Luigi Grande – Artista tra Novecento e contemporaneità
Tra la fine del 2013 e l’inizio del 2014 il pittore e scultore Luigi Grande ha donato a Genova, città capoluogo della sua regione d’adozione, quaranta opere.
Comunicato stampa
Tra la fine del 2013 e l’inizio del 2014 il pittore e scultore Luigi Grande ha donato a Genova, città capoluogo della sua regione d’adozione, quaranta opere. Lo ha fatto destinandole a due musei aperti al pubblico, alla Galleria d’Arte Moderna – che quest’anno celebra i cent’anni dal primo atto che ne sanciva l’esistenza nel 1914, e i dieci anni dalla riapertura completamente rinnovata nel 2004 - e al Museo dell’Accademia Ligustica di Belle Arti, dispiegando una generosità di cui si dà conto oggi con due mostre che documentano la sua carriera sul fronte della pittura, tra la metà degli anni Sessanta e la contemporaneità.
Il catalogo, edito da Sagep, è curato da Maria Flora Giubilei e da Giulio Sommariva. I saggi sono firmati dai due curatori e da Maria Teresa Orengo, alla quale spetta il compito di rievocare l’intensa amicizia dell’artista con il padre, il noto poeta e drammaturgo Vico Faggi. Franco Lecca e Ferdinando Galardi restituiscono dell’artista alcuni intensi ritratti pubblicati , sia sulla copertina , sia all’interno del catalogo.
Donazioni importanti che colmano una significativa lacuna della Galleria d’Arte Moderna – cui non difetta una tenuta di documentazione solo fino agli anni Quaranta compresi – e del Museo dell’Accademia presso il quale, nonostante i legami con gli artisti viventi di territorio, spesso pure impegnati come docenti presso la scuola, l’arte contemporanea, salvo rarissime eccezioni, è del tutto assente.
L’artista, che rivela occhi e sensibilità internazionali, vanta più di mezzo secolo di attività con mostre in tutta Italia, e rapporti con letterati, drammaturghi e poeti del suo tempo. Scosso nel profondo dalla tragica eredità culturale di regimi e di conflitti, è convinto, con lo stesso entusiasmo civico che dal suo atelier di Sestri Levante lo ha condotto ai portoni dei due musei genovesi, che il suo impegno d’intellettuale deve avere precise responsabilità di denuncia e di impegno sociale e civile.