Mostra collettiva.
Comunicato stampa
Una quantità innominabile di stimoli hanno trasformato il paesaggio globale sino a renderlo saturo, impossibile, impraticabile, come di fronte o dentro un enorme massa/blob, impotenti abbiamo disattivato l’universalismo delle singolarità, riducendo e rinunciando alla sensibilità individuale, la sua disposizione all’indipendenza pedagogica e alla costruzione di criticità.
Azzerando le capacita’ prospettiche dell’umanesimo e dell’illuminismo cosi’ come l’eredita del socialismo, Il mondo impoverito s’avvia ad essere esperito per esecuzioni, automatismi, burocrazie, protocolli narrativi, norme, economie, sintesi, ruoli, abitudini, funzioni, regole plasmate secondo le esigenze del modello neoliberista il cui tramonto come ricorda Mark Fisher rimane nell’impensabile. E il paesaggio, la sua impressione, la sua esperienza, la sua ruvidità, forse ritornano ad essere il luogo antico del divenire in uno scontro e confronto fra esperienza ed espressione.