Luis Israel Gonzalès Sosa
Venice Projects Fenice Gallery è ancora una volta impegnata nella presentazione di artisti che espongono per la prima volta in Italia.
Comunicato stampa
Venice Projects Fenice Gallery è ancora una volta impegnata nella presentazione di artisti che espongono per la prima volta in Italia.
Dopo la personale del belga Laurent Reypens è la volta di Luis Israel Gonzalès Sosa, cubano classe 1980.
Inaugurata il 17 ottobre la mostra Match 2015 alla Galleria Russo di Roma, dove Gonzales Sosa è stato co-protagonista con altri tre artisti della mostra curata da Chiara Casarin e Lea Mattarella, si aprono per lui le porte della Galleria in Campo Fantin a Venezia.
Gonzalès Sosa non è mai uscito da Cuba e il suo arrivo in Italia è stato dei più emozionanti. Dopo aver visitato la capitale ed averne ammirato le meraviglie, si appresta ora a immergersi nella bellezza di Venezia. Due luoghi che certamente traspariranno nella sua prossima produzione artistica, che si insinueranno nelle sue architetture disegnate minuziosamente, nelle sue città verticali dove l'antico e il moderno convivono in un equilibrio di sogno.
Il suo è un disegno, fatto di matita e di carboncino, di segni lenti e accurati nel dettaglio, una tecnica 'secca' e allo stesso tempo emozionante, coinvolgente.
Nelle sottili architetture, composte di colonne, edifici, terrazze, lampioni e scale, traspare tutta la storia dell’uomo e della sua arte edificatoria.
Grandi tele o disegni di misure più contenute si susseguono lungo le pareti della galleria con un ritmo che avvolge l'osservatore fino a renderlo soggetto partecipante, fino a farlo entrare nelle stanze di questi palazzi sospesi.
"Il sogno trasforma la realtà. Gonzàles Sosa gioca su impossibili equilibri di simboli, segnali di quell’altrove dove dovremmo tutti rivolgere lo sguardo almeno di notte quando le luci si spengono e ci rimane il pensiero rivolto ai nostri desideri, alla soluzione dei nostri enigmi, alle risposte per tutte le domande che la mattina riaccenderà. E’ come se nelle sue sottili città il pittore realizzasse l’intimo desiderio di un dio nomade alla ricerca dell’ambiente perfetto dove posare quella genialità architettonica che ha donato all’uomo. Ma questo ambiente non esiste e se esiste è mutevole. Allora spuntano ruote di carovana o bicicletta, corde per esperti funamboli, fragili e provvisorie palafitte. Incredibilmente tutto trova un suo perfetto equilibrio e il viaggio può proseguire.
Ne Le Città Invisibili, Italo Calvino (nato a Santiago de Las Vegas, Cuba) descrive con Zenobia il lavoro di Gonzàles Sosa, le sue Città Sottili, senza però rivelare alcuna ragione, alcun segreto delle decisioni prese da chi avrebbe costruito città come queste. Calvino rivela “Ma quel che è certo è che chi abita a Zenobia e gli si chiede di descrivere come lui vedrebbe la vita felice, è sempre una città come Zenobia che egli immagina, con le sue palafitte e le sue scale sospese, una Zenobia forse tutta diversa, sventolante di stendardi e nastri, ma ricavata sempre combinando elementi di quel primo modello”. (testo di Chiara Casarin tratto dal catalogo di Match 2015- Galleria Russo)
LUIS ISRAEL GONZALES SOSA
Nato il 31 gennaio 1980 a Sagua la Grande, Villa Clara, Cuba.
Diplomato alla Scuola Professionale d’Arte “Samuel Feijo”di Santa Clara, 2003, con specializzazione in Scultura.
2010. “Le città sottili”, Santa Maria in Chiavica, Verona 2004.
Sala Expo dell’Ufficio dei Beni Culturali di Sagua,2003.
Galleria d’arte di Santa Clara,2002.
Galleria d’arte di Sagua la Grande,2002.
Galleria d’arte Municipale di Varadero, Mostre Collettive: - 2014.
C.A.R Contemporary Art Ruhr 24.26/9. Essen. Germania - 2014.
ArtVerona Fair 9.13/9 Verona. Italia (fra i 10 finalisti del concorso Icona)- 2014
OFF 25.28/4 BRUSSELS- 2014.
A.A.F 6.9/3 MILANO- 2013 “Las ciudades sutiles” 26.30/11 Cine Yara, La Habana, Cuba- 2011.
Mostra sull’arte cubana, Levico, Trento, 2005.
Salone Wilfredo Lam, Sagua, 2003.
Salone Provinciale Expo, Santa Clara, 2002.