Luca Moscariello – Puzzle
Se la Memoria è un valore intrinseco nell’identità stessa del Museo e le attività svolte rappresentano l’impegno etico e morale di una società civile che non deve assolutamente essere indifferente, né dimenticare quanto accaduto con la Shoah, le opere di Luca Moscariello ben interpretano il tema diventando il correlativo visivo della labilità della coscienza individuale e collettiva.
Comunicato stampa
In occasione di ART CITY BOLOGNA 2022 e ARTEFIERA, il MEB Museo Ebraico di Bologna presenta “Puzzle” di Luca Moscariello. La mostra, che inaugura sabato sabato 14 maggio alle 21.00, sarà visitabile dal 12 maggio al 12 giugno 2022.
Il progetto “Puzzle” di Luca Moscariello si inserisce nell'ambito delle attività culturali promosse dal Museo Ebraico di Bologna creando un dialogo tra la narrazione storica su cui verte l'esposizione “La Haggadah di Sarajevo”, considerata uno dei testi ebraici più antichi, datato al 1350, e l'apertura all'arte contemporanea come mezzo espressivo per dare una riflessione ulteriore su ciò che la storia stessa è stata.
E' interessante come l'accostamento tra due momenti estremi dell'umanità – rappresentati da un libro realizzato nel tardo medioevo e una tavola pittorica frutto dei tempi odierni – faccia metaforicamente della Storia un elastico teso che attraversa culture, spazio e tempo e ciò è possibile grazie alla Memoria che rende le fibre estendibili e forti a tal punto da poter tirare il passato verso l'attualità senza strappi.
Se la Memoria è un valore intrinseco nell'identità stessa del Museo e le attività svolte rappresentano l'impegno etico e morale di una società civile che non deve assolutamente essere indifferente, né dimenticare quanto accaduto con la Shoah, le opere di Luca Moscariello ben interpretano il tema diventando il correlativo visivo della labilità della coscienza individuale e collettiva.
Due sono le opere esposte di Luca Moscariello. La prima, intitolata “Oltre il bosco dei faggi”, fa parte della prima produzione dell'artista e, con un rimando diretto nella traduzione tedesca di Buchenwald al campo di sterminio a pochi chilometri da Weimar, racconta nella figurazione il dramma dell'antisemitismo.
Il secondo lavoro, collocato nella Sala del Memoriale dedicata alla Shoah, fa parte dell'ultimo ciclo pittorico e si intitola “Puzzle”. L'artista sperimenta la dimensione dell'ambiguità giocando sul fraintendimento della matericità, sottoponendo le superfici ad una verosimiglianza estrema con il reale, facendo scendere le ombre come una scure sulla tavola, piegando lembi dentro cornici e sforzando i volumi in una tridimensionalità che invece è tutta una illusione pittorica. Le proiezioni di Moscariello danno tatto agli occhi per indagare oltre lo sguardo e per creare nuovi punti di riflessione tra ciò che si pensa di vedere e ciò che realmente si vede.
Tornando alla metafora della Storia di cui si fa cenno all'inizio immaginandola visivamente come un elastico teso, i “Puzzle” sono anch'essi “elastici”, trovando una ulteriore correlazione nel senso etimologico della parola elastico, che dal greco tardo significa “agitatore”... e agitare è proprio la missione della Memoria che incessantemente scuote per non lasciare tregua all'oblio.