Lo specchio concavo. Capitolo 2
Il percorso è una mostra collettiva costituita dai lavori di 21 artiste, che hanno trasferito la loro dimensione privata su un piano sociale e politico, combattendo o meno con sistemi e ideologie che le hanno discriminate.
Comunicato stampa
Lo specchio concavo. Capitolo 2
A cura di Sara Benaglia e Mauro Zanchi
Con opere di:
Candice Breitz | Daniela Comani | Keren Cytter | Jeanne Dunning | Latifa Echakhch | Sylvie Fleury | Dominique Gonzalez-Foerster | Francesca Grilli | Mona Hatoum | Jenny Holzer | Rebecca Horn | Adelita Husni-Bey | Ketty La Rocca | Zoe Leonard | Tracey Moffatt | Liliana Moro | Carol Rama | Kiki Smith | Georgina Starr | Rosemarie Trockel | Dana Wise |
Museo ALT (Arte Lavoro Territorio), Alzano Lombardo
Dal 10 dicembre 2016 al 31 gennaio 2017
(per informazioni e prenotazioni: http://www.altartecontemporanea.it/)
Il primo capitolo de’ Lo Specchio Concavo nasceva dalla lettura del saggio Lo Specchio Ardente di Anne Marie Sauzeau, scritto che riprendeva gli studi di Luce Irigary per proporre un’alterazione del modello di “specularizzazione” tradizionale, ovvero sessista. Lo specchio concavo è dunque un’arma ustoria, che convogliando i raggi solari genera un fuoco. Nella mostra erano evidenti due filoni di ricerca: quello della critica al linguaggio visivo, e quello che vede la crescita nel contemporaneo della radice marxista del femminismo. È nel corso degli anni ’80 che il femminismo subisce un backlash negativo sotto influenze mediatiche. Il secondo capitolo de’ Lo Specchio Concavo si concentra dunque sulla pratica visiva al femminile in opere della collezione del Museo ALT, datate tra i primi anni Ottanta e gli anni Duemila. L’uguaglianza politica di uomo e donna e la loro disuguaglianza filosofica sono nelle opere diversamente declinate e presentate non senza contraddizioni.
Il percorso è una mostra collettiva costituita dai lavori di 21 artiste, che hanno trasferito la loro dimensione privata su un piano sociale e politico, combattendo o meno con sistemi e ideologie che le hanno discriminate.
Ci sono tanti punti di vista, molte declinazioni dello sguardo femminile dentro la realtà e le sue contraddizioni. Interessa comprendere anche se l’arte possa avere capacità profetiche, di chiaroveggenza, e se le intuizioni delle artiste abbiano la forza di modificare la realtà e di migliorarla, prevedendo pericoli o indicando nuove vie da percorrere per l’evoluzione del pensiero e per una liberazione intellettuale.
La mostra, curata da Sara Benaglia e Mauro Zanchi, si estende sull’idea della sospensione, tra la terra e il cielo, come se portasse a speculare sulla distanza tra uno stato e un altro. Sta a metà strada, in bilico a immaginare. Esprime una tensione verso altro, il cielo, l’assoluto, o un superamento, o una sorta di elevazione. Però c’è un rapporto continuo e profondo con il mondo e i suoi problemi socio-politici.