Luca di Luzio – Cronaca gialla
In questa mostra Luca di Luzio ha fatto un passo ulteriore: ha abbandonato ogni possibile traccia di racconto, ha eliminato la figura umana e oggi si può cogliere una pittura che, ben oltre la dualità figurativa /astratta, si sofferma ai confini del tema novecentesco della griglia.
Comunicato stampa
Pur giovanissimo Luca di Luzio ha dimostrato fin dai suoi esordi una passione per la pittura fuori dal comune, vissuta giorno per giorno, scandagliando la materia nelle sue parti più recondite, facendo esplodere il colore in tutte le sue potenzialità: a questo continuo plasmare la materia intersecava un senso del narrare che si percepiva nelle tracce di storie fantastiche, colte attraverso piccole figure solitarie. In questa mostra Luca di Luzio ha fatto un passo ulteriore: ha abbandonato ogni possibile traccia di racconto, ha eliminato la figura umana e oggi si può cogliere una pittura che, ben oltre la dualità figurativa /astratta, si sofferma ai confini del tema novecentesco della griglia: le tele sono forme quadrate (100x100, 120x120) che contengono al loro interno altri quadrati, quasi trasognate geometrie. I pigmenti si arricchiscono di sfumature e toni caldi , denunciano più strati di sovrapposizione. L’artista disimpara e reinventa ancora una volta una pittura dove prevale una bidimensionalità lirica: ogni potenziale riferimento alla realtà è scomparso, anche il minimo accenno ad una struttura ipotetica prospettiche è annullato. Su tutto è steso un colore giallo attraverso una successione di velature, che trasforma e inventa di volta in volta toni nuovi con il colore sottostante. L’apparente omogeneità delle tele porta lo spettatore a soffermarsi di fronte ad ogni lavoro come se un’idea ipnotica soggiacesse all’opera . Ecco è la lentezza il tratto costitutivo di questo lavoro, una lentezza che induce ad una visione magnetica, quasi di attesa. Cronaca gialla è a tutti gli effetti una serie di dipinti tonalmente ricomposti nella esiguità dei segni -colore e delle linee irregolari. L’arbitrarietà di queste geometrie e della loro composizione, se da un lato recupera soluzioni novecentesche, dall’altra, l’uso dei pigmenti e l’evanescenza delle geometrie porta Luca Di Luzio a confrontarsi con la ricerca contemporanea dell’ultimo decennio. Così accanto all’uso sorprendente del colore, l’artista sperimenta una nuova possibilità di ricerca che si esprime nell’altro lavoro presente in mostra: sue due lunghi rotoli di vecchia carta musicale Luca Di Luzio cancella il colore e stende ampie pennellate nere, che evocano le gestualità della pittura cinese. Un pulsare di segni che allude a suggestioni musicali di un pentagramma immaginario . Al tempo lento della percezione nelle tele dipinte di giallo si contrappone l’istante con l’immediatezza del gesto pittorico dei rotoli. Ma in entrambi lavori possiamo percepire la stessa meditata intensità di lavoro che ci riporta ad un’operare artistico antico ma costantemente rinnovato e vivificato dal presente.
Tiziana Musi, Novembre 2011