Lucio Fontana e l’annullamento della pittura
Una mostra dedicata all’artista che ha cambiato la storia dell’arte, organizzata dal Comune di Cherasco e Cherasco Eventi con il patrocinio di Regione Piemonte.
Comunicato stampa
Cherasco dedica un’importante mostra a Lucio Fontana, celebre a livello mondiale per i suoi “Tagli” e per i “Concetti spaziali”.
Protagonista di una radicale e fondamentale innovazione artistica, Fontana si allontanò dalla tradizione pittorica precedente attraverso scelte totalmente nuove, quali l’uso del monocromo e di materiali come vetro, plexiglass e acciaio scelti per esaltare la luce, il movimento e il cambiamento nel concetto di spazio.
Nelle parole della curatrice della rassegna, Cinzia Tesio «Fontana ha proposto una variante originale della poetica del segno: esso non si posa più sulla tela, bensì la attraversa per negarle la funzione di schermo e per affermare invece la sua natura di piano apertamente proteso nello spazio, quasi superficie radar destinata a captare le frequenze di uno spazio illimitato. Attraverso il percorso nella spazialità energetica di Lucio Fontana, la mostra fa luce su alcuni passaggi che, a partire dagli anni Sessanta, sono risultati il nucleo vitale dell’arte italiana: primo fra tutti il concetto di linguaggio trasparente, legato sì al gesto, ma non all’identità psicologica dell’artista, non votato quindi al narcisismo, ma inteso ad esaltare la corrente sotterranea della materia: la tela o il magma di ceramica, la lastra di metallo o l’impasto di colore».
Ai più di venti capolavori di Fontana in esposizione si affiancano altre ottanta opere di una quarantina di artisti che permettono di documentare, per la prima volta in Piemonte, la straordinaria avventura artistica del Gruppo Zero, movimento nato in Germania alla fine degli anni Cinquanta del Novecento e poi diffusosi in tutto il mondo nel segno di una rottura definitiva con i dogmi della pittura, alla ricerca di una nuova libertà creativa, un “ripartire da zero” che diede vita ad una nuova poetica orientata alla libera creatività e con molti punti di contatto con l’elettromeccanica, la cinetica, l’elettromagnetismo alla quale si ispirarono numerosi artisti quali gli aderenti al Gruppo Gutai giapponese, gli esponenti del Gruppo N, del Gruppo T, del Grav, del Nouveau Realisme, di Azimuth e infine dell’arte analitica e concettuale.
Le opere esposte, provenienti da collezioni private di tutto il Nord Italia e da gallerie di respiro internazionale, consentiranno di rivivere il clima di ricerca artistica che pervase quegli anni e di coglierne in modo naturale gli assunti teorici, anche grazie ad una ricca documentazione.
Chiude il percorso di questa grande mostra una sezione dedicata agli esiti più recenti della “Pittura non pittura”, quasi fino al contemporaneo.
Dice l’assessore alle manifestazioni Marella Fumero: «Cherasco si conferma città orientata alla promozione della cultura: ci piace considerarla come un laboratorio che produce bellezza, costantemente proiettato verso traguardi sempre più ambiziosi. Questa mostra è la prova tangibile di queste intenzioni: un’esposizione complessa e articolata che è stata possibile grazie agli sforzi congiunti dell’Amministrazione comunale e dei tanti professionisti che hanno collaborato alla buona riuscita dell’evento».
L’esposizione, promossa da Regione Piemonte, Città di Cherasco e Associazione Cherasco Eventi, è curata da Cinzia Tesio con la collaborazione di Riccardo Gattolin e la direzione tecnica di Maurizio Colombo. In catalogo testi di Cinzia Tesio, Paolo Turati, Dario Lorenzati, Rino Tacchella, Monica Naso.
Tra gli altri artisti in mostra si citano
Piero Manzoni, Agostino Bonalumi, Guenther Uecker, Otto Piene, Heinz Mack, Adolf Luther, Paolo Scheggi, Dadamaino, Enrico Castellani, Gianfranco Pardi, Mimmo Rotella, Arman.
La sede espositiva
Costruito tra il 1616 e il 1620 da Giovanni Salmatoris, ricco commerciante di sete, Palazzo Salmatoris oggi è di proprietà del Comune di Cherasco che lo ha trasformato in un importante centro culturale e artistico, sede di mostre e rassegne. Recentemente sottoposto ad un sapiente restauro, oggi il palazzo si presenta ampliato e razionalizzato negli spazi espositivi, suddivisi tra piano nobile e secondo piano per un totale di circa 450mq suddivisi in undici sale.
Nella sua storia il palazzo ha visto svolgersi importanti eventi: nel 1631 ospitò il futuro cardinale Giulio Mazzarino e gli altri membri delle delegazioni internazionali qui convenute per la firma della pace che pose fine alla guerra di Successione di Mantova e del Monferrato; nel 1706, a causa dell’assedio francese di Torino, fu ricovero della Santa Sindone durante il suo trasferimento cautelativo a Genova. Nel 1796, nel corso della prima Campagna d’Italia, vi soggiornò anche Napoleone: fu qui che il 28 aprile impose al Regno di Sardegna la firma di un armistizio con pesantissime clausole. Conserva affreschi di Sebastiano Taricco, Benedetto Nicolis di Robilant e decorazioni di Giovanni Battista Borra.