Loop Curvilinea
Un mondo sconosciuto ed estraneo dove un fotografo si considera un avventuriero dell’arte o un cavaliere antico e da Bartolo Chichi – Art & Photo Gallery trova il coraggio di esporre il suo sguardo allucinato e provocante.
Comunicato stampa
Testo di presentazione critico
Se guardiamo gli oggetti, la natura, l’architettura e tutto l’ambiente intorno a noi, non possiamo non renderci conto di far parte di un ciclo.
Nella logica dei diagrammi, il flusso, quando si ripete un’azione, provoca un ciclo, appunto LOOP, perché si rappresenta graficamente proprio come un anello di CUrvilinEA.
LOOP - CUrvilinEA è l’ennesima collettiva fotografica da Bartolo Chichi - Art & Photo Gallery in cui è possibile dispiegarci tra le forme disegnate dalla natura o dall’uomo.
Scatti equivalenti a riproduzioni di forme autonome che rimangono trasparenti o sono riempite di variazioni che possono permanere dopo che le altre hanno fatto la loro scelta. Forme autonome importanti sono analizzate da Denise Bonomo, Federica Busalacchi, Graziella Costanzo, Verdiana Maura Iacono, Adele Paci, Giacomo Petronella e Giovanni Totaro, inclinati ad uno spirito di piacere e ad una apparenza ingannevole. Il loro risultato è inevitabile, una proiezione nello spazio ciclico, somma o sottrazione della luce curvilinea dinamica o statica che accarezza le cose e l’aria.
L’attuale collettiva è un’occasione per incontrare l’attività di giovani e vivaci fotografi, percorrendo la mostra i 28 scatti assumono significati particolari, paradossi umoristici e immaginazioni attive, ci consentono di districarci tra le varie sezioni e campi.
Loop - curvilinea sfugge al controllo di qualsiasi diversione, trasformazioni in cui gli spazi circostanti ci dirigono su direzioni infinite, piani delineati, e successioni che si innalzano verso un’ambizione iperbolica.
La fotografia, come illusione di materia, qualunque sia il soggetto ispiratore, è identificata tra le forme di espressione del colore, della texture del materiale e delle superfici piatte.
Trovare delle linee in libertà significa liberarle dalle combinazioni reali e come un’alchimista di sogni, realizzare nuovi oggetti, abbandonare le associazioni convenzionali, liberarci dal rispetto delle abitudini e ricercare lo straordinario, oscillando tra due poli.
Le presenze e le assenze.
I pieni e i vuoti.
Il bianco e il nero.
Ecco a voi le linee illusorie, linee gioiose disposte in successione creano sedie in legno oblique e impagliate, scale che girano vorticosamente dall’alto verso il basso, allegre tegole una sull’altra che si intersecano su un tetto, sanpietrini che solcano il
suolo in curve intagliate a formare sentieri di terra.
Sculture sferiche si illuminano al sole indicando un confine di ombre disegnate, panni lineari stesi ad un filo che per sua natura tende a curvarsi verso il basso, porte di legno la cui linearità sembra essere stata rubata da un architetto capace di trasformarla in finestre riflettenti per un grattacielo.
Un testo poetico trovato tra gli appunti parigini di Man Ray del 1970, recita: “Che cos’è una bella foto? Io non so. Una linea, un triangolo, un volto, un uovo, sono tutti buoni come punto di partenza per un’avventura”.
Noi siamo partiti e poco importa se questa è la nostra avventura esaltante o magica, in realtà ci auguriamo possa essere anche la vostra, partecipando al vernissage o semplicemente buttando lo sguardo dentro un loop - curvilinea.
Maria Rita Chichi