Lorenzo Mattotti – Sconfini

Informazioni Evento

Luogo
VILLA MANIN DI PASSARIANO
Piazza Manin 10, Codroipo, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

Dal martedì alla domenica:
dalle 10.00 alle 19.00
Lunedì chiuso
Chiuso il 25 dicembre

Aperture straordinarie
Lunedì 31 ottobre
Lunedì 26 dicembre
31 dicembre chiude alle 14
1 gennaio 2017 apre alle 14

Vernissage
28/10/2016

ore 13 su invito

Biglietti

Intero 10€ Ridotto 8€ Ridotto gruppi e scuole 5€

Artisti
Lorenzo Mattotti
Curatori
David Rosenberg
Uffici stampa
DDL STUDIO
Generi
arte contemporanea, personale

Circa 400 opere – tra quaderni, disegni, progetti per manifesti, illustrazioni, tavole originali, tele e filmati d’animazione – compongono il percorso espositivo della mostra.

Comunicato stampa

Dal 29 ottobre 2016 al 19 marzo 2017 Villa Manin di Passariano ospita una grande mostra dedicata a Lorenzo Mattotti, “Sconfini”, a cura di David Rosenberg e con la collaborazione di Giovanna Durì, organizzata dall’Ente Regionale Patrimonio Culturale del Friuli Venezia Giulia, in collaborazione con la Fondation Hélène & Édouard Leclerc e con la partecipazione della Fondazione CRUP.

Dopo il successo della prima tappa a Landerneau, sede della Fondazione in Bretagna, che l’ha resa la prima esposizione francese non parigina per afflusso di pubblico, la mostra arriva in Friuli Venezia Giulia, rivisitata appositamente dall’artista per la sede di Villa Manin e arricchita di ulteriori pezzi provenienti da importanti collezioni private.

Dopo le mostre estive, Lorenzo Mattotti “Sconfini” rappresenta il nuovo corso di Villa Manin, non più Azienda speciale ma parte dell’Ente Regionale Patrimonio Culturale del Friuli Venezia Giulia. Villa Manin si consolida quale baricentro dell’intero sistema culturale della regione, connotandosi sempre più come luogo di produzione artistica, per presentare tutti i linguaggi del contemporaneo e per ospitare prestigiose residenze nel settore delle arti performative e di quelle visive.

Pittore, illustratore, autore, viaggiatore, Lorenzo Mattotti (Brescia 1954) è un artista eclettico, difficile da classificare. Curioso esploratore e sperimentatore di tecniche differenti, fin dagli anni Settanta passa con agilità dagli albi a fumetti – tradotti in tutto il mondo – alle illustrazioni per i classici della letteratura, quali Pinocchio di Carlo Collodi e Padiglione sulle dune di Robert Louis Stevenson; dalla creazione di manifesti per importanti festival come Cannes, agli interventi per quotidiani e riviste internazionali – tra cui Le Monde, The New Yorker, Süddeutsche Zeitung, La Repubblica – oltre alle collaborazioni con numerosi artisti quali Lou Reed, Wong Kar-wai, Steven Soderbergh e Michelangelo Antonioni.

Circa 400 opere – tra quaderni, disegni, progetti per manifesti, illustrazioni, tavole originali, tele e filmati d’animazione – compongono il percorso espositivo della mostra, disegnando in diversi capitoli un grande viaggio introspettivo nel lavoro dell’artista, segnato dall’intensità dell’immaginario, dall’arte della composizione e dal potere espressivo del colore.

Mentre nello spazio della Fondazione Hélène & Édouard Leclerc, splendido volume industriale in antitesi con la dimora nobiliare settecentesca di Passariano, l’allestimento si basava su un rimando di sguardi in spazi semiaperti, a Villa Manin si sono imposte nuove esigenze espositive nella costruzione del percorso. Non si è voluto costringere il lavoro di Mattotti in un percorso obbligato e cronologico, ma si è scelto di seguire gli umori e i pensieri dell’artista, con un andamento casuale e allo stesso tempo contingente, per raccontare come la sua espressione d’artista venisse improvvisamente interrotta dal mestiere dell’illustratore, chiamato ad affrontare urgenti temi di cronaca.

Tempi diversi, con cadenze diverse, ritmano infatti l’esposizione attraverso le sale di Villa Manin. Diverse sono anche le tecniche che lui utilizza, dal pastello luminoso alla china graffiante, dall’acquerello brillante alla pittura lieve e velata, per arrivare a quella nera, forte e carica di energia. E anche i formati su cui lavora: da piccoli fogli – rimasti nascosti per anni – a grandi tele esposte da subito in importanti gallerie. Mattotti presenta qui i suoi mondi, fatti di amori, affetti, paure infantili e senili, angosce, catastrofi, frenesie cittadine e paesaggi mitici, fatti domestici e storie lontane in un incedere fluido e continuo, tra visioni e umori che cambiano.