Louise Nevelson – Collages e Sculture
Louise Nevelson (pseudonimo di Leah Berliawsky) è stata una delle più importanti scultrici del XX
secolo: fece dell’arte dell’assemblaggio il suo punto di forza, rendendo indistinti i confini esistenti
tra scultura, pittura, collage e lavorazione del legno.
Comunicato stampa
“Il mio lavoro è delicato; può sembrare vigoroso, ma è delicato. La vera forma è delicata. In esso
c’è tutta la mia vita, e tutta la mia vita è femminile.”
Louise Nevelson (pseudonimo di Leah Berliawsky) è stata una delle più importanti scultrici del XX
secolo: fece dell’arte dell’assemblaggio il suo punto di forza, rendendo indistinti i confini esistenti
tra scultura, pittura, collage e lavorazione del legno.
Louise Nevelson nasce a Pereiaslav, vicino Kiev, in Ucraina, nel 1899. Emigra con la sua famiglia negli
Stati Uniti nel 1905, stabilendosi nel Maine. Nel 1920 si trasferì a New York, dove studiò recitazione
e in seguito si iscrisse alla Art Students League. Durante i primi anni '30, la Nevelson viaggiò
attraverso l'Europa e frequentò la scuola di Hans Hofmann a Monaco, tornando a New York nel 1932
dove studiò ancora una volta con Hofmann. Ha partecipato a diverse mostre collettive negli anni '30
e la sua prima mostra personale si svolse alla Nierendorf Gallery a New York nel 1941. Nei primi anni
Cinquanta viaggiò in Guatemala e in Messico per studiare l’eredità delle culture precolombiane,
esperienza che influenzò profondamente la sua pratica artistica.
Nelle sue prime sculture monocromatiche nere la Nevelson mostra un interesse per l'ombra e lo
spazio, introducendo un linguaggio visivo che caratterizzò gran parte del suo lavoro dalla metà degli
anni cinquanta in poi. Incastonando casse impilate con pezzi di legno e con materiali di scarto,
nascevano architetture astratte e monumentali, e al tempo stesso illusorie: la terza dimensione di
profondità è poco più profonda di un quadro. Infatti, la Nevelson è l’artista che più di ogni altro
elimina il confine tra pittura e scultura
Assemblando oggetti di scarto, Louise Nevelson riusciva a ridare vita ai più disparati materiali, che
perdevano ogni relazione con la funzione originaria: dipingeva i singoli elementi di nero prima di
disporli in una struttura, in modo tale che nessun elemento potesse rivelare la sua forma originale.
L’assenza di colore e la qualità dell’assorbimento della luce impongono allo spettatore una visione
totalizzante ed immersiva per poter scoprire tutti gli elementi che compongono l’immagine.
Nell’arte della Nevelson è possibile rintracciare influenze derivanti dal Cubismo, dal Costruttivismo
e dall’Espressionismo Astratto, a cui ha attinto senza timore reverenziale, ma con il solo scopo di
trovare ciò che rispondesse alle sue esigenze espressive.
Louise Nevelson è riuscita a trasformare il paradigma tradizionale del focolare femminile e della
sfera intima in totalizzante libertà creativa e poetica.
Precorrendo i tempi, ha avuto un approccio ecologico alla realizzazione delle sue opere: i materiali
di scarto della casa venivano elevati a dignità artistica, riciclandoli in sculture e collages.
Oggi, Louise Nevelson viene riconosciuta come la precorritrice di molte artiste femministe il cui
lavoro rimette in uso oggetti domestici recuperati. Secondo lei la donna, poiché esclusa dalla storia,
ha conservato il rapporto magico tra essere primitivo e natura.
In occasione del 60esimo anniversario della sua esposizione nel padiglione americano della 31°
Biennale di Venezia nel 1962, la Nevelson è stata una delle 213 artiste e artisti della 59° Esposizione
Internazionale d’Arte della Biennale di Venezia, Il latte dei sogni, a cura di Cecilia Alemani, oltre ad
avere una personale dedicata, Louise Nevelson. Persistence, organizzata dalla Louise Nevelson
Foundation presso le sale delle Procuratie Vecchie di Piazza San Marco, quale Evento Collaterale
ufficiale della Biennale di Venezia.
Oggi il lavoro di Louise Nevelson si trova nelle collezioni di tutti i maggiori musei americani, tra cui
il Metropolitan Museum of Art di New York, Il Museum of Modern Art di New York; la National
Gallery of Art di Washington, D.C., il Los Angeles County Museum of Art e il San Francisco Museum
of Modern Art. Le sue opere sono inoltre presenti in collezioni museali europee, incluse quelle
della Tate di Londra, della Galleria Civica d'Arte Moderna e Contemporanea di Torino, del
Louisiana Museum of Modern Art di Humlebæk in Danimarca, del Moderna Museet di Stoccolma,
e di numerose altre istituzioni internazionali