Luca Ceccherini – L’ora del lupo
L’artista aretino, che vive e lavora a Torino, è stato invitato a presentare le sue più recenti produzioni per inaugurare la programmazione de “Lo studio ospita” 2023 curata da Elena Castiglia, Bernardo Tirabosco e Jacopo Naccarato.
Comunicato stampa
Sottofondo studio è lieto di presentare la mostra “L’ora del lupo” di Luca Ceccherini dal 13 maggio al 4 giugno in Via Garibaldi 136A, Arezzo.
L’artista aretino, che vive e lavora a Torino, è stato invitato a presentare le sue più recenti produzioni per inaugurare la programmazione de “Lo studio ospita” 2023 curata da Elena Castiglia, Bernardo Tirabosco e Jacopo Naccarato.
Nella sua ricerca pittorica Ceccherini ha sempre intrecciato riferimenti di varia natura attingendo da immagini personali, dalla pittura toscana e le sue simbologie, in composizioni che lavorano su più livelli di significato. La mostra si costruisce su un ciclo di nuovi dipinti e disegni che proseguono questo processo di stratificazione e attraverso cui l’artista ci racconta e si racconta.
L’ora del lupo “è l’ora in cui molta gente muore e molti bambini nascono, è quando gli incubi ci assalgono” riprendendo le parole di Johan Borg, protagonista dell’omonimo film di Ingmar Bergman (1968), ma è per Ceccherini anche l’ora del racconto o meglio del ricordo del racconto, che fa da struttura narrativa per tutte le opere in mostra. Propone così un viaggio atemporale lasciandosi guidare dal ticchettio dell’ora in cui memoria, realtà, incubi e mito si costruiscono e confondono. Nei dipinti una luce riflessa, dorata, a volte latente scalda le immagini e svela i dettagli più nascosti, riportandoci intorno al focolare dove la trasmissione orale diventa conoscenza. Le vicende delle favole che ascoltava da bambino prima di andare a dormire, le iconografie della storia dell’arte toscana e i suoi ricordi, si incontrano in ampie porzioni di paesaggio composto da dettagli di vegetazione, boschi e alti orizzonti montani tipici del Casentino. Dalle tele più grandi ai disegni che le accompagnano siamo invitati a rintracciare i più sottili riferimenti in composizioni in cui l’astrazione gioca con una figurazione delicata.