Luigi Mainolfi – Il colore della scultura la forma della pittura 3

Informazioni Evento

Luogo
GALLERIA ADALBERTO CATANZARO
Via Monaco I, 3/B , Bagheria, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

dal martedì al sabato 16.00/20.00 - Chiuso lunedì

Vernissage
26/10/2019

ore 18,30

Artisti
Luigi Mainolfi
Generi
arte contemporanea, personale

Il percorso artistico di Mainolfi si colloca nell’ambito della Nuova Scultura, ed è partendo da una sorta di rifondazione di questa che recupera la dimensione artigianale e manuale del suo lavoro, come l’uso della terra e dei materiali classici della scultura, quali bronzo, marmo e legno.

Comunicato stampa

Nell'ambito della nuova fase di attività espositiva della galleria Adalberto Catanzaro di Bagheria, Sabato 26 ottobre 2019 alle ore 18.30 si inaugurerà la mostra “Il colore della scultura la forma della pittura 3” di Luigi Mainolfi, con il patrocinio dell'Assemblea Regionale Siciliana.
Il percorso artistico di Mainolfi si colloca nell’ambito della Nuova Scultura, ed è partendo da una sorta di rifondazione di questa che recupera la dimensione artigianale e manuale del suo lavoro, come l’uso della terra e dei materiali classici della scultura, quali bronzo, marmo e legno.

Mainolfi con la Sicilia ha un forte legame. È possibile osservare il suo lavoro in una delle stanze dell'Atelier sul Mare di Antonio Presti, a Castel di Tusa, dove l'artista riveste le pareti con un'esplosione di frammenti di terracotta, posiziona un letto in sospensione che fluttua apparentemente nel vuoto, aprendo lo sguardo e la mente al mare e al cielo, in un affascinante incrocio tra i quattro elementi, aria, acqua, terra e fuoco. Attraverso un'istallazione di opere a parete di grandi dimensioni, multicolori in terracotta, forma un unicum per raccontare l'infinito con elementi dove il colore e l'impasto materico sono diluiti e mescolati e l'orizzonte scultoreo risulta appiattito, andando a sfumare i contorni della pittura e della scultura.

Oltre ai pannelli di terracotta un'opera composta da nove tele, supporti che Mainolfi utilizza per accogliere la terra.
Si tratta di lavori dal titolo Polveri (2015), nei quali la polvere trova la sua dimora diventando segno, volume, superficie vibrante che si espande in movimenti e battiti.

« I lavori di Luigi Mainolfi – scrive Fabio Cavalucci - sembrano gareggiare con la natura nell'accumulare particelle, segni, elementi di base da cui prende forma un'ampia varietà di manufatti. È un po' come se, partendo dai materiali stessi, dalla loro intrinseca capacità di espandersi, di reagire chimicamente, l'artista li spingesse a proliferare come esseri viventi. Mainolfi ha osservato gli squarci di luce tra le piante del bosco, le sporgenze delle rocce, le spugne dei fondi marini, i muschi delle grotte, ha ascoltato i suoni e i rumori delle pietre e dei legni, e, tra le pieghe della realtà, ha visto esseri fantastici. La natura che l'artista crea si mostra affascinante, immensa, potente, da cui egli trae, di volta in volta, dei frammenti. »

Nella sua ricerca, Mainolfi ha progressivamente posto l’accento sull’impatto fisico e concettuale di una scultura che si fa simbolo di rinascita di una civiltà fondata sulla natura, sul vivente, sul mistero.