Lucio Del Pezzo – Ritorno al futuro
L’esposizione ripercorre la congruenza di un’esperienza pittorica che nasce nel dopoguerra e prosegue con un personale e sociale percorso di categorizzazione di simboli e oggetti.
Comunicato stampa
In mostra un cospicuo corpus di opere che ripercorrono le tappe della produzione del Maestro e che vanno da alcuni rarissimi e fondamentali lavori storici degli anni 50 (Sole Giallo, 1958 e Frattura geologica, 1959) agli anni Sessanta in cui il linguaggio di Del Pezzo diviene particolarissimo, attuando una riflessione sui concetti di assemblage e di ready-made (Composizione, 1960 e Racconto Meccanico, 1961, Piccola Torre, 1963 e Flipper, 1967) sino al repertorio più noto dei Casellari e all’ultima produzione (Piccola mensola, Disseminazioni, 2015). In mostra anche una pregevole raccolta di chine.
L’esposizione ripercorre dunque la congruenza di un’esperienza pittorica che nasce nel dopoguerra e prosegue con un personale e sociale percorso di categorizzazione di simboli e oggetti.
Considerato grande maestro del pop europeo, Del Pezzo pur con suggestioni dada e surrealiste, organizza i suoi reperti in una dimensione architettonica, ordinata e metafisica, da archeologo, legando con il filo di un immaginario automatista le assonanze e la possibile convivenza di epoche e culture diverse e insegnandoci a parlare la lingua del mondo. In questo l’iter espositivo individua l’attualità senza tempo del suo linguaggio, analizzando formalmente epoche e contenuti differenti e svelando in opere completamente inedite una ricchezza e una vivacità del tutto impensata.
Come scrive nel testo in catalogo Raffaella A. Caruso “Del Pezzo l’archeologo che dal magma vulcanico della sua terra, dai panni stesi dei vicoli ha passato gran parte della sua vita a incasellare in edicole votive gli strumenti necessari per andare avanti e ridisegnare il mondo, traccia nuove traiettorie sparpagliando in soffio di vento, come in sogno, di nuovo le sue carte. Geniale. È come se consegnasse con queste Disseminazioni il suo lavoro nelle mani di noi spettatori chiamandoci all’agire. In prima persona. Chiedendo di ripercorrere, adesso che ci ha fornito gli strumenti, strade nuove. Invitandoci a nuove consapevolezze. In questi tempi duri dove si guarda il cielo per non combattere sulla terra, in questi tempi di astronavi e in cui si cercano segnali da pianeti lontani Del Pezzo aveva previsto tutto del necessario e umano ritorno al futuro.”