Loris Cecchini – Waterbones
Come cellule, componenti molecolari, ma anche come diagrammi tridimensionali, i moduli di acciaio lucido che compongono l’istallazione di Loris Cecchini agiscono nello spazio di Edicola Notte dando luogo ad una sorta di membrana interstiziale.
Comunicato stampa
Loris Cecchini
Waterbones (sponge), 2014
Come cellule, componenti molecolari, ma anche come diagrammi tridimensionali, i moduli di acciaio lucido che compongono l’istallazione di Loris Cecchini agiscono nello spazio di Edicola Notte dando luogo ad una sorta di membrana interstiziale, una metafora sulla densità individuata tra le pareti / diaframma dello spazio romano.
Il singolo elemento è generativo per l’intera istallazione, si ripete incastrandosi negli altri contigui e fa crescere la scultura come una forma biomorfa che sembra essere sempre in evoluzione ed estensione, adattandosi all’architettura e allo stesso tempo rendendosi completamente indipentente da essa, come un virus, una pianta rampicante o una struttura frattale. La metafora biologica è praticata tramite la scultura: disegnando una matrice iniziale tridimensionale, una sorta di seme generativo dal carattere minimale e dall’espansione progressiva, l’intera istallazione assume una differente libertà morfologica danzando nello spazio di Edicola Notte in una continua riconfigurazione poetica.
Waterbones (sponge) nel suo carattere algido, quasi a sottrarne ogni captazione estetica, agisce sulle capacità associative e, avvicinandosi a memorie tratte dall’esperienza di ciascuno, induce un avvicinamento, un’identificazione, a qualcosa di “reale” e già percepito o che comunque, fa parte della conoscenza e della coscienza sensibile di chi osserva.