Luigi Grossi – Aria Semi Terra
Luigi Grossi, artista poliedrico, continua a stupirci con le sue sperimentazioni. Attraverso una incessante ricerca interiore e visiva, Grossi, adopera tantissimi linguaggi della modernità per indagare il presente e il futuro.
Comunicato stampa
Luigi Grossi, artista poliedrico, continua a stupirci con le sue sperimentazioni. Attraverso una incessante ricerca interiore e visiva, Grossi, adopera tantissimi linguaggi della modernità per indagare il presente e il futuro. La materia è sempre la protagonista dei suoi lavori per rappresentare torsioni, equilibri, intersecazione di piani, leggerezza, movimento alludendo ai processi naturali e al loro trasformarsi nel tempo e nello spazio. L’occasione è un altro preteso per sperimentare diverse tecniche coloristiche ed inedite. L’artista napoletano, con lucida consapevolezza guarda il mondo con il proprio specchio, parlando della vita e il continuo rimando a se stessa. Mettendo a nudo la materia la fa rinascere liberandola dalla sua impurità, dalle sue false dottrine, metafora di nuova speranza, di ricchezza materiale e spirituale nuova, originaria. Attraverso i suoi lavori dissacratori, rivisitati in maniera minimale, sia per quanto riguarda le immagini che i linguaggi, Grossi, compie una sorta di primordiale atto creativo recuperando il formalismo dei segni come nel caso delle tre sculture che intendono rappresentare l’aria realizzate con dei “tagli” per simboleggiare archetipi raffiguranti le forze dell’universo. Nella sua pittura il linguaggio è diverso in ogni lavoro precedente. Grossi, dopo le numerose serie di opere di periodi differenti come “Bianco e Nero”, “One by One”, ”I neri”, ”I colori del nulla”, ”I volumi del nulla”, “Vibrazioni materiche”, ”In principio era la linea”, realizza altri lavori inediti come un gioco indagando i segni dell’origine: semi realizzati con la penna a sfera biro, la terra con tecnica mista su tele monocrome. L’idea è quella di legare le opere ai tre momenti indagati, appunto, l’anima, il corpo e il pensiero dell’uomo contemporaneo.” La fame visionaria di Grossi- scrive Aldo Masullo nel testo che accompagna la mostra- non assume mai la violenza di un'ingorda brama, come spesso in altri artisti succede. Essa è sempre temperata da una discrezione di fondo, che ingentilisce la rottura linguistica attraverso l'estrema purificazione del lessico (semplici colori, solitario gioco di bianco e nero, lievi increspature di vegetali apparenze, mai spigolosi geometrismi).“
Curata da Giuliana D’Autilio la mostra sarà visitabile fino al 6 settembre. Tentando di vedere l’originario nel gioco delicato di un accuratissimo calligrafismo d’inedite forme, Grossi presenta circa trenta opere , ricche di simbolismi che intendono rappresentare il bene e il male. Tingendosi di nuove speranze spirituali diventano così per Grossi motivo di studio e ricerca dell’inarrestabile trasformazione, esorcizzata attraverso le emozioni nella rassicurante stabilità del simbolo stesso.