Lunatika
La mostra si sviluppa come una favola in tre atti, dove il display varia assecondando il progredire della narrazione e grazie all’intervento del pubblico.
Comunicato stampa
L’ex-mattatoio è un edificio-fossile, costruito alle pendici degli infiniti strati del Monte dei Cocci, sulle rovine del vecchio Porto Fluviale romano. Come il porto suo predecessore, il Mattatoio ha mantenuto il carattere di snodo industriale, attirando enormi flussi di persone, animali e merci. La prima deviazione da centro per la macellazione a polo culturale lo ha reso da quel momento in poi un contenitore in grado di accogliere e generare una, e quindi infinite identità, funzioni e storie.
Una di queste comincia con dei meteoriti che sono stati visti staccarsi dalla Luna e cadere nel quartiere di Testaccio, lasciandola piena di buchi. I locali raccontano di un gruppo di animaletti ibridi e spregiudicati che invadono le strade dopo il tramonto per trafugare i frammenti lunari e poi, furtivamente, scappare verso il vicino Mattatoio.
Sette artistƏ sono andatƏ alla ricerca delle loro tracce.
Hanno scoperto che la tribù compare solo nelle notti della Luna Piena del Verme che spinge lombrichi e altre creaturine ipogee a emergere dal sottosuolo per partecipare all’inizio della Primavera.
Gli animaletti si sono sempre radunati nella locanda Lunatica per pianificare fango-rivoluzioni sotterranee, banchetti di pane lunare e scorribande varie. Uno stendardo fiammingo segnala la presenza del loro covo a tutti gli avventurieri della notte e recita: “Avere aspirazioni più alte”. Il motto delle nostre creaturine è, infatti, profondamente anticapitalista e propone un sistema economico astro-rurale basato sulla condivisione di tutto ciò che viene raccolto nelle scorribande attraverso il quartiere.
Una sera, durante una cena collettiva, però, qualcosa va storto. Se fino ad ora gli era stato permesso di fiorire come comunità autosufficiente grazie alla lontananza dallo sguardo umano, la nostra intromissione ha sconvolto le loro pratiche rette su una fragile solidarietà sociale.
La mostra si sviluppa come una favola in tre atti, dove il display varia assecondando il progredire della narrazione e grazie all’intervento del pubblico.
Vi aspettiamo dal 30 Marzo al 1 Aprile all’ Ex Biblioteca del Mattatoio di Roma, tutti i giorni dalle 9.00 alle 20.00. Gli ingressi per accedere sono due: Piazza Orazio Giustiniani, 4 e Largo Giovanni Battista Marzi.
Gli artisti in mostra:
Sofia Bordin
Ginevra Collini
Bianca D’Ascanio
Eleonora Del Bene
Andrea Lo Giudice
Bea Roggero Fossati
Lorenzo Silvestri
Con la collaborazione di ARCHa RomaTre.
Per info:
+39 3248966101
+39 3409739398
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