Luca Pancrazzi – Come Sempre Dove Sai
Per la sua prima personale nella Galleria Francesco Pantaleone Arte Contemporanea, l’artista ha concepito un progetto site-specific che coinvolge lo spazio architettonico della galleria in una grande installazione ambientale.
Comunicato stampa
La Galleria Francesco Pantaleone Arte Contemporanea è lieta di presentare Come Sempre Dove Sai, mostra personale di Luca Pancrazzi (Figline Valdarno, 1961) introdotta da un testo di Valentina Bruschi, di cui si pubblica un estratto:
“Per la sua prima personale nella Galleria Francesco Pantaleone Arte Contemporanea, l’artista ha concepito un progetto site-specific che coinvolge lo spazio architettonico della galleria in una grande installazione ambientale. La mostra è il risultato di una lunga frequentazione di Luca Pancrazzi con la città di Palermo e la terra di Sicilia. E’ coinvolto nel progetto anche l’artista visivo e sound artist Alessio de Girolamo, che ha registrato il suono emesso dalla matita di Pancrazzi nel disegnare un paesaggio. Da questa campionatura, de Girolamo ha elaborato una traccia sonora originale, dal titolo Skyline - eseguita dal vivo durante l’inaugurazione della mostra – per un video di Pancrazzi proiettato nell’ingresso del settecentesco Palazzo Di Napoli ai Quattro Canti, sede della galleria. Questa personale è occasione per riflettere sul tema del paesaggio e del nostro coinvolgimento emotivo con esso, frutto di una paziente sperimentazione di tecniche diverse, dal disegno alla pittura e alla scultura fino al video. L’artista attiva processi di riduzione del segno figurativo e d’indagine sulla natura della visione, mettendo in luce nuove possibilità di ricerca che pongono “l’osservazione minuziosa e interiorizzata come codice interpretativo”, secondo le sue parole.
Introduce la mostra un video dal titolo Mi disperdo e proseguo lasciandomi indietro un passo dopo l’altro la cui colonna sonora è composta da Alessio de Girolamo con il quale Luca Pancrazzi ha formato Agosto Insolito, un gruppo, l’estate scorsa, durante la residenza consueta Madeinfilandia di Pieve di Presciano. Accomuna gli artisti l’interesse per il suono e la ricerca sul limite, inteso come orizzonte ma anche come superamento del gesto pittorico. Oltre a questo lavoro, l’artista presenta a Palermo una unica installazione composta da tre cicli di opere realizzate attraverso molteplici tecniche e adattate alle dimensioni ambientali degli spazi che le ospitano. Una serie di composizioni in cui definisce una sua originale intuizione della interazione tra l’io e il paesaggio circostante: un grande wall drawing dallo stesso titolo del video, un’installazione a parete composta da una sequenza di 24 chine su carta, Proseguo, realizzate 2016 e tre mappe della serie Senza Confine.
Il titolo della mostra, Dove Sempre Come Sai, è ripreso da un acquerello su carta del 2016 (che non è esposto ma è all’origine di questi lavori). Titolo e immagine: nelle parole l’artista evoca un luogo d’incontro preciso e consueto, come in una conversazione tra due persone che si conoscono e che hanno elaborato un abituale codice di comunicazione verbale, mentre l’immagine rimanda ad un paesaggio non riconoscibile che può essere qualsiasi luogo, anzi, un non-luogo. Il riferimento al titolo del celebre testo di Marc Augé non è casuale, in quanto l’artista ha iniziato la sua ricerca sull’iconografia architettonica dalla fine degli anni Ottanta in poi e si è confrontato direttamente con l’antropologo francese autore del testo per il catalogo della sua personale del 1996, alla Galleria Emilio Mazzoli di Modena, All’ombra del tempo. Le immagini elaborate da Luca Pancrazzi ricreano paesaggi inventati, periferie urbane prive di caratterizzazione, svuotate da ogni presenza umana. È come se lo spazio e il tempo fossero sospesi, non in un’evocazione metafisica delle Piazze d’Italia di De Chirico, ma perché privati di contenuto e di memoria. Sono luoghi che ci inducono ad una ricerca di significato che è l’antidoto alla “quotidiana perdita”, come afferma l’artista, “la necessità di salvarsi dal naufragio è sostituita con il naufragio dell’anima persa e diffusa nel paesaggio stesso che si va a dipingere e a riconoscere”.
Biografie:
Luca Pancrazzi nasce a Figline Valdarno (Firenze) nel 1961. Vive e lavora tra Milano e la Filandia a Preve di Presciano, in Toscana.
Dopo gli studi liceali e accademici a Firenze viaggia negli Stati Uniti dove lavora come assistente di Sol Lewitt e nello stesso periodo a Roma per Alighiero Boetti.
Dagli anni Ottanta è autore di una ricerca basata sull’analisi del medium artistico, sulle sue ramificazioni, sulle possibilità creative dell’errore e dell’uso composito di tecniche e materiali. Lo spazio metropolitano e il paesaggio, nella loro continuità con lo sguardo antropico che li definisce, sono i temi trattati con più assiduità.
Si esprime attraverso la pittura, il disegno, la fotografia, il video, l’installazione ambientale, la scultura, azioni in condivisione con altri artisti e progetti editoriali.
Tra i progetti che lo vedono tra i fondatori ricordiamo: Importé d’Italie (1982), ABCDEFGHIJKLMNOPQRSTUVWXYZ (1993), De-ABC (2002), Madeinfilandia dal 2010 e, dal 2015 Spazio C.O.S.M.O. a Milano.
Dal 1996 viene invitato a partecipare ad una serie di esposizioni internazionali tra cui la Biennale di Venezia (1997), la Triennale di New Dehli (1997), Biennal of Cetinje (1997), Triennale di Vilnius (2000), Biennal of Valencia (2001), Moscow Biennal of Contemporary Art (2007), Quadriennale di Roma (2008). Alcune tra i numerosi spazi pubblici che hanno presentato il suo lavoro: Whitney Museum of American Art at Champion (1998), P.S.1 Contemporary Art Center (1999), Galleria Civica di Modena (1999), Museo Marino Marini (2000), Palazzo delle Papesse (2001), Museo Revoltella (2001), Galerie Lenbachhaus und Kunstbau (2001), GAMEC (2001), Museo Cantonale d’Arte di Lugano (2002), Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci (2002), Zentrum Fur Kunst und Medientechnologie (2003), PAC (2004), MAN (2004), MART Trento e Rovereto (2005), MAMbo (2006), Macro (2007), Vietnam National Museum of Fine Arts (2007), Fondazione Pomodoro (2010), SMS Museo per Bambini di Siena (2010).
Alessio de Girolamo nasce a Sanremo (Imperia) nel 1980. Vive e lavora tra Milano e la Filandia a Preve di Presciano, in Toscana.
Nella sua attività di artista multidisciplinare e ricercatore, Alessio de Girolamo indaga il limite umano nell’approccio ai massimi sistemi. Operando con un’ampia varietà di linguaggi e tecniche cerca di valicare un punto in cui la percezione deve appellarsi a nuove risorse di apprendimento, tentando di partire da un punto di vista scientifico per arrivare a un punto di fuga formale che dia un volto al mondo invisibile e irrazionale. Ossessionato dalla necessità di uscire da una condizione di costrizione dogmatica, osserva e rinnega la rigida assurdità di pensieri appartenenti a ideali scatole stagne. Inizia nel 2015 un’indagine su analogie tra sistemi musicali e sistemi scientifici. Studiando Niels Bohr e Ferruccio Busoni intuisce una possibile similitudine che coniuga a specchio la struttura del modello atomico col pianoforte a 97 tasti Bosendorfer. Da questo incontro dell’assurdo nasce idealmente una terza struttura visiva e sonora che assurge ad impianto “compositivo”.
L’inizio e la fine di due mondi ritenuti assoluti ma inconciliabili tra loro diventano voce per una possibile esistenza che ci trascende, forse un codice di accesso per dissipare la materia.