L’Ospite Bolognese – l’Annunciazione di Ludovico Carracci

Informazioni Evento

Luogo
MUSEO DI CAPODIMONTE
Via Di Miano 2, Napoli, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al
Artisti
Annibale Carracci
Generi
arte antica

Il Museo e Real Bosco di Capodimonte presenta ‘L’ospite bolognese. Ludovico Carracci (1555-1619)’ con la Annunciazione (1584, olio su tela, 182,5 x 221) in prestito dalla Pinacoteca Nazionale di Bologna.

Comunicato stampa

Il 25 marzo, giorno nel quale la Chiesa Cattolica celebra l'Annunciazione del Signore, il Museo e Real Bosco di Capodimonte presenta 'L’ospite bolognese. Ludovico Carracci (1555-1619)’ con la Annunciazione (1584, olio su tela, 182,5 x 221) in prestito dalla Pinacoteca Nazionale di Bologna fino al 15 giugno.

“Dopo Rubens e Baglione ecco il terzo atteso ospite del mese di marzo che arricchisce ancora di più l'offerta della Primavera dell’arte a Capodimonte: Ludovico Carracci, al quale dedichiamo la sala 6 - spiega Eike Schmidt, Direttore del Museo e Real Bosco - I visitatori troveranno la sua celebre Annunciazione in dialogo con due opere di Capodimonte, dello stesso periodo e sul medesimo fondamentale tema iconografico, una di Scipione Pulzone e l’altra di Francesco Curia. Una gradita formula quella dell'Ospite che testimonia il costante dialogo con importanti istituzioni italiane e internazionali e che ben si adatta, in concomitanza dei lavori nella Reggia, all'esigenza di mostre agili, coinvolgenti, e confronti pensati per esaltare il nostro patrimonio”

Nell'opera 'ospite', in visita da Bologna, la Vergine intenta a leggere un libro di preghiere, è interrotta da un angelo che le porge un giglio e le annuncia che Dio si è incarnato in lei. L’inginocchiatoio in legno, la cesta di vimini con il cucito e il letto sulla destra, così come le linee del pavimento in cotto che segnano la fuga prospettica, alludono a un evento miracoloso che avviene in un ambiente scarno, simile a un’umile dimora della Bologna del tempo. Le torri cittadine si intravedono anche attraverso la finestra aperta da cui irrompe la colomba dello Spirito Santo. È con un preciso intento didattico e in piena sintonia con i dettami del Concilio di Trento (1545-1563), la risposta cattolica alle nuove dottrine luterana e calvinista, che Ludovico Carracci ideò questa pala orizzontale, originariamente collocata nella sede di una compagnia religiosa e non in una chiesa. Dopo i seducenti virtuosismi del Manierismo, Ludovico interpreta il tema in maniera piana e devota, facilmente intellegibile, come a voler facilitare l’immedesimazione del fedele spettatore

L'opera di Scipione Pulzone (Gaeta, 1550 ca. – Roma, 1598) proposta in sala 6 (primo piano) è datata 1587 (olio su tela, da Gaeta chiesa di Sant’Angelo in Planciano) e firmata sul cartiglio collocato nella parte bassa dell’inginocchiatoio. Raffigura la Vergine che, interrotta durante la lettura, ascolta il messaggio dell’Arcangelo e accetta ciò che il Signore, circondato da angeli, ha in serbo per lei. La stanza semplice, dove vi sono una sedia di vimini e gli strumenti da cucito, si affaccia su un panorama che ricorda quello del golfo di Gaeta. Attraverso questi espedienti, il pittore avvicina l’episodio sacro alla vita quotidiana dello spettatore.

Francesco Curia (documentato dal 1588 – Napoli, 1608) dipinse la sua Annunciazione nel 1596-1597 (olio su tavola provenienza Napoli, chiesa di Santa Maria di Monteoliveto). Il dipinto mostra lo stile peculiare dell’autore, che ambienta l’episodio sacro nell’elegante portico di una strada di città. I colori vivaci delle vesti e la raffinata resa dei dettagli, come le preziose venature del marmo o il broccato che copre il leggio, suggeriscono un contatto diretto con artisti fiamminghi, che Curia poteva aver conosciuto a Napoli e nel corso dei suoi numerosi viaggi.

L'Iconografia - L’Annunciazione, narrata nel Vangelo di Luca (1:26 – 38), è uno dei temi principali della Cristianità. Tra i soggetti più rappresentati nell’arte, il suo nucleo è l’incontro tra l’arcangelo Gabriele – che spesso stringe nella mano un giglio simbolo di purezza – e la Vergine Maria; la colomba dello Spirito Santo scende su di lei attraverso un fascio di luce. La colomba è talvolta sostituita o affiancata da Dio Padre. Nell’iconografia dell’Annunciazione il sentimento dei protagonisti è cruciale: l’arrivo dell’angelo nei dipinti del primo Cinquecento insisteva sull’imprevisto, la Vergine intimorita si ritraeva; alla metà del secolo, anche la casa della Vergine si arricchiva di arredi intagliati ed elementi preziosi; con l’avvento della controriforma, infine, si ebbe una semplificazione e l’interno in cui la Vergine è intenta in attività donnesche torna dimesso, mentre l’atteggiamento della protagonista si fa remissivo.

La festa liturgica è fissata da San Bernardo di Chiaravalle nove mesi prima di Natale e poco dopo l’inizio della Primavera; il risveglio della natura si accorda perfettamente al nuovo ciclo rappresentato dall’Incarnazione.

Ludovico Carracci - Pittore (Bologna 1555 - ivi 1619), cugino di Agostino e di Annibale con i quali lavorò come frescante. Trasse ispirazione da diversi maestri, ma soprattutto Correggio, Parmigianino e Tintoretto ne influenzarono lo stile. L’Annunciazione (Pinacoteca di Bologna, 1585) e la Madonna Bargellini (ivi, 1588) sono tra le sue opere più celebri precedenti al viaggio a Roma (1592) che ne segnò la svolta verso il classicismo. A questo momento cruciale appartiene il Rinaldo e Armida della collezione Farnese di Capodimonte (1593), prima che il pittore, meno rappresentato nelle collezioni del museo rispetto ai cugini, rientrasse a Bologna e ne dominasse la scena artistica cittadina. Nella sua bottega, primo nucleo dell’Accademia dei Desiderosi, si formarono artisti sommi come Domenichino e Guido Reni.