Luca De Leva

Informazioni Evento

Luogo
PINKSUMMER - PALAZZO DUCALE
Piazza Giacomo Matteotti 28r, Genova, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al
Vernissage
01/04/2023

ore 18

Artisti
Luca De Leva
Generi
arte contemporanea, personale

Mostra personale.

Comunicato stampa

Pinksummer: Thyself Agency, sulla quale è incentrata la tua prima personale da Pinksummer, è un’agenzia attraverso la quale le persone si scambiano per un tempo determinato, come se si trattasse di una sorta di viaggio, quella che definiremmo la vita ordinaria con il suo immenso potenziale teorico rispetto all’esposizione del corpo, del soggetto, al mondo. L’opera, per noi è un’opera, lavora sui concetti di identità e estraneità, di intrusione e estrusione, intesi come poli dialettici all’interno dei quali scivola l’esistenza e al corpo come luogo in cui l’esistenza accade al di là di ogni risvolto metafisico. Abbiamo pensato a Jean-Luc Nancy quando in L’Intruso afferma che per sopravvivere bisogna diventare estranei a sé stessi, in quel caso il filosofo raccontava il trauma del suo trapianto cardiaco focalizzando sul fatto che un corpo, il suo corpo, sé stesso, per accettare un cuore nuovo, aveva dovuto ricorrere a immunodepressori per sedare il sistema immunitario. Intendi trasformare Thyself Agency in un metodo per imparare a diventare estranei a sé stessi consapevolmente, per combattere la depersonalizzazione e la derealizzazione a cui l’abitudine induce? Thyself Agency è una sorta di immunodepressore rispetto a quello che viene definito ego?

Luca De Leva: Thyself Agency è uno strumento, un’opera fatta di vita e proprio arrivato al fondo della mia vita ho trovato un abisso di pace. Sì, ho bisogno di una medicina per tornare ad essere me stesso, di nuovo, una medicina fatta di vita. Cerco il senso di tutto questo attraverso le esperienze di chi ha partecipato all’esercizio, chi ha scambiato la sua vita con qualcun altro, mi racconta la mia idea e insieme creiamo il metodo, un metodo applicabile, generato nella condivisione. Cercando le mie idee nelle parole di altri mi sono imbattuto anche in Nancy, ho trovato questo: “Come sempre, la lezione è semplice, ma il compito è arduo. Non dobbiamo fare niente di meno, ‘noialtri’, che capire e praticare la condivisione del senso – e del senso del mondo. Questo non vuol dire dialogo e comunicazione, che si trascinano ormai come significati saturi e parole d’ordine dell’accordo generale, ma vuol dire – o non vuole dire – un’altra cosa, per la quale la parola solitaria e orgogliosa vale quanto la conversazione comune: che la verità del senso non è altro che la sua condivisione, cioè il suo passaggio tra noi (tra noi sempre altri da noi stessi) e contemporaneamente la sua deiscenza interna e sovrana, mediante la quale la sua legge conferisce diritto alla sua eccezione, mediante la quale il senso si esenta da se stesso per essere ciò che è, e mediante la quale il suo godimento non è il suo risultato sensato, ma l’esercizio del suo stesso senso, della sua sensibilità, della sua sensualità e del suo sentimento. È ancora Barthes a parlare di ‘amore della lingua’: questo amore val bene, è il caso di dirlo, quello del prossimo, se non ne possiede addirittura tutto il valore o il senso. Ecco – oserei dire – la moralità per il nostro tempo – e qualcosa di più della moralità.” Questo è stato scritto nel 2005 ne La dischiusura, mi ci ritrovo, a fine pagina avevo disegnato un cuore con scritto dentro Bene.

PS: Thyself Agency ci sembra intenda liberare il soggetto dal soggetto o meglio dall’assoggettamento al sé stesso e dai suoi limiti per esporci all’altro da sé, non un altro da sé, ma l’alterità che è in me: tu in me, i colori in me, l’animale in me, l’aria in me, il cosmo in me… Thyself Agency tende a organizzare, con semplicità e eccedenza, un viaggio che porta le esistenze fuori da loro stesse staccandole dalle loro necessità, per condurle in uno spazio in cui di fatto si potrebbe anche davvero iniziare a scrivere un futuro di co-esistenza? L’idea di co-esistenza non rimanda a una forma di ecologia?

LDL: Vivo in un cosmo in cui sono immesso fin dalla nascita e che per me, almeno come singolo, è una dimora immutabile in cui vivere. Libertà e Liberazione mi sfuggono quando credo di comprenderle, come posso immaginarne il significato profondo avendo occhi così miopi? Eppure, percepisco dell’altro, qualcosa che ribolle alla radice di quel cosmo e fa vibrare la mia intuizione. Qualcosa che posso perseguire solo abbandonandomici, non più razionale e nemmeno irrazionale, solo nella a-razionalità trovo il coraggio per gioire davvero dell’aria che mi riempie i polmoni e porta la realtà dentro la mia speranza. Allora gioia infinita srotola gli angoli del mio sorriso e comprendo che io non esisto, le cose non esistono e la realtà è una sola. Cosa c’entra l’arte in tutto questo? Mi chiedo proprio cosa c’entri l’arte in quel cosmo che ho detto all’inizio, quel sistema di pensiero così egemone da farmi credere che sia l’unico modo possibile. Non penso si possa iniziare a scrivere un futuro di co-esistenza ed ecologia, perché si fonderebbe su un’incomprensione. La co-esistenza è un fatto, non può iniziare, è già tale. Allora sono io che devo sviluppare la consapevolezza di vivere in un’unità, di essere unità. Thyself Agency, l’Agenzia, mi aiuta in questo. Io, tu, ego, nostro, giorno, notte, vita, morte sono concetti e parole percepiti così reali ed inoppugnabili proprio per aiutarci a superarli. Non voglio vivere nella menzogna eppure ci vivo. Non conosco il profumo delle cose, ma solo quello che il mio cervello traduce. Questo mi suggerisce che è su un altro piano che vibra la realtà e noi siamo in grado di comprenderlo, siamo natura che riconosce sé stessa. Voglio riconoscere quello che sono, non iniziare a esserlo. Sono l’ombra della luce, la percezione è soltanto uno sfidante. La goccia diventa oceano.

PS: Sì, di fatto esistere è co-esistere. Sì, da soli non possiamo conoscere il profumo delle cose in sé, o meglio oggettivamente, ma insieme forse, come affermava Protagora, possiamo provare a uscire dalla soggettività, dalla singolarità, attraverso il linguaggio, il confronto e magari riusciamo anche a approssimarci all’inseità del profumo delle cose. L’arte c’entra forse nella gratuità del mettere in atto un’azione, un gesto. L’arte c’entra soprattutto rispetto alla restituzione, alla formalizzazione, di quell’azione, di quel gesto consumato: un’opera, una mostra. Qui entra in gioco il linguaggio che apre all’in-comune, quel linguaggio che a volte vibrando fa virare il pensiero all’intuizione, al baluginio a-razionale anche solo per un istante quando accade, ma ti ci affezioni. Si può prescindere dal linguaggio?

LDL: Io non saprei come fare. Questo è il senso di “Non avrai altro Dio all’infuori di me”, gli islamici lo dicono ancora più chiaramente “La Ilaha Illa Allah” (non vi è Dio che Dio), o ancora più in profondità “La Huwa illa Huwa” (non vi è Lui se non Lui). Oppure penso a Wittgenstein “I limiti del mio linguaggio significano i limiti del mio mondo”. Tanti lo sanno. La realtà è una e non c’è realtà al di fuori della realtà. Ora la liberazione mi diventa più familiare, smascherando la soggettività e accettandone il ruolo segreto, la sfida. Ci vogliono coraggio e fede, l’arte è un atto di fede, verso l’umano e dall’umano verso il linguaggio. Quale verità si può cercare se non la verità stessa? L’Agenzia aiuta in tutto questo, ascoltando i racconti di chi realizza gli esercizi osserviamo le nostre sensibilità intrecciarsi di ritorno dall’ignoto, affrontiamo il freddo dando alla luce idee che non esistono, ma dentro di noi sappiamo che stiamo parlando al contrario e quelle idee sono sempre state lì, eravamo noi distratti.

PS: Thyself Agency ci ha fatto pensare all’eremita ornamentale di Painshill Park, ne parla Teodor Cerić nel suo libro Giardini in tempo di guerra. Tom Page rispose all’annuncio che Hamilton il proprietario di Painshill Park aveva fatto mettere sul Times il 10 aprile 1740. Tom Page aveva una vita ordinaria: viveva a Londra, aveva 31 anni, aveva una moglie, viveva in un grazioso appartamento per acquistare il quale aveva contratto un debito, aveva un domestico e aveva perso il lavoro. Hamilton offriva settecento sterline di stipendio annuo che, al tempo, non era poco. Le condizioni del contratto erano vivere in una casupola in mezzo parco, di non parlare con nessuno, farsi crescere barba e unghie, passeggiare con una clessidra in mano, vestirsi con una vecchia palandrana di cammellotto, mangiare zuppe, pane formaggio che gli avrebbero portato ogni sera. Tom Page non conosceva nulla della campagna, ma decise di accettare perché era perseguitato dai creditori. Hamilton appena incontrò Tom Page scrisse alla sua amica Lady Beauclerk, che forse il giovane eremita non era adatto: aveva lineamenti troppo fini e modi molto educati e scrisse che anche un bambino avrebbe capito che non aveva mai incontrato digiuni e privazioni. Tom Page rimase dieci mesi a Painshill Park, ma già dopo i primi tempi iniziò a cambiare comportamento, faceva il bagno quasi nudo nel lago del parco, sembrava avere sempre più familiarità con i boschi e con la frugalità dei pasti, sembrava aver preso gusto alla solitudine e smise di scrivere alla moglie. Hamilton scrisse alla sua amica: “Sul momento stentai a riconoscerlo. Non lo vedevo da settimane. La sua barba aveva raggiunto una lunghezza ragguardevole… Non di meno avevo notato qualcosa di nuovo nel suo modo di camminare: pareva che avesse dimenticato come si muovono gli uomini civili o - fatto ancora più singolare pareva che non lo riguardasse. Avvicinandomi (era seduto su un masso e guardava un punto invisibile al di sopra degli alberi, al di là del lago), mi accorsi che sorrideva. Mi parve il sorriso di un idiota. Era diventato pazzo?... Teneva la clessidra tra le mani come un tesoro prezioso ma in posizione orizzontale e in perfetto equilibrio, in modo tale che la sabbia non scendeva più né da una parte né dall’altra”. Il vecchio misantropo Hamilton si chiese in quel pomeriggio d’autunno se Tom Page, il suo eremita, avrebbe ritrovato la via che doveva ricondurlo al mondo. E se qualcuno attraverso Thyself Agency volesse rimanere nella vita di un altro?

LDL: Immaginiamo la persona che sta leggendo ora queste righe, se decidesse di contattarci perché curiosa di provare l’esperienza, noi le troveremmo il candidato giusto con cui scambiarsi la vita e abbandonare la propria, lo scambio inizierebbe in tutta la sua intensità e gioiosità, e se questa persona alla fine della settimana non volesse più tornare da sé stessa, direi che gli abbiamo fatto un bel regalo. Buona Nuova Vita, Persona!
Ricordo quando mi avete raccontato la storia dell’eremita ornamentale, è stata la prima volta che ci siamo visti, ricordo anche un’altra frase "scegliamo gli artisti, non i progetti". Sia voi, che io, che l’eremita ornamentale, ci imbattiamo nelle cose. Siamo fortunati, impegniamoci a mantenere la nostra sensibilità adatta a questo movimento. Voglio immaginarlo come sgocciolare nella realtà: ora sono una pozzanghera, il grosso dell'alluvione è già riassorbito, una forza mi drena in profondità, il tragitto mi contamina fino alla fonte.
Thyself Agency è un artista in cui mi sono imbattuto, per questo ho voluto portarvelo, e per lo stesso motivo ho immaginato una mostra nella mostra, un significato dentro un significato, uno scrigno dentro uno scrigno. Mi riferisco a quello che c'è oltre la tenda di pantaloni, ai ritratti di mia sorella Fiammetta, un altro fatto in cui mi sono imbattuto da piccolo e che continua a soffiarmi addosso. Ero piccolo, qualcosa l’ho capito qualcosa mi ha confuso, qualcosa lo ricordo qualcosa l'ho inventato, qualcosa sì qualcosa no, niente è vero tutto è permesso. Lei mutò geneticamente mentre la sua gemella sviluppava la normalità, una volta nata era affetta da una sindrome che tra le altre cose le causa un ritardo cognitivo a sua insaputa, Fiammetta la bambina per sempre, l'oracolo casalingo, ho sempre avuto l'impressione che non percepisse il tempo, sicuramente passato e presente sono identici e non concepisce il futuro, mi ricorda la clessidra in orizzontale dell’eremita ornamentale. La sua mutazione mi insegna che: un altro mondo è possibile.

PS: Sì, dietro alla tenda di pantaloni, appartata, la tua piccola fiamma, trasfigurata e autonoma rispetto a qualsivoglia narrazione.