Louise Hervé & Chloé Maillet

Informazioni Evento

Luogo
CASTELLO SFORZESCO
Piazza Castello , Milano, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Il
Vernissage
09/06/2011

ore 19.30

Artisti
Chloé Maillet, Louise Hervé
Curatori
Luca Cerizza
Generi
performance - happening

Louise Hervé & Chloé Maillet, che presenteranno, presso la Sala Pilastri del Castello Sforzesco di Milano, una conferenza/performance dal titolo La preuve par les larmes / La prova delle lacrime.

Comunicato stampa

Il Centre culturel français de Milan

presenta

Scène Ouverte

Jochen Dehn, Élodie Seguin, Louise Hervé & Chloé Maillet

a cura di Luca Cerizza

quinto e ultimo appuntamento del progetto d’arte contemporanea

Una certa idea della Francia

giovedì 26 maggio ore 19.00: Élodie Seguin, debout derrière

Centre culturel français, Milano

fino al 30 giugno

Giovedì 26 maggio alle ore 19 presso il Centre culturel français di Milano inaugura la prima mostra in Italia di Élodie Seguin (1984), dal titolo debout derrière.

L’esposizione rientra nel più ampio progetto intitolato Scène Ouverte, uno spettacolo in tre tempi a cura di Luca Cerizza, curatore e critico d'arte, composto da tre interventi inediti di altrettanti artisti francesi: iniziato il 19 maggio con la performance di Jochen Dehn (1968), prosegue ora con Élodie Seguin per poi concludersi, il 9 giugno, con il duo Chloé Maillet & Louise Hervé (1981).

Scène Ouverte costituisce il quinto e ultimo appuntamento del ciclo espositivo Una certa idea della Francia, ideato e promosso dal direttore Olivier Descotes per indagare lo sguardo dei curatori italiani sul panorama artistico francese delle ultime due generazioni.

Il lavoro di Élodie Seguin dilata i confini della pittura e della scultura e l’identità stessa della loro forma. Lo spazio architettonico in cui si trova a operare è il vero punto di partenza per un’indagine che applica un atteggiamento processuale a un linguaggio formalista.

Per Scène Ouverte Seguin presenta due interventi site-specific in due spazi interni al Centre culturel français. In entrambi l’artista dialoga con l’Ultima Cena, il capolavoro di Leonardo da Vinci che dista solo un centinaio di metri dall’istituto francese. Per la galleria del Centre Seguin ha progettato un’installazione che considera le possibilità prospettiche, illusorie e “teatrali” di quel contenitore spaziale, utilizzando legno, cartone, moquette e le proprietà/funzioni stesse dell’architettura.

In una sala di lettura della biblioteca, invece, Seguin esegue una pittura su muro che gioca sulla costruzione di un doppio punto di vista legato alla posizione dello spettatore/lettore, creando ancora una volta la possibilità di una doppia prospettiva.

Dialogando con diversi contesti architettonici e culturali, i tre artisti coinvolti in Scène Ouverte presentano situazioni performative di varia natura, utilizzando spazi interni ed esterni del Centre culturel français come palcoscenici momentanei.

Concepiti appositamente per l’occasione, gli interventi proposti dagli artisti mettono in discussione i confini geografici e culturali dell’istituzione e i limiti temporali del formato espositivo, attraverso un’articolata messa in scena. Seppur di carattere diverso, i tre progetti hanno in comune la volontà di interrogare le possibilità e i limiti di ciò che può essere percepito e creduto. Scène Ouverte propone dunque una riflessione sulle possibilità e le responsabilità del nostro ruolo di spettatori, e di conseguenza di cittadini, nel panorama sociale, politico e culturale odierno.

Giovedì 9 giugno sarà la volta di Louise Hervé & Chloé Maillet, che presenteranno, presso la Sala Pilastri del Castello Sforzesco di Milano, una conferenza/performance dal titolo La preuve par les larmes / La prova delle lacrime.

La mostra è accompagnata da un catalogo, edito da Kaleidoscope, con testi di Luca Cerizza e Chris Sharp e con apparati fotografici a colori. Al termine dell’intero ciclo espositivo sarà pubblicato un catalogo generale con un video di Anton Giulio Onofri.

Iniziato a gennaio 2010 con la mostra di Raphaël Zarka, curata da Marcello Smarrelli, il ciclo Una certa idea della Francia è proseguito con la personale di Guillaume Leblon, curata da Alessandro Rabottini, con la collettiva Scavi, curata da Simone Menegoi e con la personale di Aurélien Froment, curata da Andrea Viliani. Il titolo della rassegna vuole indicare quale sia l’idea che i nostri critici si sono fatti dell’arte contemporanea in Francia. Un’occasione per approfondire il dialogo ininterrotto e la reciproca conoscenza fra i due Paesi. Gli artisti sono stati scelti dai curatori, mentre i curatori sono stati individuati da Olivier Descotes in base alla loro attività nella promozione dell'arte emergente internazionale.

Élodie Seguin, nata nel 1984, diplomata all'Ècole des Beaux-Arts di Parigi, vive a Parigi. Il suo lavoro ha un carattere processuale che vuole interrogare l’identità stessa dei linguaggi con cui si confronta, principalmente scultura e pittura. A partire da un dato contesto spaziale e architettonico, Seguin definisce forme scultoree e installazioni dal linguaggio geometrico e analitico, usando materiali come cartone e carta. Se, da una parte, queste sottolineano qualità e funzioni dello spazio, dall’altra aspirano a mantenere un carattere di provvisorietà e leggerezza, sottolineando la loro indefinita temporalità.