Luigi Carboni – La forma un attimo prima
In mostra nuovi lavori dell’artista dalla trama intricatissima di segni e intrecci che si addensano e si disperdono sulla superficie, fino a creare piani prospettici nella totale assenza di una spazialità tradizionale.
Comunicato stampa
Studio la Città inaugura sabato 26 novembre 2016 la personale di Luigi Carboni: La forma, un attimo prima. In mostra nuovi lavori dell'artista dalla trama intricatissima di segni e intrecci che si addensano e si disperdono sulla superficie, fino a creare piani prospettici nella totale assenza di una spazialità tradizionale.
Ai grandi olii e acrilici su tela, si affiancano opere di dimensioni più contenute che richiamano la tridimensionalità e l’utilizzo di forme geometriche catturate dalla pittura reticolare. Questa tecnica espressiva era già stata sperimentata dall’artista alla fine degli anni ’80, periodo in cui l'ibrido pitto-scultura era di moda, ma qui l’idea di partenza si evolve: il gioco concettuale tra l’ornamento e la forma – a volte rigorosa, in altri casi più psichedelica - genera delle opere in cui il colore si alza dal piano, cattura e riflette la luce e le ombre e unisce al caos dell’intreccio cromatico una più severa geometricità. Lo stesso Carboni, descrive in questi termini i suoi lavori:
“Classicità e sperimentazione sono il paradosso di una dialettica reciproca e simultanea, la bellezza contemporanea è percepita e concepita come una composizione di parti in contesa tra loro, dove il piacere visivo può trasformarsi in qualsiasi momento in abuso e dove l’oggetto più silenzioso può diventare molesto senza che ne capiamo i perché”.
In un testo scritto da Ludovico Pratesi durante la mostra del 2010, a Verona, il curatore che ben conosce il percorso stilistico dell’artista, pone anch’egli l’attenzione sulle contraddizioni che caratterizzano le trame del pittore, rivolte a mettere in discussione il confine tra astrazione lirica e figurazione del quotidiano, tra stile decorativo e risultato intimista portando l’oggetto pittorico all’essenza profonda del suo essere: tutto è li sotto i nostri occhi, perfettamente dispiegato in quella superficie satura di immagini, di segni fino al limite dell’impenetrabilità.
Anche in questa mostra la natura frammentaria e unitaria dell’opera, ritrae perfettamente quella della nostra epoca, un’unione di opposti che convivono nella loro diversità con tutte le incertezze e le incoerenze.
Luigi Carboni nasce a Pesaro nel 1957, dove vive e lavora. Oltre a Studio la Città, molte gallerie, sia in Italia che all’estero, gli hanno dedicato mostre personali: Jack Shainman Gallery, New York; Lumen Travo Gallery, Amsterdam; Patricia Faure Gallery, Los Angeles; Galleria Giò Marconi, Milano; Otto Gallery, Bologna; Studio La Città, Verona; Centro Arti Visive Pescheria, Pesaro; nel 2010 al MACRO, Museo d’Arte Contemporanea di Roma e la più recente del 2016 al MAC, Museo d’arte Moderna di Lissone.
Le sue opere sono presenti in numerose collezioni private e pubbliche: Galleria d’Arte Moderna di Bologna, Palazzo Reale Museo d’Arte Contemporanea di Milano, Collezione della Banca Commerciale Italiana, Banca Intesa, Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, Collezione della Farnesina, Collezione della Banca Unicredit, Collezione della Schaufler Foundation.