Luca Freschi – Est modus in rebus

Mostra personale.
Comunicato stampa
“… est modus in rebus; sunt certi denique fines, quos ultra citraque nequit consistere rectum…”
Orazio, Satire I, 2, vv. 106-107
«C’è una misura nelle cose; vi sono determinati confini, al di là e al di qua dei quali non può esservi il giusto»…
In un mondo che sta proponendo sempre più confini da innalzare a difesa di quanto ritenuto estraneo - cose, idee o persone - il potere, la ricchezza, il possesso, la sopraffazione sembrano essere le uniche res (=cose) da perseguire per definire in modo certo il valore dei confini stessi. In tale nostra contemporaneità, che fa presagire prossimi scenari distopici, possiamo davvero riconoscere valore assoluto a queste uniche res e illuderci, tramite queste, di riuscire a definirci come persone e sopravvivere in eterno?
Se provassimo a includere nuovi paradigmi alle nostre riflessioni, a soffermarci sulla dimensione intima, lo scorrere del tempo o la finitudine dell’esistenza umana, qualcosa di nuovo in noi - un pensiero o un’emozione finora latente - potrebbe sopraggiungere. Potremmo avvicinarci a contemplare l’esistenza di una misura presente nelle cose tutte e individuare nuovi confini, nuovi spazi esterni o intimi, dove riconoscere la giusta misura.
Pensare ogni cosa come correlata al trascorrere del tempo, e pertanto transeunte, effimera, soggetta al divenire, potrebbe farci vedere le cose (= res) della nostra vita in confini meno assoluti, apportando nuovo significato all’esistenza e al nostro agire nel mondo.
Le opere di Luca Freschi ci accompagnano in questa riflessione: oggetti della memoria che nel trascorrere del tempo giungono a noi portatori di significati, come enigmatici tesori della memoria sopravvissuti al tempo affinché possiamo farne buon uso oggi, quali consapevolezze da portare nel vivere quotidiano.
Ceramiche che propongono nella loro composizione oggetti appartenenti alla biografia e memoria dell’artista e da lui realizzati in ogni parte, proposti in modo non convenzionale quasi come in un ermetico gioco di abilità cui siamo invitati a partecipare.
Immagini che provocano reazioni, a volte smarrimento per le contrapposizioni proposte in una gradevolezza visiva assoluta.
Opere che nella loro rappresentazione propongono il dualismo proprio di ogni nostra cosa terrena: luci e ombre, passato e presente, vuoti e pieni, forza e dolcezza, precarietà e stabilità… dualismi coesistenti descritti da Luca Freschi con una precisa struttura formale in un equilibrio di forme e di colori.
In mostra siamo accolti da una selezione di lavori della serie Breviari - lo stesso nome del libro liturgico usato per scandire il tempo delle preghiere del giorno - alternanze di forme, colori, oggetti abbinati, come tracce da seguire e ricollegare in un significato tutto da scoprire secondo la sensibilità di ciascuno.
Nel percorso espositivo, incontriamo poi altri lavori della serie Vanitas, opere che richiamano la caducità della vita in chiave contemporanea. Calchi di teste umane bendate, posizionate in un gioco di specchi che riflettono l’osservatore e l’interno delle teste stesse. Piccole ampolle contenenti riproduzioni di oggetti naturali e minerali, il calco di una piccola mano, un corno di un animale, un pezzo di conchiglia, un busto…
L’esposizione realizzata da Manuel Zoia Gallery in collaborazione con Atelier Voglino è ospitata a Verona nello studio di Alice Voglino, artista che attraverso il linguaggio del colore indaga l’essenza delle cose, e rientra nel progetto dell’artista veronese di indurre il visitatore a interrogarsi sull’esistenza attraverso differenti linguaggi artistici.
- Cristina Cuttica, curatrice
LUCA FRESCHI – BIOGRAFIA
Luca Freschi (1982), si è laureato presso l’Accademia di Belle Arti di Bologna. In questi anni di lavoro ha intrapreso una ricerca basata sull’alterità della figura umana, sulla memoria personale e collettiva tramite l’utilizzo della tecnica del calco. Ha partecipato a varie esposizioni collettive e personali in Italia e in Europa.
Nel corrente mese di marzo ha vinto il Premio Colección Studiolo a ArcoMadrid 2025, la più importante fiera spagnola dell’arte contemporanea.
Fra le recenti mostre personali si ricordano: Se chiudo gli occhi il buio non mi vede, Museo Raccolta Lercaro, Bologna 2025, Galleria L’Ariete, Bologna nel 2024; Dialoghi paralleli, Museo Diocesano di Faenza, Museo Renzi S. Giovanni in Gelilea (FC) nel 2024; MEAM, European Museum of Modern Art, Museo Diocesano di Barcellona, 2024; Never ending, Museo diocesano Francesco Gonzaga e Basilica Concattedrale di Sant’Andrea, Mantova 2023; Tra Perdita e Rinascita, Galleria Bonioni Arte, Reggio Emilia; Vanitas, AimoRoom, Lugano, Svizzera; Frammenti, MAF di Forlimpopoli (FC); Archetipi del contemporaneo, UMA Gallery, Novara nel 2022; nel 2019 Nec spe nec metu, Palazzo del Monte di Pietà, Forlì (FC); nel 2018 Out of Memory, “Art & Space Gallery”, presso il Mandarin Oriental Hotel, Monaco di Baviera, Germania.
Fra le recenti collettive: Dittico, NiArt, Ravenna, 2024; Contatto, Palazzo dei Musei, Varallo (VR); Ultraromanticismo, Rocca di Vignola, Modena 2022; Cuatro Series, Galeria Lucia Duenas, Oviedo, Spagna, 2021; Nature inquiete GASC Villa Clerici, Milano; Monastero di Camaldoli, (AR) 2021; Chiesa di Santa Maria dell'Angelo, Faenza (Ra) nel 2020; Italy Korea, Art & Culture - Acknowledging the Differences, Museo Nazionale di Ravenna nel 2018; La scultura è una cosa seria, Galleria Bonioni Arte, Reggio Emilia nel 2016; Arte dal Vero, Centro Gianni Isola di Imola (BO) nel 2015; Martyrium, presso il M.E.A.M di Barcellona e la Biennal Internacional d'Art presso la Pobla de Segur, Lleida, Spagna nel 2014.
Nel 2020 viene invitato al MAC di Lissone con la sua Installazione “Asàratos òikos”, sempre nello stesso anno il suo progetto Cariatidi viene ospitato presso il Museo Ebraico di Bologna e alla 6° Biennale del Mosaico Contemporaneo presso il Museo Nazionale di Ravenna nel 2019, nel 2017 viene invitato in Corea alla Gyeonggi International Ceramic Biennale e nel 2015 viene selezionato come finalista al 59° Premio Internazionale della Ceramica di Faenza.
Alcune delle sue opere sono state vincitrici di premi nazionali e acquisite in collezioni pubbliche italiane e spagnole. Attualmente collabora con importanti gallerie italiane e europee. Vive e lavora a Meldola (FC).