Luca Pignatelli / Fabio Viale
In mostra l’accostamento espressamente concepito di due lavori iconici di Fabio Viale e Luca Pignatelli: Kouros, 2019 e Figure, 2013.
Comunicato stampa
La Galleria Poggiali di Firenze e Milano presenta nella sede di Pietrasanta di Via Garibaldi 8, con inaugurazione sabato 8 giugno 2019 alle ore 18.30, l’accostamento espressamente concepito di due lavori iconici di Fabio Viale e Luca Pignatelli: Kouros, 2019 e Figure, 2013.
Fabio Viale (Cuneo, 1975), presente al Padiglione Venezia della Biennale 2019 con 13 monumentali lavori, espone Kouros, un busto in plastica torsione in marmo bianco con tatuaggi appartenenti al linguaggio della mafia russa, le cui prime sperimentali versioni sono apparse in Versilia alla Galleria Poggiali nel 2015 e successivamente al Fortino di Forte dei Marmi, dopo che l’artista torinese aveva già ricevuto il primo premio Henreaux per la scultura in toscana in occasione della prima edizione nel 2014 ed era stato invitato al Glypthotek Museum di Monaco di Baviera nel 2018.
Luca Pignatelli (Milano, 1962), del quale giova ricordare nell’ultimo anno la mostra al Museo Bardini di Firenze Senza Data, dopo le grandi retrospettive monografiche di John Currin e Gleen Brown presenta per la prima volta dopo la monumentale mostra al Museo Capodimonte di Napoli un imperatore dipinto su di una cassaforma, Figure, del 2013 di quasi tre metri.
Artisti in dialogo
Luca Pignatelli e Fabio Viale hanno attraversato da sempre il Tempo storico in senso inverso rispetto a quanti citano il passato con accademica nostalgia. Il Tempo storico e quello dell’arte sono per loro tempo presente, una stratificazione di memorie che lasciano emergere un sentimento di eternità incolmabile che tuttavia si riproduce ogni volta con l’apparizione-appropriazione di forme e proporzioni classiche: una statua intera, un busto, un’architettura, un frammento.
Fabio Viale in particolare si è misurato con la realizzazione in marmo giocata sullo spiazzamento percettivo di cassette di legno o pneumatici inanellati restituendo una nuova visibilità alla realtà più vera del vero, dissimulando i materiali e strappandoli così alla loro natura di scarto (come il polistirolo) od alla loro consunzione, come le gomme ricoverate per terra dopo l’usura.
Nella grande sede dell’ex Fonderia d’arte Luigi Tommasi della Galleria Poggiali, in via Marconi sempre a Pietrasanta, trovano posto altri lavori dei due artisti.
I loro quadri e sculture ospitano materiale iconografico antiquario che, strappato all’oblio o alla fossilizzazione, alla commercializzazione e al feticismo, restituisce un linguaggio presente all’idea stessa della classicità, come se quel modello non fosse mai svanito o trapassato, ma fosse tra le immagini circolante tra noi una reale presenza, riattualizzata con materiali inattesi ed eterni come il marmo. In alte parole le loro immagini sono quelle di una classicità sempre viva e presente che non parla il linguaggio muto, inanimato della copia.