Lost in density

Informazioni Evento

Luogo
CANDY SNAKE GALLERY
Via Luigi Porro Lambertenghi 6 (piano interrato), Milano, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al
Vernissage
12/12/2024

ore 19

Generi
arte contemporanea, collettiva

Mostra collettiva.

Comunicato stampa

LOST IN DENSITY

Elen Bezhen, Agostino Rocco, Simone Stuto, Gloria Tomasini

 

Candy Snake Gallery presenta Lost in Density, mostra collettiva che riunisce opere di quattro artisti dalle ricerche differenti, spaziando dalla pittura ritrattistica ad immaginarie forme organiche, ma accomunate dalla densità dei dettagli rappresentati. Osservando le opere si viene rapiti dalla preziosità della materia pittorica e scultorea, ottenuta grazie a pazienti stratificazioni, e dalla laboriosa meticolosità con cui le forme sono rifinite nei più piccoli particolari.

 

Elen Bezhen è nata nel 1996 nel Caucaso, vive e lavora a Grenoble, Francia.

Bezhen lavora all’intersezione tra il concetto di Nuovo Medievalismo e le idee ecofemministe. Nelle sue opere affronta spesso temi legati al rapporto tra uomo e natura, concentrandosi in particolare sull’immagine femminile. Nel suo lavoro, Elen Bezhen ci riporta spesso all’estetica del primo Rinascimento e del Medioevo. Il suo stile è posizionato in modo unico all’intersezione delle epoche, fondendo motivi medievali con l’arte contemporanea.

Tra le mostre principali, ha esposto presso: Gallery Xavier Jouvin (Grenoble, Francia), Gwendoline (Grenoble, Francia), Arcadia Contemporary (New York, USA), Centre d’art Bastille (Grenoble, Francia), Ancien Musee de Penture (Grenoble, Francia), Château de Sassenage (Sassenage, Francia), МАММ (Moscow, Russia), Gallery Peresvetov Pereulok (Moscow, Russia), Gallery Bogorodskoe (Moscow, Russia), Gallery All-artist (Moscow, Russia).

 

Agostino Rocco è nato nel 1971 a Padova, vive e lavora tra Padova e Milano.

Alla base dei volti della serie “fashionable/questionable” vi è un corto circuito tra l’ossessione dell’artista per la ritrattistica rinascimentale di misure contenute con la sua quota di astrazione e le immagini di moda con i loro volumi netti e il taglio luministico che è e vuole essere fotografico. Pennellata invisibile se non al tatto e volti belli e imperfetti, sottilmente incongrui nelle proporzioni. Ogni colore di pelle, età ed emozione. Sono ritratti immaginari di inesistenti pur nella precisione del dettaglio e nella ricerca di una grana di pelle iperrealista tesa su soggetti irreali.

Tra le mostre principali, ha esposto presso: Von Burer Contemporary (Roma), Barbara Paci Art Gallery (Pietrasanta), Musée d’Art et d’Istoire de Saint-Cloud (Paris), Istituito italiano di cultura di Amsterdam, Rotary club (Moucron, Belgium), Villa Orlando (Torre del Lago).

 

Simone Stuto è nato nel 1991 a Caltanissetta, vive e lavora a Torino.

Il lavoro di Stuto si pone come un viaggio simbolico nella dualità insita nella natura umana, che si traduce in un dialogo continuo e incessante tra luce e ombra, tra maschile e femminile, tra divino e umano e tra inizio e fine. In questo contesto, l'alchimia diventa metafora di trasformazione, un processo di continua combinazione e decomposizione che porta alla nascita di una nuova realtà che si traduce in una presa di coscienza, in grado di divenire un’opportunità salvifica che ponga fine a questa dualità lacerante. Un ritorno mistico all’Uno, attraversando tutte le sue emanazioni. Eone dopo Eone.

Tra le mostre principali, ha esposto presso: Riccardo Costantini Contemporary (Torino), Curva Pura (Roma), Manuel Zoia Gallery (Milano), Chiesa di San Domenico (Palermo), Eremo di Santa Rosalia in collaborazione con Fondazione Orestiadi di Gibellina (S. Stefano di Quisquina, Agrigento), Sacro Monte di Orta, Cappella Nuova (Orta San Giulio, Novara), ZAC – Zisa Zona Arti Contemporanee (Palermo), Operativa Arte Contemporanea (Roma), Orto Botanico (Palermo), CARS (Omegna).

 

Gloria Tomasini è nata a Lugano nel 1999, vive e lavora tra Lugano e Zurigo.

Le opere di Tomasini sono connotate da una grande densità di dettagli, risultato di un processo creativo che unisce la manualità ad un approccio meditativo che permette all’artista di distaccarsi dalla realtà ed entrare nel suo mondo interiore, in un tempo sospeso dalla connotazione magica. Le sculture presentano agglomerati di forme che rimandano al mondo vegetale o minerale, dando vita a castelli fantastici che sembrano cesellati in materiale organico e prezioso, tra il corallino e il floreale.

Tra le mostre principali, ha esposto presso: Ballabiott Museum (Lugano), Palazzo Parasi (Cannobio), Frankfurter Westend Galerie (Francoforte), Galleria Lorenzelli (Milano), Langstrassekultur (Zurigo).