Lorenzo Taini – 2.0
La Galleria Monopoli è lieta di presentare Lorenzo Taini 2.0, una mostra personale del giovane artista milanese Lorenzo Taini.
Comunicato stampa
«Metti insieme due cose che insieme non sono mai state. E il mondo cambia.
Sul momento è possibile che la gente non se ne accorga,
ma non ha importanza.
Il mondo è cambiato lo stesso».
J. Barnes, Livelli di Vita
La Galleria Monopoli è lieta di presentare Lorenzo Taini 2.0, una mostra personale del giovane artista milanese Lorenzo Taini.
Alla sua seconda personale milanese, e dopo aver portato il suo progetto artistico in importanti musei nazionali come il Museo Piaggio di Pontedera, Palazzo Ducale di Genova, Palazzo delle Esposizioni di Torino e in Germania nel Braidenbach Studios di Heidelberg, Taini offre una nuova visione del suo lavoro in costante aggiornamento.
Nel corso della mostra, attraverso una lucida ed elegante riflessione, si ripercorrono le contaminazioni, ovvie ma mai banali, tra il vivere quotidiano e l’espressione artistica. Come scrive lo stesso Taini: “vorrei che questa personale fosse una piccola occasione per riflettere sulla permeabilità dei ruoli che la vita ci impone. Credevo, in principio, che il lavoro di cui vivo, l’insegnamento, togliesse tempo all’arte, quando ho capito quanta arte si poteva fare con ciò che scoprivo insegnando.”
È nel fare, infatti, che troviamo nuove possibilità; è attraverso l’agire che si conquistano nuovi spunti di creazione, come appare evidente in uno dei lavori in mostra: la sospensione ripetuta delle gomme da cancellare. Scampoli di vita raccolti nella scuola dove l’artista lavora, sospesi e immersi in una luce nuova. Grazie all’alienazione dal contesto, l’oggetto di uso quotidiano si rivela in una consistenza affatto nuova. Separandoci dagli schemi di ovvietà, in cui siamo immersi, ci costringe a riflettere sul sedimento quotidiano di noi stessi che lasciamo sulle cose,
anche su quelle più umili e banali.
Come ricordava Accame , Lorenzo ci dimostra che il senso può essere risolto dall’intelligenza di uno sguardo.
In un secondo momento, questa contaminazione tra ambiti diversi ci aiuta a sfatare il mito dell’artista, chiuso nella sua torre d’avorio, che vive d’arte e di autoreferenzialità. Proprio come, osservando l’armoniosa ripetizione delle forme sospese e il loro intrecciarsi d’ombre, ricordiamo che per parlare di arte sono imprescindibili l’equilibrio compositivo e il labor limae.
Saper fare d’artista ed equilibrio che si ritrovano anche, e soprattutto, nelle tele di Lorenzo Taini. Ed ecco tornare la ripetizione, chiave di volta delle creazioni naturali e dell’esistenza umana, movimento che rievoca il respiro, il suo flusso continuo e vivificante.
Moto di continuo ritorno, dunque, come forma di meditazione estetica che garantisce un equilibrio, all’artista, quando crea, al fruitore, quando osserva.
La stessa forma di ecologia della mente, ironicamente definita come “Punizione”, la ritroviamo nelle carte, fatte di segni e movimenti ripetuti, come in un moderno mandala occidentale, che si prefigge l’obiettivo di sopravvivere al cambiamento della propria identità. Punizioni, infine, proprio come quelle assegnate in una scuola che non esiste più, ma che qui, escono dagli schemi della coercizione dell’autorità, per trasformarsi in volontario movimento di catarsi della vita quotidiana.
Una mostra, per concludere, che come scrive Grazia Varisco nel testo in catalogo, sorprende per sorprendere, diverte per divertire, diverge dalla normalità con invenzioni che sollecitano la mente e allontanano il sopore di tanti stereotipi.