Luca Bertolo – Se non qui dove
In occasione della 14esima edizione del Festival letterario “L’Isola delle Storie” di Gavoi, il Museo MAN è lieto di presentare la mostra di Luca Bertolo, Se non qui dove.
Comunicato stampa
In occasione della 14esima edizione del Festival letterario "L'Isola delle Storie” di Gavoi, il Museo MAN è lieto di presentare la mostra di Luca Bertolo, Se non qui dove.
Dopo i progetti di Alessandro Pessoli, Jennifer West e Jakub Julian Ziolkowski, quello di Luca Bertolo è il quarto appuntamento di un ciclo annuale di mostre personali teso a riflettere sui molteplici utilizzi e sulla possibile attualità della pittura, un medium da sempre dibattuto, andato incontro a costanti messe in discussione e a radicali trasformazioni, che negli ultimi anni ha riconquistato significativi spazi di indagine e visibilità all’interno del sistema dell’arte internazionale.
Le opere di Luca Bertolo mettono in atto un’attenta riflessione sui modi della rappresentazione. La sua ricerca muove da un elaborato approccio speculativo, rivelando allo stesso tempo un’attenzione per i materiali pittorici e un interesse specifico per la dimensione e i linguaggi del figurativo. L’incontro di due mondi apparentemente distanti che, nella visione portata avanti dall’artista, trovano ricorrenti punti di contatto.
Fulcro della mostra di Gavoi sono i tre quadri che occupano il centro delle prime tre sale del percorso espositivo, sostenuti da tradizionali cavalletti per la pittura. Realizzati tra il 2014 e il 2016, questi dipinti rompono il meccanismo simbolico della rappresentazione classica, raffigurando sul fronte ciò che solitamente si trova nel retro, vale a dire il telaio, il risvolto della tela fissato al legno del quadro. Memori di una precisa tradizione pittorica che affonda le proprie radici nel Rinascimento italiano, nel genere del trompe-l’oeil e nella pittura fiamminga seicentesca di autori come Gijsbrechts – il primo a rappresentare il verso di un dipinto - e naturalmente nella speculazione teorica delle avanguardie storiche, i lavori di Bertolo interrogano sullo statuto del quadro in quanto oggetto e dispositivofigurativo, e sulle molteplici e allo stesso tempo limitate funzioni della pittura, in una dimensione spazio-temporale sospesa.
Il percorso trova sviluppo nei tre Signs (che in inglese ha il doppio significato di segno e cartello) presentati nella quarta e ultima sala della mostra, una serie di lavori in cui i codici linguistici della pittura si sovrappongono ai meccanismi comunicativi dello spazio pubblico e nello specifico della cartellonistica. Un semplice bastone può trasformare la tela in un nuovo codice visivo, un “segnale” la cui definizione richiederebbe immediatezza e chiarezza, mentre ciò che in questo caso si offre alla visione, una superficie dipinta, stimola piuttosto l’arbitrato e la contemplazione. Riflettendo sulla differenza tra codifica e decodifica, tra criteri di rappresentazione e comunicazione, l’artista rivela come tra l’immediatezza del segno e la paziente composizione pittorica si possano individuare stimolanti vie mediane cariche di forza espressiva.
Completa la mostra il lavoro Preghiera esistenzialista (2011), un semplice sonoro che riproduce alcuni brani tratti dal celebre documentario High School di Frederick Wiseman (USA, 1968), in cui il ritmo e l’alternanza delle voci tra oratore e assemblea, tipici della preghiera nella tradizione cattolica, sono utilizzati nel contesto di una lezione scolastica, ribaltando in questo modo i codici della comunicazione, in una dimensione sospesa tra sacro e profano.
Luca Bertolo (Milano, 1968) si è laureato in Scienze dell’Informazione all’Università Statale di Milano e diplomato in pittura all’Accademia di Belle Arti di Brera. Ha vissuto a San Paolo, Londra, Berlino e Vienna. Dal 2006 abita in un paese sulle Alpi Apuane. Ha partecipato a mostre in spazi pubblici e privati, tra i quali GAM, Torino; GNAM, Roma; Kettle’s Yard, Cambridge; Centro Luigi Pecci, Prato; MACRO, Roma; Galleria Comunale di Monfalcone; Palazzo delle Papesse, Siena; Nomas Foundation, Roma; SpazioA, Pistoia; Arcade, Londra; Fondazione Prada, Milano; 176 / Zabludowicz Collection, Londra; uqbar, Berlino; Galerie Tatjana Pieters, Gent; The Goma, Madrid; Marc Foxx, Los Angeles. Suoi articoli sono apparsi su Flash Art, Il Giornale dell’arte, Exibart, Artribune, Warburghiana, Doppiozero. Attualmente insegna pittura all’Accademia di Belle Arti di Bologna.