Luigi Tolotti – Cathedral Effect
Inserita nel Science in the City Festival, una riflessione sulla percezione e sul principio di dualità che governa l’uomo e le scienze.
Comunicato stampa
Inaugurerà mercoledì 8 luglio alle 18 in streaming e sarà visitabile dal 9 all’11 settembre, in due diverse versioni e luoghi, la mostra Cathedral Effect, esposizione inedita dei lavori del fotografo e artista dell’immagine Luigi Tolotti. Nella mostra, proposta in due varianti differenti all’interno di spazio d’arte Trart, a Trieste, e della Galleria Prologo di Gorizia, l’autore indaga la relazione fra colori ed emozioni tramite le sue “light boxes”, opere che ricordano le finestre di una cattedrale. Tolotti è noto per la sua instancabile ricerca tecnica e scientifica nella rappresentazione dell’immagine fotografica, incluse le installazioni d’avanguardia. Per questo è il protagonista ideale di un’esposizione che rientra nel Science in the City Festival di ESOF2020, organizzata da Acquamarina Associazione Culturale, Trart spazio d’arte, in collaborazione con Associazione Culturale Prologo di Gorizia e Isomorph Srl. In quest’esposizione muovendosi tra percettibile e impercettibile, le “finestre” di Tolotti, attraverso continui loop visivi, rivelano, con l’aiuto delle luci, della musica e di immagini tratte dalla storia, l’arte, il cinema, la natura e l’attualità, ciò che è alla base della fisica teorica, della matematica, dell’energia e dell’uomo: il principio di dualità, positivo e negativo, vero e falso, visibile e invisibile, 1 e 0, in moto perpetuo. All’esposizione sarà associato un ciclo di tre conferenze e una visita guidata a cavallo tra arte e scienza, che avranno come protagonisti il fisico Hans Grassmann e lo stesso Tolotti e verranno proposte alla galleria Trart dal 16 luglio per quattro mercoledì successivi, oltre che in streaming. L’inaugurazione, che vedrà la partecipazione di Annamaria Castellan, Federica Luser, Franco Spanò, del fisico Hans Grassmann e del fotografo Luigi Tolotti, si potrà seguire in streaming su https://meet.google.com/gmg-bwzk-dqt. “A prima vista il lavoro di Luigi Tolotti è ipnotico. L’alternarsi delle immagini e dei colori risulta psichedelico. L’allestimento dei light-boxes sovrapposti rimanda ai riquadri delle vetrate gotiche e al loro impatto emotivo. Ma la loro visione scatena una riflessione profonda sul mondo delle immagini, sul bombardamento mediatico, su quanto la quantità di informazioni ne abbia diminuito il valore, fino ad annullarlo. L’effetto ipnotico è solo il livello più superficiale”, scrive la curatrice Federica Luser nell’introduzione alla mostra. Sono molti gli accostamenti insoliti proposti dalla mostra: la donna-robot di Metropolis, uno dei simboli del primo cinema di fantascienza, viene affiancata a Steve Jobs e al Cristo pantocrate, a fotografie naturalistiche e a vecchie foto di guerra. Questi arditi accostamenti, scrive Luser, rendono ancora più straniante il messaggio, spingendo il visitatore a pensare all’insensata ottusità che, tramite una comunicazione illusoria, vede l’umanità procedere, senza porsi particolari domande, verso obiettivi indotti e non necessari. “Considero la realtà nella quale viviamo insondabile - scrive Luigi Tolotti -. Riusciamo a interagire solo in una minima parte superficiale con il mondo come ci appare e la variazione di frequenze (cambiando i colori) mi aiuta a visualizzare queste mie considerazioni”. Senz’altro si tratta di una mostra in cui non è assente una nota ironica: “Ma è un’ironia amara, gestita nel migliore dei modi e con perizia tecnica - prosegue Luser -. Due immagini sovrapposte che sfumano una nell’altra a seconda del colore di cui sono investite. Colore che attira e distoglie con forte implicazione sul piano emotivo: basta cambiare la frequenza e qualcosa cambia. L’immagine si trasforma, rendendo tutto aleatorio. Il messaggio che stavamo seguendo non esiste più, incalzato da quello successivo, così in un loop gestito da chi manovra il telecomando, o come un criceto nella ruota che insegue chissà che! Niente di più lontano dalla maestosità delle vetrate e dal silenzio delle cattedrali gotiche, anche quelle però se viste solo a livello superficiale mantenevano unicamente l’effetto ipnotico. Nulla più…”. All’interno di Trart spazio d’arte (viale XX Settembre 33, Trieste), si potranno ammirare le opere nella loro interezza (con orario 18-20 da giovedì a sabato), mentre alla Galleria Prologo (via Isaia Ascoli 8/1, Gorizia) verranno esposti ritratti multipli di varie dimensioni e opere sfogliabili dai visitatori (orario 16-19 da lunedì a venerdì). Entrambe le esposizioni saranno visitabili gratuitamente ma su prenotazione (alla mail [email protected]), con accesso contingentato e nel rispetto delle normative vigenti. L’inaugurazione è in programma mercoledì 8 luglio alle 18: sia questo evento che le successive conferenze si potranno visionare anche in streaming sui siti www.trart.it, www.prologoart.it, lineamirror-scienceinthecity.uniud.it, e sui relativi canali social. Lo stesso vale per le mostre, di cui verrà proposta anche una visita virtuale sugli stessi canali.