Luciano Ghersi – Tessere in grande Tessere tutto
In mostra oltre cinquanta opere (stoffe, arazzi, tappeti) dell’artista tessile Luciano Ghersi.
Comunicato stampa
Giovedì 9 febbraio 2012, alle ore 17 presso il St.Stephen's Cultural Center Foundation - a Roma in Viale Aventino, 17- si inaugura la mostra “Tessere in grande, Tessere tutto” che presenta oltre cinquanta opere (stoffe, arazzi, tappeti) dell’artista tessile Luciano Ghersi.
La mostra rimarrà aperta dal 10 al 17 febbraio e dal 27 febbraio al 2 marzo su appuntamento ogni giorno della settimana dalle 10 alle12 e dalle 13.3 alle-16.
Nella sua lunga carriera, Luciano Ghersi ha utilizzato diversi tipi di telaio a mano,europei, orientali e africani, e ha tessuto di tutto: lana, seta, canapa, oro, ferri vecchi, antiche pagine, filo spinato. Oltre al corpo e alla macchina, che resta sempre un telaio a mano, pure la materia prima ha la sua parte nei segni della tessitura.
Ormai è una moda, ma Ghersi ricicla i rifiuti di plastica da quasi 20 anni ed oggi è preoccupato per la prossima estinzione del polietilene.
Le opere presentate a Roma sono sostanzialmente arazzi da appendere a muro e hanno dimensioni varie, dai 12 cm a 3 metri ed oltre. Questi mini e maxi arazzi sono realizzati soprattutto con materiali di recupero: carta di libri antichi, stoffe pregiate e campionari di alta moda, imballaggi di plastica, reti da pesca, calzerotti di lana, cravatte e ferri vecchi.
Prima di entrare nella tessitura, le pagine di libro, le stoffe e le plastiche sono sezionate e ridotte in strisce, secondo un processo molto popolare nelle arti tessili tradizionali. Reti da pesca, cravatte e ferri vecchi possono invece essere tessuti direttamente.
Luciano Ghersi, che subito dopo la laurea in Filosofia ottenuta nel 1976 ha sempre fatto il tessitore a mano, ci tiene moltissimo a dichiararsi artigiano ma ha fatto varie mostre in vere gallerie. Così lo presentò Bruno Munari, nel 1981: "Guardando uno di questi tessuti appeso al muro si può ripercorrere l'operazione del tessere e capire lo stato d'animo e il pensiero del tessitore. Cosa volete di più da un tessuto?"
Ghersi infatti non fa, né ricopia disegni progettati sulla carta; si appaga dei segni tracciati dai gesti corporei del tessere con un telaio. Dice che "Ciascun telaio può offrire segni diversi, come diverse amanti possano dare diversi piaceri, se ci si accosta senza schemi e preconcetti.
Così il tessitore insieme col telaio dà vita a una 'macchina desiderante'.
E' un fatto ancestrale, risale alle origini di qualsiasi cultura... e questo può spiegare il misterioso fascino della tessitura.