tecnologia 3D la fittizia rimozione del monumento al generale francese Joseph Gallieni, colonizzatore del Madagascar, da una piazza di Parigi, riaccendendo l’attenzione sul rapporto con i protagonisti controversi della storia collettiva.
L’ultimo film del programma giornaliero è “One Hundred Steps” di Barbara Wagner & Benjamin de Burca (Germania, Francia, 2021, 30') e ritorna invece a Marsiglia, dove un gruppo di visitatori di due case museo improvvisano delle danze delle tradizioni nord irlandese e africana.
Sabato 5 marzo la rassegna prosegue con altri 3 titoli dedicati a personaggi, opere e luoghi iconici. Il primo soggetto è l’artista Bill Traylor nell’ambito del film “Bill Traylor: Chasing Ghosts” di Jeremy Wolf (Stati Uniti, 2018/2021, 76'). Collezionato ed esposto da importanti istituzioni museali, l’opera ripercorre la vita del pittore Traylor - autore di molti ritratti della comunità afroamericana di inizi Novecento - dalla schiavitù in Alabama sino all’inaspettato successo tra le strade di Montgomery.
Successivamente, lo schermo del Teatrino presenta “In the Air Tonight” di Andrew Norman Wilson (Stati Uniti, 2020, 11') che celebra invece l’intramontabile brano di Phil Collins con delle atmosfere alla Miami Vice e un complesso montaggio, per far vivere il testo della hit anni Ottanta.
A seguire, “Gallant Indies” di Philippe Beziat (Francia, 2020, 108') dedicato all’Opera di Parigi, in occasione dei 350 anni dalla sua fondazione, documenta la realizzazione de “Les Indes Galantes” di Jean-Philippe Rameau, portata in scena dall’artista Clément Cogitore nel 2019 su invito dell’istituzione parigina.
Domenica 6 marzo, ultimo appuntamento con Lo schermo dell’arte al Teatrino di Palazzo Grassi!
Si chiude la programmazione con l’ultimo capolavoro di Matthew Barney, “Redoubt” (Stati Uniti, 2019, 134'3"), ispirato liberamente al mito di Diana e Atteone. Il film unisce miti classici con una riflessione più profonda sul rapporto tra uomo e natura, i protagonisti non utilizzano dialoghi ma danze e gesti per comunicare tra loro. Ancora una volta, Barney mette in discussione i canoni stessi di narrazione cinematografica.
Tutti gli appuntamenti del Teatrino sono comunicati e costantemente aggiornati sul sito di Palazzo Grassi alla voce “Eventi”. www.palazzograssi.it