Luigi Menichelli – Leaves of grass
Decifrando lo svolgimento sia pittorico che scultoreo di questi ultimi lavori di Luigi Menichelli si arriva a un’insofferenza verso i confini compositivi: le foglie si dispongono liberamente nelle loro teche trasparenti smosse da riflessi, come se l’immobilità di ogni singola parte si avvicinasse a una caduta imminente, a uno spostamento irreversibile, bloccando nell’attimo un ordine prossimo a scomporsi.
Comunicato stampa
sabato 28 settembre 2013 prende il via la nuova stagione espositiva 2013/2014 della ROMBERG. Primo appuntamento con LUIGI MENICHELLI e la sua personale LEAVES OF GRASS che occuperà i due spazi espositivi della galleria.
Decifrando lo svolgimento sia pittorico che scultoreo di questi ultimi lavori di Luigi Menichelli si arriva a un'insofferenza verso i confini compositivi: le foglie si dispongono liberamente nelle loro teche trasparenti smosse da riflessi, come se l'immobilità di ogni singola parte si avvicinasse a una caduta imminente, a uno spostamento irreversibile, bloccando nell'attimo un ordine prossimo a scomporsi.
Vedi la costellazione perfetta delle cose nel perimetro mentale, e quindi anche fisico, che l'artista estende al mondo esterno per appropriarsene e restituirlo; le cose dicono la loro unicità facendosi linguaggio della materia senza scopo, che si rigenera scrollandosi di dosso i fantasmi del senso metaforico a tutti i costi. È il meccanismo perfetto dell'arte che non sta in una strategia, ma in un approccio totale alla vita.
La disposizione delle foglie, articolata come solo la disciplina del caso può rendere possibile, apre gli occhi per metterci qualcosa dentro: appaiono le venature, i graffi, il corpo vivo morto dei materiali, mentre le simbologie sulla condizione umana restano in lontananza, su un orizzonte che si spezza non appena l'artista interviene immergendo nel colore le foglie, aggiungendo passaggi nel processo di trasformazione dalla materia organica all'emozione estetica esalata, mettendoci di fronte a foglie alterate, cristallizzate, che sono pura presenza di sé. (Tratto dal testo in catalogo di Daniele Fiacco)