L’uomo senza qualità. Gian Enzo Sperone collezionista
Il Mart presenta, per la prima volta tutte insieme, 400 opere provenienti dalla collezione privata di Gian Enzo Sperone.
Comunicato stampa
“Sono nato per fare questa collezione”.
Gian Enzo Sperone è stato per sessant’anni uno dei galleristi più importanti al mondo e una delle personalità più influenti dell’arte contemporanea internazionale. Classe 1939, apre la sua prima galleria a Torino nel 1964 e porta in Italia la nuova grande arte statunitense. Fiancheggia, fin da subito, le avanguardie più innovative, slegate dal passato, preferendo i linguaggi e le tendenze contemporanee. Frequenta i circoli degli intellettuali europei e americani e con Konrad Fischer inaugura sedi in Italia e all’estero, tra cui l’attuale sede newyorkese, la Sperone Westwater Gallery, progettata dall’archistar Norman Foster.
Dagli anni Settanta Sperone fa la spola tra l’Italia e gli States, contribuendo agli scambi culturali e commerciali, promuovendo gli artisti più interessanti e collaborando con le maggiori istituzioni, gallerie, fondazioni. È tra i fautori del successo internazionale dell’Arte Povera e della Transavanguardia.
Parallelamente alla ben nota attività di gallerista d’arte contemporanea, Sperone si dedica al collezionismo. Con curiosità e gusto non scontati, dà vita a una collezione sterminata e contradditoria, in cui figurano opere e manufatti di epoche diverse, a partire dal XIV secolo sino ai giorni nostri, e provenienti da numerosi paesi, dall’Europa all’Asia.
Il Mart presenta, per la prima volta tutte insieme, 400 opere provenienti dalla collezione privata di Gian Enzo Sperone, alcune mai presentate nei musei italiani. A Rovereto una raccolta unica sovverte le regole della museografia contemporanea in un percorso espositivo che mescola stili, tempi, materiali, forme. I grandi maestri del Novecento, come Giacomo Balla, Pablo Picasso, Lucio Fontana, Andy Warhol, sono affiancati a capolavori dell’arte antica, dall’archeologia romana ai fondi oro del XIV secolo, passando per i lavori di Iacopino del Conte, Sofonisba Anguissola, Bernardo Strozzi, Anton Raphael Mengs, Francesco Hayez.
Coerentemente con la collezione di Gian Enzo Sperone, che racconta una passione senza confini per l’arte in ogni sua forma, la mostra è onnivora, in un esercizio di gusto nel quale soggiacciono apparenti contraddizioni.