Lucio Rosato
Presentazione in anteprima de “La casa poggiata o dell’accoglienza”, progetto pensato per Lampedusa e dedicato al Mediterraneo.
Comunicato stampa
Sarà presentato in anteprima il progetto di Lúcio Rosato pensato per Lampedusa e dedicato al Mediterraneo: una casa dell’accoglienza dal forte valore simbolico dove è evidente il rimando alla iconografia del racconto della casa della Madonna nera di Loreto, tanto che, in una cartella di 8 stampe, disegni e collage (presentata nella stessa occasione), l’autore scrive: “non è vero che da piccolo ho visto la Madonna, ma vero è che da piccolo ho più volte pensato di prendere un filo (portarlo con me a Loreto) e farlo passare, tenendolo teso, sotto quella che dicono essere la sua casa: io da una parte e dall'altra mia madre che raccontava di una casa sospesa come portata dagli angeli in volo, poggiata”.
la casa dell’accoglienza è composta da otto case, una dentro l'altra: “di rete leggera la prima trapassata dai venti e di cristallo la seconda, per non fermare la luce che posa fili d'ombra sulla polvere grigia, cemento della terza; se la quarta è disegnata da un filo di acciaio è bianca la quinta, come una stanza, mentre è di luce la sesta; di legno la settima casa, alcova e scrigno a trattenere l'ottava, l'ultima casa, di pietra nera della Maiella (alla montagna sottratta) che vola, verso il sud viaggia, e a Lampedusa, prima pietra, si posa” (LR)
al centro dello spazio di usomagazzino è infatti poggiato un piccolo monolite in pietra nera della Maiella tagliato a disegnare una casa che farebbe pensare ad un modello di questa architettura, trattasi invece della prima pietra che, all’inizio del nuovo anno, sarà portata in dono e messa a giacitura sulla terra più alta di Lampedusa, dove resterà in attesa di una improbabile realizzazione dell’ambizioso progetto.
Se la prima pietra è la casa ultima, nella quale è impossibile entrare, se rappresenta il grembo materno è anche la prima casa da dove tutti siamo usciti: una porta che non possiamo aprire ma che comunque ci accoglie come un faro, non visibile ma presente, al centro del grande mare.
La data di inaugurazione di questa esposizione non è casuale, ma dettata dal desiderio di ricordare il giorno in cui, secondo la tradizione, gli angeli hanno portato in volo la casa della Madonna a Loreto: la notte tra il 9 e il 10 dicembre del 1294.
insieme alla prima pietra sono esposti altri lavori di Lúcio Rosato legati a questa riflessione progettuale: casa dentro, composto da due sagome di casa, a dimensione di uomo, poggiate sulla parete bianca, che accennano, come fossero ali, ad un movimento (la prima di colore grigio cemento ha la faccia interna nera che si riflette, insieme a noi, nell’altra sagoma fatta di specchio per farci essere dentro, insieme nel riflesso, nella casa dell’accoglienza); poi, in come un reliquiario, sono collocati disegni di studio e piccoli multipli in pietra della casa poggiata.
Lúcio Rosato, architetto, viaggia sui territori al limite tra la concretezza del pensiero e l’astrazione della materia realizzando installazioni e architetture permanenti. Insegna teorie di progettazione all’Università Europea del Design di Pescara. Ha pubblicato La città negata (Franco Angeli, Milano 2008) e con la casa editrice Libria di Melfi: Case (con Tonia Giansante, 2004), Sui territori al limite (2007), Le stanze di Tonia (con le fotografie di Iacopo Pasqui, 2012), La città adriatica - riflessioni a margine sulla periferia continua (2012) con un saggio di Franco Purini. Nel 2012 gli è stato conferito il premio Architettura d’Abruzzo. I suoi lavori sono stati esposti in rassegne nazionali e internazionali e pubblicati su riviste e libri di settore. Vive e prende appunti a Pescara.