Lost in Venice disguidi veneziani
La Bevilacqua la Masa è lieta di ospitare, negli spazi della Galleria di San Marco, la mostra Lost in Venice, disguidi veneziani, pensata dagli studenti della Magistrale di Arti Visive dell’Università Iuav di Venezia a conclusione del percorso didattico dei Laboratori tenuti da Angela Vettese e Marco Bertozzi.
Comunicato stampa
La Bevilacqua la Masa è lieta di ospitare, negli spazi della Galleria di San Marco, la mostra Lost in Venice, disguidi veneziani, pensata dagli studenti della Magistrale di Arti Visive dell'Università Iuav di Venezia a conclusione del percorso didattico dei Laboratori tenuti da Angela Vettese e Marco Bertozzi.
Cosa visita il turista contemporaneo a Venezia? Se si sfoglia una delle guide pubblicate tra il Sette e Ottocento e la si confronta con le pubblicazioni turistiche del ventesimo e ventunesimo secolo, ciò che salta agli occhi è la sovrapponibilità dei sightseeings: Palazzo Ducale e la Basilica, Rialto e le Mercerie, la passeggiata acquea sul Canal Grande, la pittura rinascimentale e un caffè in piazza San Marco. Sono sostanzialmente queste le mete di una città che non ha mai dovuto faticare molto per attrarre visitatori.
Questi itinerari prestabiliti, di una Venice resa ormai mitica dalle immagini e dalle fedeli riproduzioni che si possono ritrovare in ogni parte del mondo, non possono raccontare o suggerire la storia e le possibilità che si celano dietro le quinte, in quei luoghi che per molti rappresentano la vera Venezia. Per chi non vi abita, la città lagunare risulta un labirinto di calli, rii e fondamenta, in cui è facile perdersi e perdersi è forse il più bel piacere che a Venezia uno possa prendersi (Diego Valeri).
É proprio su questa base, sulla ricerca di derive e detour dalle strade più battute, che si sono impostati i lavori degli studenti: sguardi nuovi per interpretare la Venezia di oggi, suggerendo pratiche per perdersi in città, per uscire dalle rotte ordinarie, per scegliere di disobbedire, esplorando con lentezza un tessuto urbano problematico, ma irripetibile e carismatico.
Itinerari che spaziano dalla storia dei bombardamenti in città all'ironia di un gioco pseudo romantico e alle peripezie del leone di San Marco, storie di omosessualità, di panni stesi, di divismo e di vita dei cani cittadini.
La mostra Lost in Venice, disguidi veneziani si inserisce all'interno di un programma sull'identità e sull'immagine di Venezia, che ha contraddistinto un'ampia parte delle attività di Bevilacqua La Masa negli ultimi anni. Meritano di essere ricordati, tra gli altri, gli interventi artistici degli architetti Yona Friedman (2005) e Marjetica Potrč (2010), che hanno immaginato ipotetici sviluppi per la Venezia del futuro, quello di Wolfagang Scheppe (2009), che ha approfondito l’impatto della migrazione sul tessuto urbano, quello di Lucy e Jorge Orta (2005), che hanno esposto in Galleria un dispositivo per rendere potabile l’acqua del Canal Grande, quello del fotografo Axel Hütte (2014), che ha ritratto gli interni delle chiese e dei palazzi veneziani, quello dell'illustratore Lorenzo Mattotti (2009), con i suoi sguardi inediti sulla città, e ancora, la mostra fotografica dedicata al manicomio di San Servolo (2009) e quella realizzata per rendere omaggio all’archivio fotografico di Italo Zannier (2010), volte a rievocare una memoria collettiva della città, le mostre che hanno presentato i lavori artistici realizzati con il vetro, materiale veneziano per eccellenza, o financo presentato la storia e le immagini del Calcio a Venezia (2008).