Ludwig Pollak. Archeologo e mercante d’arte (Praga 1868-Auschwitz 1943)

Informazioni Evento

Luogo
MUSEO EBRAICO
Via Catalana, Roma, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

Museo di Scultura Antica Giovanni Barracco
Ottobre – maggio: da martedì a domenica ore 10.00 - 16.00 (ingresso consentito fino alle 15.30)
24 e 31 dicembre ore 10.00 - 14.00 (l'ingresso è consentito fino alle 13.30)
Giugno – settembre: da martedì a domenica ore 13.00 - 19.00 (ingresso consentito fino alle 18.30)
Giorni di chiusura: lunedì, 1 gennaio, 1 maggio, 25 dicembre
Ingresso gratuito

Orario Museo Ebraico di Roma
Novembre- gennaio: da domenica a giovedì ore 9.30 - 16.30
(ingresso consentito fino alle 15.45)
Febbraio - Marzo: da domenica a giovedì ore 10.00 - 17.00
(ingresso consentito fino alle 16.15)
venerdì 9.00 - 14.00 (ingresso consentito fino alle 13.15)
Marzo - ottobre: da domenica a giovedì ore 10.00 - 18.00
(ingresso consentito fino alle 17.15)
venerdì 9.00 - 16.00 (ingresso consentito fino alle 15.15)
Giorni di chiusura: il sabato e durante le festività ebraiche

Vernissage
04/12/2018

su invito

Biglietti

Intero: € 11,00 Ridotto: € 8,00 Gruppi: € 8,00 a persona (min. 20 persone, un accompagnatore gratis) Studenti: € 5,00 Disabili, bambini sotto i 10 anni (escluso gruppi), membri Icom, giornalisti, Forze dell'Ordine: ingresso gratuito

Patrocini

Promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Crescita culturale - Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali
Comunità Ebraica di Roma

Organizzazione Museo Ebraico di Roma con Zètema Progetto Cultura

Editori
GANGEMI EDITORE
Curatori
Orietta Rossini, Olga Melasecchi
Uffici stampa
ZETEMA
Generi
documentaria

Cover: Casa Pollak in Palazzo Odescalchi. Gli anni d’oro del collezionismo internazionale. Da Giovanni Barracco a Sigmund Freud.

Comunicato stampa

“…La Roma dell’ultimo trentennio del secolo XIX ha visto una schiera di intelligenti raccoglitori di antichità classiche”.
L’affermazione è di Ludwig Pollak, uno dei maggiori protagonisti di questa importante stagione dell’archeologia e del mercato dell’arte internazionale tra Otto e Novecento, primo direttore onorario del Museo di Scultura Antica Giovanni Barracco di Roma, dove sono custoditi la sua Biblioteca e l’Archivio.

In occasione dei 150 anni dalla sua nascita, a Praga nel 1868, e a 80 anni dalla promulgazione delle Leggi razziali in Italia, il Museo Ebraico di Roma e il Museo di Scultura Antica Giovanni Barracco ospitano la mostra Ludwig Pollak. Archeologo e mercante d’arte (Praga 1868 – Auschwitz 1943). Gli anni d'oro del collezionismo internazionale. Da Giovanni Barracco a Sigmund Freud, promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Crescita culturale-Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, e dalla Comunità Ebraica di Roma, organizzata dal Museo Ebraico di Roma con Zètema Progetto Cultura.
Con il supporto scientifico di SPI – Società Psicoanalitica Italiana e Istituto Italiano di Studi Germanici.
A cura di Orietta Rossini e Olga Melasecchi.

Grande esperto di antichità, grande archeologo e abilissimo mercante d’arte, Ludwig Pollak è ricordato anche per importanti scoperte archeologiche, tra cui il ritrovamento del braccio originale del Laocoonte. La sua appartenenza al mondo culturale e religioso ebraico, oltre alla comune passione per l’archeologia, ha inoltre favorito i suoi legami di amicizia e collaborazione con eminenti personalità della cultura viennese di fine secolo, in particolare con Sigmund Freud ed Emanuel Loewy. Purtroppo l’origine ebraica ha anche comportato un suo progressivo isolamento, a partire dagli anni ’30 del Novecento, con l’espulsione nel 1935 dalla Biblioteca Hertziana e, infine, il tragico epilogo della sua vita nel campo di sterminio di Auschwitz-Birkenau, dove fu deportato con la moglie e due figli, vittima dei rastrellamenti di Roma del 16 ottobre 1943. Di grande interesse sono perciò le testimonianze relative ai suoi rapporti con l’ebraismo: dalle radici nel mondo askenazita praghese, al viaggio in Palestina agli inizi del ’900, dall’interesse per le opere di judaica, con la riproduzione integrale dell’Haggadà Prato, capolavoro dell’arte miniata spagnola del secolo XIV, alla drammatica narrazione della sua tragica fine.

Primo ebreo non convertito a ricevere la Croce di Commendatore da un papa, Pio X, per la scoperta del frammento del Laocoonte (donato al Vaticano e in seguito ricollocato sul gruppo originale), si devono a lui anche la ricomposizione del gruppo “Atena e Marsia” di Mirone (l’Atena fu poi venduta alla Liebieghause di Francoforte); l’identificazione del guerriero ferito di Kresilas, oggi al Metropolitan di New York; il riconoscimento della cosiddetta “Fanciulla di Anzio” poi acquistata dallo Stato italiano. È sempre Pollak a realizzare uno dei primi cataloghi scientifici di oreficeria greca antica per il grande collezionista russo Nelidow e il primo grande catalogo di bronzi rinascimentali per la collezione di Alfredo Barsanti, oggi a Palazzo Venezia.

Quale consulente e “fornitore”, inoltre, Pollak intrecciò rapporti di collaborazione con grandi collezionisti europei, russi e americani, come Carl Jacobsen, industriale proprietario delle birrerie Carlsberg e fondatore della Ny Carlberg Gliptotek, e John Pierpont Morgan, il magnate americano. Tra le sue frequentazioni anche il conte russo Gregorio Stroganoff (per il quale, con Antonio Muñoz, realizzò il grande catalogo della collezione Stroganoff), il granduca reggente Giovanni Alberto di Meclemburgo-Schwerin e lo stesso Giovanni Barracco. Strinse rapporti con i curatori e gli agenti del Metropolitan di New York, come John Marshall, e con grandi collezionisti privati come il banchiere Edmond de Rothschild e molti altri le cui collezioni sono oggi nei maggiori musei del mondo. Pollak fu inoltre per più di vent'anni consigliere e amico del grande storico dell'arte Wilhelm von Bode, direttore generale dei Musei di Berlino, di cui può essere considerato l’agente “romano”.

Le oltre cento opere in mostra (dipinti, sculture antiche, vasi greci, acquerelli, libri rari e fotografie d’epoca, inediti documenti d’archivio) nella sede del Museo Barracco e nella sede del Museo Ebraico di Roma ripercorrono le tante storie che accompagnarono la vita del grande collezionista, partendo dai ritratti: quelli di Ludwig Pollak stesso, di sua moglie Julia Sussmann Pollak e del conte Grigorij Sergeevic Stroganoff, provenienti dal Museo di Roma. Di grande rilevanza il cartone del Domenichino con Salomone e Betsabea e il Ritratto di Dorothea Denecke von Ramdohr con la figlia Lilli del 1819, anch’essi dal Museo di Roma. Dalla sala macchine del Museo della Centrale Montemartini proviene invece la Testa ritratto dell’imperatore Claudio di marmo lunense. Tutte le opere sopra citate facevano parte della collezione personale di Ludwig Pollak e sono state successivamente donate dalla cognata unica superstite al Comune di Roma.

Molto interessanti le opere provenienti dal Freud Museum di Londra, 16 maschere e applique in bronzo di soggetto vario e un volume a stampa con dedica autografa, che testimoniano il rapporto di stima che legava Pollak al fondatore della psicoanalisi. I due si incontrarono più volte a Vienna tra il 1917 e il 1918, come testimoniano le annotazioni di Pollak nei suoi Diari, custoditi al Museo Barracco. Da questa frequentazione risalta l’importanza che l’archeologia ha avuto per le teorie freudiane, in termini di “scavo”, di “analisi stratigrafica” e di recupero di ricordi sepolti come reperti nelle profondità della psiche. In mostra, tra le altre foto, il dettaglio dell’appartamento di Sigmund Freud a Vienna in cui Pollak catalogò la sua collezione nel 1917.

Affascinanti anche le foto di viaggio, realizzate all'inizio del Novecento, che testimoniano gli spostamenti di Pollak legati soprattutto ai suoi interessi di collezionista e archeologo, con immagini d’epoca dell'Oriente Mediterraneo – Grecia, Egitto, Siria, Palestina, Impero Ottomano – mai esposte finora. Significative le immagini delle varie dimore romane del collezionista in alcuni palazzi nobiliari della capitale, vere e proprie case-museo, come la foto dell’ultima abitazione in Palazzo Odescalchi. In mostra anche le foto mai esposte dell’Archivio Pollak, come la splendida veduta del Foro romano alla fine dell’Ottocento che riporta a penna l’indicazione delle prime abitazioni romane dell’archeologo.

Tra le opere mai esposte anche due ceramiche provenienti dai depositi del Museo di Roma, un’anfora etrusca a figure nere con scena di caccia del V secolo a.C. e un cratere a campana con figure rosse su fondo nero del IV a.C.