Luca Campigotto – Atlante Sentimentale
Mostra personale del fotografo Luca Campigotto.
Comunicato stampa
Pescando da un archivio ormai vastissimo di viaggi, immagini e ricordi,
questa mostra, allestita nello spazio suggestivo di Borgo delle Colonne,
nasce dall’idea di unire un percorso idealmente antologico dei miei progetti
con il piacere di inserire alcune immagini inedite.
Fin dall’inizio, il mio lavoro fotografico è legato al mito del viaggio,
dell’andare a vedere quel che è lontano, diverso, capace di trasportarmi in
un’altra epoca. Partendo dai fumetti di Corto Maltese e dal cinema
d’avventura, per approdare alla letteratura di viaggio nell’epoca delle
grandi scoperte geografiche oggetto dei miei studi universitari di Storia,
con l’andare del tempo mi sono inconsapevolmente persuaso che
l’autentica “missione” della mia vita sia proprio quella di andare a vedere i
luoghi, fin dove mi sarà possibile, sempre. Non tanto per capire il senso
delle cose o per una questione di testimonianza civile e politica quanto, più
semplicemente, per rendermi conto del mondo e toccarlo con mano, quasi
fosse uno di quegli antichi mappamondi veneziani disseminati di vascelli
fantasma e mostri marini. Farmi consapevole di quanto – pur vivendo in
un’epoca di strabilianti esplorazioni spaziali – la geografia della terra, la
vastità degli spazi che posso contemplare, restino comunque smisurati alla
mia anima, sterminati per definizione.
«Occorrono troppe vite per farne una”, scrive Eugenio Montale. Così il mio
piccolo “atlante sentimentale” confonde l’aspirazione di una conoscenza
esaustiva e nitida alla vaghezza del sentimento personale.
In un racconto di Jorge Luis Borges, Ireneo Funes, rimasto cieco, passa la
propria vita percependo a memoria ogni minimo fatto fosse accaduto o
stesse accadendo sulla faccia della terra. Io so bene che il mio tempo non
basterà mai a vedere tutto, che lo sguardo famelico è destinato a restare
comunque inappagato. Ma a cos’altro potrebbero mai servire i miei occhi,
altrimenti?