Luca Comerio. Milanese. Fotografo
Presentazione del libro biografico e fotografico “Luca Comerio. Milanese. Fotografo, pioniere e padre del cinema italiano” di Paolo Pillitteri e Davide Mengacci. Con gli autori intervengono Philippe Daverio, Maurizio Rebuzzini. Modera Roberto Vallini.
Comunicato stampa
Giovedì 1° marzo, nella Sala Affreschi di Palazzo Isimbardi: presentazione del libro biografico e fotografico “Luca Comerio. Milanese. Fotografo, pioniere e padre del cinema italiano” di Paolo Pillitteri e Davide Mengacci.
Con gli autori intervengono Philippe Daverio, Maurizio Rebuzzini. Modera Roberto Vallini.
Giovedì 1° marzo, alle ore 18, nella Sala Affreschi di Palazzo Isimbardi, Corso Monforte 35, Milano: presentazione del libro “Luca Comerio. Milanese. Fotografo, pioniere e padre del cinema italiano” (Spirali) di Paolo Pillitteri e Davide Mengacci.
Con gli autori intervengono Philippe Daverio, storico dell’arte, e Maurizio Rebuzzini, docente di Storia della Fotografia, Università Cattolica del Sacro Cuore, Brescia. Modera Roberto Vallini, direttore di Telereporter.
Sono presenti: il Presidente della Provincia di Milano On. Guido Podestà e il Vice Presidente e Assessore alla Cultura Novo Umberto Maerna.
L’iniziativa è promossa dall’Assessorato alla Cultura della Provincia di Milano in collaborazione con la casa editrice Spirali.
Ingresso libero fino a esaurimento posti.
Il milanese Luca Comerio (1878-1940), fotografo e regista, è passato alla storia per avere immortalato le piazze di Milano nel maggio 1898, le strutture della grandiosa Expo di Milano del 1906 intitolata al traforo del Sempione, la guerra di Libia del 1911-12. E molto altro.
Le fotografie e i fotogrammi di Luca Comerio, i luoghi dove visse e operò sono ripercorsi dalla narrazione rapida e essenziale di Paolo Pillitteri, e sono riletti e aggiornati dalle fotografie di Davide Mengacci. Così, gli autori ci restituiscono, moltiplicata nell’effetto, l’atmosfera di una Milano che Comerio ha contribuito a fare grande.
Il libro, che conta 220 pagine, è illustrato con 145 immagini in bianco e nero – che sono per la maggior parte fotografie e fotogrammi di Luca Comerio e fotografie di Davide Mengacci – e corredato da un indice dei nomi e dei luoghi.
La geniale intuizione di Comerio fu quella di utilizzare la fotografia non soltanto come nuova tecnica per imitare o riprodurre l’arte, ma anche come strumento di cronaca. Documentò le terribili giornate del maggio 1898, quando le sommosse popolari furono duramente represse da Bava Beccaris e filmò eventi storici come la guerra in Libia e la Prima Guerra Mondiale, fra cui le battaglie sull’Adamello (1915). Coraggioso ai limiti dell’incoscienza, si fece legare con la cinepresa sull’aereo di Caldara e sorvolò la città filmando le giravolte aeree che abbagliarono i futuristi Marinetti e Carrà.
«Attraverso questo libro la Provincia di Milano promuove e celebra una fra le figure “giornalistiche” più significative e audaci del nostro territorio. - dichiara il Presidente della Provincia di Milano On. Guido Podestà - Luca Comerio, d’altra parte, rappresenta un pioniere nella storia culturale della città. Nelle vesti di fotografo attento, per esempio, seppe magistralmente narrare, nel maggio del 1898, i moti socialisti di Milano e la loro repressione ad opera del generale Bava Beccaris. Uno scoop per l’epoca, che gli valse la pubblicazione sulle pagine della prestigiosa rivista “L’illustrazione italiana”. Comerio fu anche precursore di un nuovo linguaggio, quello del cinema di ispirazione futurista nell’ambito del quale impose una lettura della realtà “pittorica, caotica, e deformata”. Mi piace ricordare Comerio come la risposta italiana, e milanese in particolare, alle gesta coraggiose di Ugo “Geo” Chavez».
«La presentazione del libro dedicato a Luca Comerio ha una duplice valenza, - osserva il Vice Presidente e Assessore alla Cultura della Provincia di Milano, Novo Umberto Maerna - perché anzitutto serve a rievocare e ricordare una figura della cultura milanese la cui memoria si è affievolita nel tempo, come capita troppo spesso nella Grande Milano. Si tratta pertanto di un'operazione preziosa, oltre che doverosa. In secondo luogo il libro, ma soprattutto la vicenda umana di Luca Comerio, ci rammentano la centralità di Milano nella storia della cinematografia italiana: Milano, tra le sue tante caratterizzazioni culturali, vanta anche quella di città del cinema e della macchina da presa. Una tradizione - conclude Maerna - che la Provincia fa rivivere ogni giorno mediante la programmazione alla Sala Alda Merini di Spazio Oberdan, dove grazie alla collaborazione con la Fondazione Cineteca di Milano più di 43mila cittadini, nel 2011, hanno apprezzato la filmografia di qualità che proponiamo»
Paolo Pillitteri vive e lavora a Milano. Pri¬mo amore, il cinema e subito dopo la politi¬ca. Consigliere regionale, deputato al Parla¬mento, e sindaco di Milano (1986-1992). Per anni critico cinematografico, docente di storia del cinema allo Iulm, saggista e scrittore. Attualmente è condirettore del quotidiano “L’Opinione”. Nel 2010 gli è stato attribuito il Premio Spe¬ciale del Festival Internazionale del Cinema di Frontiera. Recentemente gli è stato conferito il premio ADI “Amico del popolo d’Israele” per l’anno 2011. Fra i suoi scritti, “Anna Kuliscioff” (1986), da cui è stato tratto un radiodramma; “Un cuore grande così: Edmondo De Amicis” (1989); “Ap¬punti su Fellini” (1990); “Io li conoscevo bene”, con Filippo Facci (1994); “Il conformista indifferente e il delitto Rosselli” (2003); “Una valle lunga un anno” (2005). Con Spirali ha pubblicato “Il cine¬ma fra fiction e falsità” (2001); “Evìto. Dos pesos y dos misuras” (2001); “Quando Benedetto divenne Bettino” (2007); “Non è vero ma ci credo” (2009). Ha collaborato all’”Enciclopedia di Milano” di Franco Maria Ricci e all’”Enciclopedia del Par¬lamento”.
Davide Mengacci è fotografo e conduttore di numerosi programmi televisivi, fra cui “Candid Camera Show”, “Scene da un matrimonio”, “Perdonami”, “La Domenica del Villaggio”, “Fornelli d’Italia”, “Cuochi senza frontiere”, “Ricette di famiglia”. L’attitudine alla fotografia nasce in lui nei primi anni sessanta: è affascinato da Robert Doisneau, Henri Cartier-Bresson, Ugo Mulas. Per alcuni anni collabora come fotografo di cronaca alle pagine milanesi del “Giorno” e “la Repubbli¬ca”, e con servizi di reportage geografico a “Qui Touring”, il mensile del Touring Club Italiano. Amico di Gianni Berengo Gardin e amante, come lui, del bianco e nero, fotografa Milano, la sua città, dal 1965: ciò che più attrae il suo obiet¬tivo è la piccola umanità cittadina che osserva con partecipazione, affetto e ironia. Oggi come ieri la sua convincente “fotografia di strada”, rivolta ai luoghi che visita in Italia e all’estero, non si limita all’esercizio estetico dell’immagine ma declina un’attenta e appas¬sionata osservazione della vita. Tra i libri pubblicati, “La vita immaginaria dello spazzino Augusto G.” (1969); “Viva gli sposi” (1992); “Sapori d’Italia” (2004); “A Lissone e altrove” (2007); “Facilmente pesce” (2007); “La Milano di Davide Mengacci 1965-1985” (2007); “Un fotografo da mar¬ciapiede” (2007); “Suggestioni della strada” (2008); “Vita minima” (2009).