Luigi Cervone – Klero Prometeico

Informazioni Evento

Luogo
GALLERIA ART G.A.P.
Via Santa Maria in Monticelli, 66 , Roma, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

Da Domenica a Giovedì dalle 15.30 alle 19.30; Venerdì e Sabato dalle 15.30 alle 21.30

Vernissage
03/12/2016

ore 18,30

Artisti
Luigi Cervone
Curatori
Cecilia Paolini
Generi
arte contemporanea, personale

Luigi Cervone espone “Klero Prometeico”, rilettura del mito, metafora della ribellione alle autorità e alle imposizioni da cui l’uomo deve sciogliersi per rendersi pienamente libero.

Comunicato stampa

Dal 3 al 18 dicembre, presso la Galleria ART G.A.P., in via San Francesco a Ripa 105/a, Roma, Luigi Cervone espone “Klero Prometeico”, rilettura del mito, metafora della ribellione alle autorità e alle imposizioni da cui l’uomo deve sciogliersi per rendersi pienamente libero.

“Se l'uomo trovasse il coraggio di liberarsi dei vincoli imposti sul suo pensiero, riscoprirebbe un paio d'ali in luogo di mille catene”, scrive Luigi Cervone commentando la sua opera “Klero Prometeico”, dalla quale la mostra prende il nome.

Il mito del Titano Prometeo che rubò all’Olimpo il fuoco per donarlo all’umanità, consentendo il progresso della civiltà, risulta attuale più che mai secondo la visione di Luigi Cervone, anche in considerazione della punizione inferta al Titano ribelle che venne legato «con inestricabili lacci e con legami dolorosi» e condannato a un immortale tormento. Anche gli uomini, beneficati dalla disobbedienza di Prometeo, per non subire la stessa fine furono costretti a innalzare altari in onore di quegli dei che condannarono il suo salvatore.

Prometeo, l’eroe benefattore dell’umanità, diventa per Luigi Cervone il simbolo della ribellione alle autorità e alle imposizioni e del coraggio di avversare i falsi miti e le ingannevoli ideologie che non rendono l’uomo pienamente libero.

Il tratto netto e controllato nelle linee dei corpi dipinti dall’artista, rende perfettamente l’esplosione della forza che l’uomo esercita per liberarsi dai vincoli che lo incatenano. Il simbolo del fuoco, comune in tutte le opere, è metafora del grande dono del libero arbitrio, come piena consapevolezza e presa di coscienza di sé stessi; la piena salvezza della coscienza avviene, però, anche grazie a un’altra grandiosa caratteristica dell’essere umano: il sentimento, che rende l’uomo solidale con i propri simili e immune dalla solitudine, così come rappresenta una delle opere più emblematiche della collezione presentata, la scultura “La Sola Anima”.