Luce Figura Paesaggio. Capolavori del Seicento in Umbria
L’Umbria, i suoi pittori e le sue committenze si mostrano partecipi di un secolo rivoluzionario per la cultura figurativa italiana. Il percorso espositivo a cura di Cristina Galassi si articola attraverso un considerevole numero di dipinti, circa sessanta, rappresentativi delle varie correnti e tendenze che si affermano nel corso del XVII secolo.
Comunicato stampa
Luce Figura Paesaggio. Capolavori del Seicento in Umbria è il titolo della nuova iniziativa promossa dalla Fondazione per l’Istruzione Agraria, in collaborazione con Regione Umbria, Comune di Perugia, Università degli Studi di Perugia, FAI Umbria, con il sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia e con il patrocinio della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio dell’Umbria.
Dopo il successo della grande mostra dedicata al Sassoferrato torna a schiudersi lo scrigno del complesso monumentale di San Pietro in Perugia, con i suoi capolavori ospitati nella Galleria Tesori d’Arte e nella straordinaria Basilica. La mostra, nel segno di una stretta collaborazione tra enti e istituzioni del territorio (Galleria Nazionale dell’Umbria, Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia, Fondazione Orintia Carletti Bonucci, Fondazione Marini Clarelli Santi, Università degli Studi di Perugia, Regione Umbria, Comune di Perugia, Accademia di Belle Arti, Centro Edile per la Sicurezza e la Formazione) ma anche collezionisti privati, vuole gettare luce sull’enorme patrimonio artistico del Seicento in Umbria, documentandone in maniera eccellente la ricchezza e la varietà.
L’Umbria, i suoi pittori e le sue committenze si mostrano partecipi di un secolo rivoluzionario per la cultura figurativa italiana, alla ricerca di nuove potenzialità espressive. Il percorso espositivo a cura di Cristina Galassi si articola attraverso un considerevole numero di dipinti, circa sessanta, rappresentativi delle varie correnti e tendenze che si affermano nel corso del XVII secolo: la cultura tardo manieristica di Federico Barocci e Ventura Salimbeni convive con il filone classicista di Gian Domenico Cerrini e di Sassoferrato, con il naturalismo di matrice caravaggesca e guercinesca (nei dipinti dello Spadarino, di Orazio e Artemisia Gentileschi), con l’espressività barocca di Pietro da Cortona, Pietro Montanini e François Perrier. Una pluralità di accenti che riserverà delle sorprese in una regione famosa soprattutto per il suo patrimonio archeologico, per i suoi monumenti di epoca medievale e per il suo Rinascimento. Un’occasione unica, quindi, per ammirare opere mai o poco viste, per la prima volta presentate vis-à-vis, raccolte per l’occasione nella magnifica cornice dell’antichissima abbazia perugina.