Lorenzo Piemonti – Regesto cromatico
L’esposizione intende ripercorrere, in forma antologica e didattica, il percorso che ha portato Piemonti a maturare una disciplina pittorica incentrata sul rigore logico e matematico.
Comunicato stampa
La mostra che il MAC di Lissone dedica a Lorenzo Piemonti [Carate Brianza, 1935] raccoglie alcune delle opere più rappresentative dell’artista, dagli anni ‘70 fino ad oggi, assieme a un ricco e variegato corollario di progetti inediti, schizzi e studi su carta, opere grafiche, multipli ed edizioni in tiratura limitata, cataloghi, locandine e inviti di mostre, senza dimenticare i tanti ephemera provenienti dalla casa-studio dell’artista.
L’esposizione intende ripercorrere, in forma antologica e didattica, il percorso che ha portato Piemonti a maturare una disciplina pittorica incentrata sul rigore logico e matematico, permettendo ai fruitori di addentrarsi in modo inconsueto nella praxis dell’artista, ripercorrendo il concepimento dell’opera fino alla sua realizzazione. Le deduzioni (e dedizioni) percettive di Lorenzo Piemonti appartengono allo scibile del campo cromatico, sempre condiviso – in forma dialettica e diretta – con lo spettatore. Ogni modulazione, permutazione e relazione ritmica intende dimostrare un’interazione tra i colori primari e i suoi derivati, oppure per evidenziare i rapporti numerici e cromatici all’interno di un’articolazione ortogonale, e nel fare ciò l’artista raggiunge il massimo della sintesi per comunicarla con chiarezza e semplicità. Con la stessa intenzione, anche questa mostra si rivolge ai visitatori allo scopo di introdurli in mezzo secolo di sperimentazioni.
L’excursus pittorico di Piemonti si principia nel figurativo e si evolve verso un’arte concreta, che l’artista caratese matura durante un lungo soggiorno in Svizzera. La frequentazione con Max Bill gli permette di accostarsi a un’arte caratterizzata da elementi geometrici, linee ortogonali e colori primari. Dalla pittura esistenzialista degli inizi giunge quindi a un’arte essenziale che si prodiga nella costante reinvenzione delle leggi matematico-geometriche.
Il concetto della “variazione su uno stesso tema” si riscontra nei Multipli d’angolo degli anni Settanta (sagome in cartoncino fustellato che l’acquirente poteva comporre a proprio piacimento) che in mostra sono affiancati da dipinti coevi, da rivisitazioni in tessuto e dalle matrici che l’artista usava per la fustellatura. Particolare attenzione è riservata anche alle sculture, come ad esempio i Momenti tubolari, sulla cui superficie sono intagliati degli ovali a significare «un messaggio di apertura a tutto e a tutti», oppure le sculture basate sulla sezione aurea che sviluppano l’idea dalla Linea ’79. Di questo periodo sono esposte alcune maquette di ambienti espositivi mai realizzati, progetti e prototipi vari.
Orientato sempre più verso l’oggetto, alla metà degli anni Ottanta l’artista realizza i suoi primi Cromoplastici, rilievi caratterizzati da linee strutturate parallelamente. Seguono quindi le Accelerazioni del decennio successivo, in cui la stesura pittorica mette in evidenza le qualità e le sensibilità del colore. Tra gli esodi e gli esiti più recenti di Piemonti viene infine ricordato il suo importante ruolo di promotore del gruppo MADÌ, affiliazione che lo esorta ad accentuare il rapporto tra il supporto-sfondo e la sagoma-scultura in primo piano.