Lorenzo Lazzari – Au milieu
La mostra presenta una selezione di lavori in cui l’osservazione della natura coincide con l’idea della scoperta.
Comunicato stampa
“Au milieu” è titolo della personale dell’artista toscano Lorenzo Lazzari che sarà
inaugurata presso la Limonaia de “Il Trillo”, in via Bergiola Vecchia 30 a Massa
(località Castagnetola), il prossimo 16 luglio alle 20.00, con un cocktail offerto dall'Azienda Agricola Bertazzoli.
La mostra, curata dalla Galleria Tornabuoni di Firenze e dal critico d’arte Sonia Zampini, presenta una selezione di lavori in cui l’osservazione della natura coincide con l’idea della scoperta.
Le immagini veicolano lo sguardo verso percorsi che descrivono profondità visive di traiettorie intime che creano un varco verso luoghi che non conosciamo ma di cui ne percepiamo l’entità. In questa attitudine che inclina all’invito i colori, a loro volta sfumati per affinità tonali, conducono lo sguardo verso quei luoghi non visibili, oltre ciò che si lascia osservare e di cui ne avvertiamo l’esistenza. In questo modo i quadri non descrivono semplicemente la natura ma, al contrario, l’artista ci permette di entrare nell’opera, nel recondito del lavoro stesso, attraverso l’allusione all’altrove, come condizione fisica e mentale.
Lo sguardo diventa allora parte dell’essenza della natura stessa, come nelle opere in cui si descrivono ad esempio i boschi, ma anche del suo movimento, inteso come forma, ben evidenziato nei quadri in cui viene descritto lo spostamento ondulatorio dei pesci in acqua.
La natura, in questo modo raccontata, si avvalora ulteriormente di un espediente estetico-narrativo che circoscrive all’interno del dipinto, come un quadro nel quadro, un particolare dell’immagine stessa, in cui la voce narrante prende corpo e introduce alla coralità del resto dell’opera. Questa visione frammentata descrive un particolare che definisce e interagisce con l’universale, quindi con la struttura semantica e formale dell’opera stessa.
L’immagine diventa il luogo della scoperta e, per questo, rende concreta la possibilità di ascoltarne la mobile precarietà della sua natura manifesta.