Luca Pozzi – Oracle
Storia dell’arte, topologia, geometria, fisica: Luca Pozzi assorbe i linguaggi di altre discipline e li trasferisce nelle sue opere nel tentativo di ampliare la conoscenza oltre le dimensioni di spazio e tempo, di mediare e creare un ponte intuitivo tra contesti improbabili.
Comunicato stampa
Venerdì 30 novembre alle ore 11.00, conferenza stampa e presentazione del video “Waiting for Oracle” di Luca Pozzi (la mostra verrà inaugurata lo stesso giorno alle ore 19.00) negli spazi del RIOT STUDIO, via S. Biagio dei Librai 39, Palazzo Marigliano Napoli.
L’evento a cura di RIOT STUDIO è patrocinato da SUN,Seconda Università degli Studi di Napoli e Università Suor Orsola Benincasa Napoli.
“Il lavoro funziona se ciò che si capisce rappresenta un ponte verso l’ignoto. La conoscenza è un’arma a doppio taglio, se pensi di capire tutto non ti apri alle potenzialità dell’esperienza visiva, se invece non hai studiato il linguaggio, nel caso dell’arte quello della storia dell’arte, tutto sembra troppo ostico e inavvicinabile e quindi scappi a gambe levate …esiste sempre una porta privilegiata per entrare in un’opera d’arte, si tratta solo di riuscire ad includere nel lavoro più porte possibili, per poter parlare la lingua dell’interlocutore.…..”
Storia dell’arte, topologia, geometria, fisica: Luca Pozzi assorbe i linguaggi di altre discipline e li trasferisce nelle sue opere nel tentativo di ampliare la conoscenza oltre le dimensioni di spazio e tempo, di mediare e creare un ponte intuitivo tra contesti improbabili. La sua ricerca in termini interdisciplinari connette infatti pubblici diversi: dagli studiosi di fisica quantistica, ai giocatori di tennis, offrendo spunti interpretativi in grado di convertire la complessità della matematica nella semplicità dell’esperienza quotidiana.
La volontà di rappresentare visivamente concetti propri di altre discipline rimanda alle ricerche futuriste intorno alla rappresentazione della velocità o il tentativo di inserire il movimento e la dimensione temporale all’interno dell’opera indagata dall’ arte cinetica degli anni cinquanta
La sua ricerca oltre a sperimentare forme di condivisione dell’informazione futuribili basate su teorie di Gravità Quantistica pone particolare attenzione al mondo delle tecnologie sperimentali: implementa e incoraggia lo sviluppo e la progettazione di nuovi prototipi da inserire nelle installazioni che realizza, come nel caso di “Background Inside Platform” (2009) che si avvale dell’invenzione dell’ingegnere francese Jannick Simeray, basata su una frequenza pulita associata ad un campo elettromagnetico in grado di sospendere nel vuoto oggetti tridimensionali.
Ha creato il progetto ORACLE, (in esposizione al Riot studio fino a metà gennaio 2013), una delle primissime opere d’arte in cloud computing ovvero un'opera d'arte esplosa in una costellazione di luoghi differenti che non esiste a priori ma che emerge come risultato di un complesso reticolato di piattaforme fisiche connesse tra di loro, distribuite capillarmente sul territorio geografico (vedi allegato progetto ORACLE). Un lavoro che tenta di visualizzare e rendere concreta una nuova filosofia di spazio-tempo che, localmente appare come intermittente e caotico, ma che globalmente è ciclico e affidabile.
Luca Pozzi (1983) vive e lavora tra Milano e New York
Artista visivo e mediatore culturale, conduce nel suo campo di riferimento, il programma “I messaggi della gravità” teso ad estendere le possibili corrispondenze interdisciplinari ad un network di pura informazione. Lavorando sulla base dei contributi teorici espressi dai ricercatori e artisti che coinvolge direttamente nei suoi progetti. Luca Pozzi attraverso l’utilizzo di diversi media e nuove tecnologie, realizza installazioni ibride, caratterizzate da un uso originale della forza di gravità. L’artista focalizza la sua attenzione sulla fisica teorica, in particular modo sulle T.O.E. (teorie del tutto): teoria delle stringhe, gravità quantistica a loop e geometria non commutative;Nel maggio 2011 è parte del congresso “Loops” organizzato dal consiglio superiore di investigazione scientifica di Madrid.Nello stesso anno cura il progetto T.O.E. ( theory of everything) per la Biennale Art-Science di Grenoble. Nel 2010 è ospite dell’Albert Enstein Institute di Golm (Berlino) e della facoltà di scienze di Luminy (Marsiglia), nel 2012 alla Penn state University ( State College USA) e a al Perimeter Institute di Waterloo (CA).
Il catalogo della mostra è a cura del RIOT STUDIO
ufficio stampa e comunicazione Valentina Rippa 3396436586 [email protected]