Luciana Picchiello – Mare Mediterraneo
Concepita secondo “tre grandi capitoli”, la personale prevede diverse forme espressive: dalla pittura al video e dall’installazione alla fotografia.
Comunicato stampa
L’artista, si avvale di molteplici forme espressive che vanno dalla pittura al video e dall'installazione alla fotografia, espone in una sala della Ex Tonnara Florio di Favignana dal 21 giugno al 28 ottobre 2018. "La mostra si compone di tre grandi capitoli, a partire dalla grande, suggestiva e drammatica installazione Mare Mediterraneo- area cimitero, dove una grande carta geografica metallica, che occupa un intero ambiente, ci rivela solo la forma oscura del mare che ritaglia le terre e i paesi che lo circondano come un manto luttuoso che avvolge tutte le persone ingoiate nei loro viaggi da acque che non li restituiranno più. A questo grande lavoro si uniscono poi le foto dei relitti abbandonati che l’artista ha scattato nel porto di PortoPalo di Capopassero e Catania, barconi e barchette noti come “carrette del mare” che hanno portato i migranti fino all’approdo di salvezza o fino alla morte, che l’artista ha ricomposto in un catalogo di oggetti dimenticati e accumulati come reminiscenze di rotte perdute, di partenze e di derive, di sogni infranti e di speranze più o meno realizzate. La vita si riaddensa, come un filo riavvolto, su quei rottami dimenticati che Luciana Picchiello, con il suo sguardo elegiaco, riporta indietro dal buio della dimenticanza, riproponendoli all’attenzione del mondo da cui sembravano essere stati espulsi. In questo contesto, Luciana Picchiello ha legato anche il fato, il viaggio e la memoria, attraverso la metafora delle stelle che indicano le rotte sul mare e che segnano il destino delle persone, elemento poetico dell’altro nucleo di sue opere. L’artista ha costruito infatti un gruppo di scatole metalliche dove i fili di rame compongono le forme di costellazioni che sovrastano vecchie fotografie di persone emigrate e di luoghi spopolati dall’emigrazione, immagini lontane di donne e uomini spesso provenienti dai luoghi di origine dell’artista, documenti vivi di quando i migranti che abbandonavano dolorosamente la propria terra eravamo noi italiani. Queste scatole del ricordo e dell’assenza, con i fili che tracciano le fortune mutevoli della partenza e della migrazione, diventano così dei sepolcri e delle custodie, urne che rinchiudono le fattezze e la presenza di ignoti esseri umani, ma anche oggetti in grado di salvare frammenti di vite e di luoghi che gli anni hanno reso impalpabili ed evanescenti, piccoli marchingegni che trovano una misura lirica utile a ridurre le distanze fisiche, cronologiche e simboliche, strumenti per ricomporre le separazioni e per trovare il significato dell’intreccio di molti viaggi smarriti tra le correnti del mare del tempo". (Prof. Lorenzo Canova) La mostra è stata realizzata grazie alla collaborazione tra l'ARATRO (museo laboratorio per l'arte contemporanea dell'università degli studi del molise) e la Regione Siciliana -Assessorato per i beni
culturali e dell'identità siciliana - Polo Regionale di Trapani e Marsala per i Siti Culturali ed il Patrocinio del Comune di Favignana.