Luca Monterastelli – Storia di un onest’uomo
L’installazione riscrive gli oggetti che appartengono all’Oratorio creando un nuovo paesaggio, in cui gli elementi si accumulano in barricate, trasformandolo in uno scenario che ricorda un rifugio, uno spazio riparato, capace di assecondare il nostro bisogno di protezione da un mondo sempre prossimo al collasso.
Comunicato stampa
L’installazione riscrive gli oggetti che appartengono all’Oratorio creando un nuovo paesaggio, in cui gli elementi si accumulano in barricate, trasformandolo in uno scenario che ricorda un rifugio, uno spazio riparato, capace di assecondare il nostro bisogno di protezione da un mondo sempre prossimo al collasso.Le sculture parte dell'installazione diventano segni applicati al corpo, delle opere indossabili, capace sia di amplificare i gesti, sia di mortificarli.
«Le opere sono simili a protesi in metallo, spiega Monterastelli, in bilico su quel limite in cui il vantaggio tecnologico - la protuberanza postumana o la protesi creata nell’intento di estendere le capacità del corpo - si confonde con il controllo, la limitazione dei movimenti e quindi la loro successiva cristallizzazione».
L’indagine attuata da ‘Storia di un onest’uomo’ prosegue la ricerca dell’artista sul potere coercitivo della narrazione politica, facendo leva sulla contraddizione tra il desiderio di rintanarsi per sfuggire ai rischi della contemporaneità e la costante presenza del Reale che torna inarrestabile a bussare alle nostre porte.