Luigi Ontani – Chi è fuori è fuori chi è dentro è dentro
Luigi Ontani è fra gli artisti che più hanno utilizzato il film e il video in Italia. Le sue numerose opere in Super8 e in video sono conservate nella raccolta della VideotecaGAM.
Comunicato stampa
Luigi Ontani è fra gli artisti che più hanno utilizzato il film e il video in Italia. Le sue numerose opere in Super8 e in video sono conservate nella raccolta della VideotecaGAM sin dall’anno della sua istituzione, nel 1999, all’ampio catalogo mancava però un’opera girata a Palazzo Taverna a Roma, in occasione degli Incontri Internazionali d’Arte: Chi è fuori è fuori, chi è dentro è dentro. Finalmente è stato possibile riversare il contenuto del master, un nastro mezzo pollice Sony V-32, e restituirne a distanza di alcuni decenni la visione e garantire la certezza della sua futura preservazione.
L’opera mostra il giovane Ontani ripreso di spalle, col volto contro il muro, nella tipica posizione di chi, nel gioco del nascondino, conta a voce alta prima di andare in cerca dei compagni. Se nel gioco i bambini sono soliti contare sino a trenta o poco più, Ontani sceglie di contare fino a 1972, anno di realizzazione del video. Soltanto dopo una puntuale elencazione degli anni trascorsi tra la nascita di Cristo e il 1972, l’artista, come risvegliatosi al presente, si gira verso il pubblico e dichiara: Chi è fuori è fuori, chi è dentro è dentro, facendo così coincidere la fine della sua azione con l’annuncio sotteso di un inizio.
Numerosi artisti utilizzavano in quegli anni la durata del nastro per mettere in scena un’azione ripetitiva che potesse distendersi monotona, senza cesure o variazioni narrative, per l’intera durata del video, facendo del tempo contenuto nel nastro un tempo solido, fattuale, concretizzato da un unico gesto ripetuto, secondo uno schema compositivo lineare che molto doveva alla musica minimalista. Apparentemente Ontani fa qualcosa di simile, ma è ancor più radicale nel suo far coincidere la durata temporale con un atto che è l’enunciazione stessa del passare del tempo. Nondimeno lo scarto immaginifico, che è proprio del suo lavoro sin dagli esordi, trova voce in quel sovrapposi dello scorrere del tempo quotidiano, con il tempo storico e cosmico degli anni che divengono nel gioco dell’artista brevi come secondi, ma pur sempre evocativi di avvenimenti, fatti storici, epoche, culture che inevitabilmente sfilano veloci nella nostra memoria ascoltando la galoppante concatenazione dei numeri pronunciati. È come se l’artista, con la leggerezza di un bambino, avanzasse rapido attraverso il tempo, come un nuovo angelo della storia, ma volto verso il futuro, come rapito dal desiderio d’incominciare a giocare e agire sotto il segno dell’arte, in quel presente la cui soglia si apre al numero 1972.
In mostra sono visibili in proiezione anche le prime opere girate da Luigi Ontani con una cinepresa Super8 presso lo Studio Bentivoglio di Bologna nel 1969 e sette stampe fotografiche realizzate dall’artista negli stessi anni, composte da alcune sequenze tratte dalle foto di scena.