Lucia Bianco / Costanza Costamagna
La creatività di due donne, che librano sensibilità contemporanee e richiami classici, incontrandosi su crinali in apparente contraddizione, per rivelarci un’espressività complessa che esalta il loro fare arte intriso di una forte valenza femminile.
Comunicato stampa
La creatività di due donne, che librano sensibilità contemporanee e richiami classici, incontrandosi su crinali in apparente contraddizione, per rivelarci un’espressività complessa che esalta il loro fare arte intriso di una forte valenza femminile.
E così Costanza Costamagna, con il disegno e la pittura, pur muovendo da un segno apollineo, che ci conquista subito con la perfezione e la bella maniera, che pare innalzarci verso la pura estetica, ben presto ci conduce, quasi volesse evocare il suo contrario, verso la frammentarietà del presente ed una bellezza che vive i segni di questa nostra modernità sospesa tra sogno e realtà.
Lucia Bianco, seguendo i dettami di un fare antico, che trova nella forma e nella preziosità dei materiali, passando talora per intrecci che evocano immagini industriali che hanno attraversato il nostro paese in anni non lontani, crea gioielli che vivono appieno il senso di una spiazzante contemporaneità. Ci fa infatti trovare pietre laddove ci aspetteremmo di trovare metalli e viceversa, inserendo a volte con giocosa ironia acquerelli e materiali altri come il cemento od il plexiglass, come a prendere le distanze dal concetto aulico di gioiello.
Il canone inverso si materializza quindi nell’oggetto e nel suo contrario: il tutto ed una parte di esso, la perfezione immaginata e la realtà manchevole, l’ironia che distrugge la forma per aggregarla su altre polarità, mostrandoci come a volte la vita sia un esercizio di prospettive e ribaltamento di concetti.
Questo il senso del dialogo tra queste due creatività che si incontrano con molti rimandi e punti di contatto e che generano oggetti d’arte godibilissimi e finemente realizzati, qui riuniti a testimoniare l’interdipendenza tra le varie pratiche artistiche ed a proporci punti di vista spesso inediti.
Ma cos’è l’arte se non aprirsi a visuali altre, che, connotate di rimandi colti, ci mostrano ciò che prima non c’era?
Roberto Perugini