Luca Trevisani – Notes for dried and living bodies in Corso Umberto
In mostra un nuovo progetto espositivo site-specific firmato dall’artista Luca Trevisani e realizzato in collaborazione con Pinksummer Contemporary Art Genova, dal titolo “Notes for Dried and Living Bodies in Corso Umberto”.
Comunicato stampa
«Non c’è niente di naturale nella natura. Quando la natura
ti sembrerà naturale, tutto sarà finito. E comincerà qualcos’altro»
- Chirone (dalla “Medea” di Pier Paolo Pasolini)
Platea | Palazzo Galeano, l’associazione culturale nata nel 2020 a Lodi dall’iniziativa di un gruppo di amici appassionati di arte e architettura, presenta da giovedì 7 aprile a mercoledì 22 giugno un nuovo progetto espositivo site-specific firmato dall’artista Luca Trevisani e realizzato in collaborazione con Pinksummer Contemporary Art Genova, dal titolo “Notes for Dried and Living Bodies in Corso Umberto”.
L’artista è stato invitato a concepire un’opera in dialogo con gli spazi e il contesto espositivo e urbano unico offerto da Platea, ma anche a rivestire l’importante ruolo di mentore per la nuova edizione del palinsesto espositivo dedicato ad artisti emergenti con cui lo scorso giugno Marcello Maloberti ha inaugurato l’attività dell’istituzione lodigiana.
Luca Trevisani, docente del corso di laurea in Design della Moda e Arti multimediali (curriculum Arti multimediali) dell’Università Iuav di Venezia, lavora quotidianamente con le giovani leve creative e ha selezionato appositamente per Platea i prossimi quattro protagonisti di mostre personali che da giugno a dicembre 2022 animeranno la vetrina di Platea con il supporto curatoriale di Giulia Menegale.
“Notes for dried and living bodies in Corso Umberto” occupa la vetrina di Platea e si inserisce nella ricerca più recente di Luca Trevisani, basata sul tentativo di ridiscutere la percezione comune della natura come realtà altra rispetto alla dimensione umana. L’opera costituisce una nuova edizione della omonima serie, inedita e speciale per le sue proporzioni e la tecnica esecutiva utilizzata.
In “Notes For Dried And Living Bodies” l’artista recupera motivi floreali tratti dall’opera di altri autori, artisti e designer, componendo una texture nuova che riporta sulla superficie di una grande foglia essiccata, presentata come se si trattasse dello specimen di un museo di storia naturale. L’operazione di Trevisani riflette sulla labile linea esistente tra natura e artificio: creando un cortocircuito visivo l’artista proietta l’immaginario fitomorfo su di una vera pianta per dirci che, in fondo, siamo parte della natura che tentiamo di comprendere.
“Notes for dried and living bodies” è un’indagine sugli immaginari e le costruzioni visive con cui l’uomo conferisce forma alla propria rappresentazione del mondo. Con queste sculture bidimensionali Trevisani sperimenta ambiti disciplinari ed epistemologici differenti, portando a una messa in discussione dei nostri modelli interpretativi convenzionali del mondo naturale.
Se la natura è sfuggente e fugace per definizione, ecco che l’uomo ha sempre pensato di poterla fermare e possedere sublimandola, facendone feticcio, immagine preziosa: la vetrina di Platea è il palcoscenico ideale dove affrontare, cavalcare e ridiscutere lo sguardo e l’ostensione che l’uomo fa del mondo.
Composto da sette esposizioni, il calendario 2022 si è aperto con Alberonero “Penso Pianura” (in corso sino al 26 marzo 2022) e prosegue con le personali di Luca Trevisani “Notes for dried and living bodies in Corso Umberto” e Fabio Roncato, quest’ultima a cura di Gaspare Luigi Marcone, e una nuova edizione del palinsesto espositivo dedicato a giovani emergenti.
Maria Vittoria Cavazzana, Alessandro Manfrin, Deborah Martino e Marco Sgarbossa, ex studenti di Luca Trevisani presso l’Università IUAV di Venezia, esporranno dopo di lui e saranno ciascuno protagonista di un proprio momento espositivo costruito in dialogo costante con Trevisani, con il supporto curatoriale di Giulia Menegale.
La programmazione così concepita da Platea si fonda su alcune tematiche portanti che proseguono con coerenza la ricerca avviata con la prima stagione espositiva: l’attenzione alla dimensione naturale come luogo di riflessione identitaria ma anche come materia generatrice di segni, la filosofia, l’indagine sulle forme di coabitazione tra gli esseri viventi e i modi di vivere, le relazioni tra natura/cultura/artificio.
Con il proseguo di questa avventura, Platea | Palazzo Galeano si propone di dare impulso a un nuovo ecosistema relazionale in città, basato sulla condivisione di valori culturali ed estetici, invitando il pubblico e la cittadinanza alla partecipazione attraverso formule diverse di mecenatismo, al fine di rafforzare il senso di comunità e responsabilità civile.
Luca Trevisani
Luca Trevisani (Verona, 1979) è un artista la cui pratica multidisciplinare è stata esposta a livello internazionale in musei e istituzioni, come Biennale of Sydney, Manifesta 7, Biennale di Architettura di Venezia, Museum of Contemporary Art Tokyo, Kunsthalle Wien, Kunstverein Braunschweig, ZKM Karlsruhe, Magasin, Grenoble, MAXXI Roma. Trevisani ha vinto premi e riconoscimenti prestigiosi tra cui il Premio Furla per l’arte, il Premio New York, Italian Council e Cantica21. Trevisani ha pubblicato testi per riviste d’arte e quotidiani, nazionali e internazionali, e ha pubblicato diversi libri tra cui: The effort took ist tools (Argobooks 2008), Luca Trevisani (Silvana Editoriale 2009), The art of Folding for young and old (Cura Books 2012), Water Ikebana (Humboldt Books, 2014), Grand Hotel et des Palmes (Nero, 2015), Via Roma 398. Palermo, (Humboldt Books, 2018). Luca Trevisani è artista docente presso lo IUAV di Venezia, e la Libera Università di Bolzano. La ricerca di Trevisani spazia fra la scultura e il video, e attraversa discipline di confine come le arti performative e quelle grafiche, l’architettura e il design, il cinema di ricerca o l’architettura, in una perpetua condizione magnetica e mutante. Nelle sue opere le caratteristiche storiche della scultura sono interrogate se non addirittura sovvertite, in un’incessante indagine sulla materia e sulle narrazioni.
GIUGNO – NOVEMBRE 2022 | PALINSESTO EMERGENTI
Artisti selezionati da Luca Trevisani
Mostre a cura di Giulia Menegale
Il format del palinsesto emergenti si fonda sulla presenza sottesa di un dialogo virtuoso tra i giovani artisti invitati, coordinati da una curatrice coetanea, e un artista di chiara fama ed esperienza con una spiccata propensione alla trasmissione del proprio sapere, riconosciuto dal gruppo come maestro.
Maria Vittoria Cavazzana
La ricerca di Maria Vittoria Cavazzana si muove tra disegno, scultura, fotografia e installazione, esplora tematiche legate alla ricerca identitaria dell’individuo e della collettività attraverso visioni, traumi e memorie personali e condivise. Il lavoro dell’artista presenta richiami formali e teorici all’occultismo, la ritualità pagana e religiosa e l’universo fantascientifico, esplorando lo zona grigia esistente tra realtà e immaginazione.
Maria Vittoria Cavazzana vive e lavora tra Verona e Venezia, nel 2017 ha maturato la laurea triennale in arti multimediali presso l’Università IUAV a Venezia e approfondito i suoi studi con la magistrale in Fine Arts presso il Chelsea College of Arts, a Londra, nel 2021. Maria Vittoria Cavazzana ha preso parte a diverse mostre personali e collettive: “Collettiva Giovani Artisti”, Fondazione Bevilacqua La Masa, Venezia (IT) ; “London Grads Now”, Saatchi Gallery, Londra (UK); 24/7, The Shop Front gallery, Londra (UK); “Futuro Arcaico Festival”, Museo Nuova Era, Bari (IT); “The Only way out is through”, Spazio Aarduork, Venezia (IT); “Rally”, collettiva, Chelsea College of Arts, Londra (UK); “Revenge of The real”, Rupture Xibit Gallery, Londra (UK); 2See you on a dark night”, Plataforma², Barcellona (UK).
Alessandro Manfrin
Il lavoro di Alessandro Manfrin nasce da una riflessione sul contesto urbano, con particolare attenzione al rapporto natura-architettura. L’intento della sua ricerca è quello di produrre delle immagini che giochino con il paesaggio cittadino inserendosi nel confine tra selvaggio e addomesticato, tra naturale e artificiale. Evadendo i limiti di ciascun medium, il processo di realizzazione dei suoi lavori include la stampa, il suono, la scultura e il video.
Alessandro Manfrin vive e lavora a Milano, nel 2021 conclude il percorso di studi in arti visive presso l’Università Iuav di Venezia, il suo lavoro è stato esposto presso Gian Marco Casini Gallery, Livorno (IT); “DEGREE SHOW II”, Palazzo Monti, Brescia (IT); JaguArt x Artissima, Venezia (IT); “Aqua”, a cura di Eva Comuzzi, Lignano Sabbiadoro (IT).
Deborah Martino
La ricerca di Deborah Martino si focalizza principalmente sui corpi, organici e non, analizzandoli attraverso processi sperimentali e di metamorfosi. Incrociando vari media, dal disegno alla scultura fino alla scrittura di diari, la sua pratica ha come obiettivo la decostruzione del corpo fisico per ricercare nuove forme e identità in esso contenute, affini al concetto di corpo cosmologico. A partire dall’analisi delle relazioni e fusioni che avvengono fra corpi, Martino suggerisce quindi una nuova idea di famiglia collettiva, identificandola in un corpo unito che si muove insieme a tutta l’energia del Cosmo.
Deborah Martino vive e lavora a Torino, dal 2020 lavora come assistente dell’artista Paolo Cirio, nel 2021 si è laureata nel triennio di Arti multimediali presso l’Università Iuav di Venezia. Il suo lavoro è stato incluso nelle mostre: “UNCOATED-CONTENT”, Mucho-Mas! Artist run space, Torino (IT); “LAB1” ArtVerona, Verona (IT); “Esterno Notte”, CAMERA - centro italiano per la fotografia, Torino (IT); “DISFA”, LINK, Bologna (IT).
Marco Sgarbossa
La sua ricerca si muove principalmente tra installazione, scultura e disegno. Nel suo lavoro impiega materiali talvolta non immediatamente percepibili agli occhi, o che hanno subito processi di alterazione e trasformazione prima di raggiungere il momento dell’esposizione. La dimensione che Sgarbossa è interessato a investigare corrisponde a una realtà complessa, che include fraintendimenti e malintesi. Essa è colma di punti di svolta inaspettati che interrompono e invertono clamorosamente il senso di una narrazione ideale, lineare e condivisa.
Marco Sgarbossa vive e lavora tra Venezia e Torino, laureato in Arti Visive presso l’Università IUAV di Venezia, ha esposto in mostre personali e collettive presso istituzioni private e gallerie, tra cui: Osservatorio Futura, Torino (IT); Premio Fondazione Francesco Fabbri, Pieve di Soligo (IT); Premio Combat, Livorno (IT); Spazio Punch, Venezia (IT); Double Room Gallery, Trieste (IT); TBC Organization, Los Angeles (US); Exact Science Gallery, Los Angeles (US).
La curatrice Giulia Menegale
Avvalendosi di una prospettiva intersezionale ed elaborando un’analisi della realtà attraverso la teoria degli affetti e l’analisi istituzionale, la ricerca di Giulia Menegale si focalizza sul valore epistemologico delle emozioni negative e il loro ruolo potenziale nei processi di formazione del soggetto, al di là di paradigmi sociali portanti, interiorizzati dal singolo.
Giulia Menegale è curatrice indipendente e ricercatrice, ha completato la magistrale in Contemporary Art Theory presso Goldsmiths, University of London nel 2020 e una triennale in Arti Multimediali presso Iuav (Università di Architettura di Venezia) nel 2018. Giulia Menegale ha collaborato presso diverse istituzioni nazionali e internazionali come assistente curatoriale, editoriale e ricercatrice: Looking Forward C.I.C. (Londra, UK), Castello di Rivoli - Museum of Contemporary Arts (Torino, IT), Island gallery (Bruxelles, BE) e Taryn Simon Projects (New York, US); suoi articoli sono stati pubblicati da: WCS/CD (Belgrado, RB), Subbcultcha (Amsterdam, NL), Artillery Mag (L.A., US) e altre riviste accademiche.
Giulia Menegale ha preso parte a diverse residenze e perfezionato i propri studi nell’ambito di corsi specializzati in curatela: Bagni d’Aria (Torino, IT), Salzburg Summer Academy (Salisburgo, AU), IMMA- Art and Politics Summer School (Dublino, IR), Unidee, Fondazione Pistoletto (Biella, IT) e Ramdom (Lecce, IT).